My Peach

Il viaggio di ritorno è stato incredibilmente lungo: Harry ha avuto il tempo di guardarsi un film e di farsi una bella dormita rigenerante. Ora che si trova nel taxi verso casa, non vede l'ora di raggiungere Louis e coccolarsi con lui per ore. Il suo ragazzo ha fatto in modo di avere dei giorni liberi subito dopo la fine del suo tour, ed Harry è estremamente impaziente di passare del tempo insieme. Scende dall'auto e dopo aver preso le valigie e aver lasciato i soldi si avvia verso la porta bianca. Quando gira la chiave nella toppa si sente impaziente di abbracciare Louis. Posa le borse all'ingresso ed entra in salone dove trova il suo uomo che fa avanti e indietro davanti alla portafinestra mentre parla al cellulare. Harry si avvicina e lo abbraccia da dietro, dandogli un bacio sul collo. Louis accartoccia la faccia in un'espressione intenerita e saluta velocemente il suo interlocutore per poi mettere via il cellulare e dedicare tutte le sue attenzioni al suo compagno.

«Ciao, pesca.» saluta Harry, il corpo già caldo per la vicinanza con quello del compagno.

La sua voce è roca e melliflua, capace di incantare e sedurre chiunque. La sua mano, morbida nella natica di Louis, è calda anche attraverso la stoffa della tuta. Louis si lascia sfuggire una risata mista a un sospiro non appena Harry stringe la presa.

«Il mio culo è molto contento quando parli con lui.» sussurra, posando la testa nella spalla del ragazzo. «Ma devi davvero smetterla di guardare "Chiamami col tuo nome". Ne sei ossessionato, Harold.» borbotta, girandosi nella presa per fronteggiarlo.

E nel suo sguardo, Harry non legge nemmeno un pizzico di fastidio per quel vizio che si è preso nell'ultimo periodo; Louis non è nemmeno un po' dispiaciuto che lui si sia fissato con quel film, ma sta solo tentando di farglielo credere.

«Sei geloso di Armie Hammer o di Timothée Chalamet?» domanda con tono provocatorio, in un marcato accento francese.

Louis sbuffa cercando di nascondere una risata, chiaro segno che il suo tentativo di risultare sexy è miseramente fallito, ma lui non demorde e rincara la dose con una stretta più forte delle altre ad entrambe le natiche che costringe Louis a nascondere il viso nel suo collo.

«Con tutto il rispetto per Armie e Timothée, ma non sono per niente geloso di loro visto che so che la tua pesca preferita è qui.» risponde altezzosamente, marcando con fierezza la parola "pesca".

Harry annuisce. «Touché.» sussurra ad un centimetro dalla sua bocca.

Il maggiore non sembra voler cedere e l'unica cosa che fa è soffiare sulle labbra carnose e rosse del compagno. Harry si abbandona ad un miagolio eccitato e resiste la bellezza di tre secondi prima di azzerare le distanze. Il bacio è da subito affamato: Harry lambisce il labbro inferiore di Louis con i denti e lo succhia avido facendo mugolare l'altro, che per tutta risposta, intenzionato a non arrendersi alle provocazioni, si fa avanti con la lingua e inizia a leccare quell'intreccio di carne che si è andato a formare tra le loro bocche. La lingua del più piccolo entra in gioco e in un attimo sono un miscuglio di saliva e i mugolii si perdono tra i palati e le gole senza alcuna distinzione di voci. Si separano solo quando i polmoni bruciano alla ricerca di aria.

«Ciao.» soffia Louis, aprendo piano gli occhi.

Harry ha gli occhi liquidi d'impazienza ed eccitazione; il verde è scuro e famelico, e le labbra luccicano di saliva con una sfumatura di rosso che brucia alla visione. Louis lo trova meraviglioso e si sente impaziente di assaggiarlo ancora e ancora. Per questo, si rituffa nelle labbra ed Harry nemmeno aspetta a fargli sentire la consistenza morbida che gli ha già fatto incontrare la lingua. Il respiro di Louis è bollente nelle guance di Harry e il più piccolo inclina il collo in maniera quasi impossibile per permettere al compagno di assaggiarlo tutto. Quel bacio è un altro livello di erotismo, pensa Louis, mentre la sua lingua ha toccato la gola del più piccolo e ne ha gustato il sapore.