Contea di Laws.

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L'aria gelida delle prime giornate d'inverno colpirono il mio viso pallido lasciando che la pelle del mio corpo si raffreddasse, i miei occhi simili alla neve ricadente dal cielo, scrutarono ogni parte a me possibile dello sfarzo e lusso che mi si preservava davanti; viaggiare da un piccolo paese sperduto aveva reso la mia curiosità lecita di scoprire ciò che la lettera della mia buona e cara zia mi avesse descritto.
Lasciai la mano del nocchiere che mi aveva aiutata a scendere dalla carrozza ora ferma davanti il vistoso cancello di metallo nero con dettagli in oro, affrettandomi a varcarlo per raggiungere a grandi passi mia zia Giselle, che stanca del viaggio mi aveva accennato della cena per i regali di nozze di un mio cugino che non avevo mai visto durante i miei 19 anni di vita, ma che a breve avrebbe sposato una donna di prestigio per quel posto tanto da rendere un piccolo e intimo matrimonio, sfarzoso e da centinaia di invitati.
Accolta dalle inservienti e da quella che doveva essere la mia dama di compagnia, mi recai in camera, sperando di togliermi il prima possibile questo pesante e irritante abito e poter scaldare il mio corpo con un bagno bollente.
«Miss, sua zia la richiede per la cena di questa sera con un abito da lei appositamente scelto.» furono queste le parole della piccola ragazza bionda che timidamente mi guardava, mentre il mio corpo veniva privato dai vestiti, anche in merito al suo aiuto, annuì stancamente, accennandole un dolce sorriso, non era mio solito trattar male i servi della mia casa, era un lavoro umile ma comunque erano umani, non capivo mai come alcuni dall'animo cattivo e ripugnante trattassero in modo sgarbato e sgradevole la servitù.
«Chiamami pure Carol.» le mormorai sorridente per poi rilassarmi contro l'acqua calda.

[...]
Imprecai tirando l'ennesimo sospiro di dolore quando la dama strinse il corpetto del mio vestito bianco candido, dovevo sbrigarmi ero in ritardo e conoscendo mia zia, nonostante fosse una donna amorevole non tollerava certi comportamenti soprattutto in avvenimenti così importanti.
Pronta, scesi le scale dirigendomi nella grande sala da ballo, ora stracolma di persone; salutai gentilmente alcune di esse prima di venire annunciata davanti a tutti, lasciando che lo sguardo dei presenti ricadesse sul mio aspetto e su ciò che ero esteticamente, facendomi arrossire; scesi le scale avanzando verso mia zia la quale mi presentò un centinaio di persone, scordandomi il mio di ognuna di esse.
Mi voltai stancamente intenta a proseguire la mia serata nella più totale noia quando le mie orecchie udirono qualcosa che attirò la mia attenzione.

«Era palese che non venisse, Miss Giselle; il conte Styles non è solito partecipare a queste feste, l'ultima volta che lo abbiamo visto uscire io e la mia cara moglie fu per festeggiare l'incoronazione della nuova regina.» dettò con tono quasi irritato un uomo sulla mezza età sorseggiando poi dal suo calice pregiato de vino.
Aggrottai la fronte non capendo a chi si riferissero, pensai che mia zia avesse invitato tutti e che loro fossero altrettanti felici di partecipare, ma costatai che non era così. Invasa dalla curiosità mi sporsi per proseguire il discorso.

«La sua reggia è sempre al buio, Mister Hozzard, le mie cameriere di sera hanno anche paura!» esclamò mia zia con tono divertito mentre sul volto coperto da qualche ruga si pronunciava un sorriso; mi allontanai da qualche passo, decidendo di costatare da me la situazione, non avevo notato nessuna reggia nelle vicinanze quando ero arrivata, ma essendo così grande magari ciò di cui parlavano si trovava altrove, così percorsi il lungo viale alberato, ritrovandomi nell'enorme giardino che circondava la mia oramai abitazione.
Il mio sguardo scrutò non molto lontano una lussuosa dimora, totalmente al buio, se era vero che qualcuno ci abitasse doveva essere un tale folle, se in pieno inverno se ne stava al freddo e nel totale buio; spinta del mio senso, mi avvicinai verso i grandi cancelli facendomi spazio fra vari alberi, fortunatamente non avevo paura del buio, giunsi sul retro, intravedendo una sola stanza illuminata, e mi avvicinai verso essa, scrutando da fuori la finestra cosa e chi potesse esserci, ma non vi era nessuno. Sospirai leggermente alzando gli occhi al cielo pensando si trattasse delle solite storie che raccontano in paese solo per spaventare la gente, e mi voltai intenta a lasciare quel posto e tornarmene a casa, quando una voce spezzò il silenzio facendomi urlare dallo spavento.
«Non le hanno detto che la mia è una proprietà privata e che potrei farla arrestare per aver invaso i miei luoghi limitati?» dettò quelle semplici parole con una voce bassa e roca, che giunse alle mie orecchie così leggiadra da farmi accapponare la pelle; indietreggiai di qualche passo, sforzandomi di notare qualcosa del suo fisico, ma a causa del buio non vidi nulla, sapevo solo che era di fronte a me.
«Mi scusi, sono appena arrivata e non mi sono bene ambientata in questo posto, stavo al palazzo qui di fronte e mi sono persa facendo una lunga passeggiata fra gli alberi.» annunciai velocemente, seppur mentendo, di certo non gli avrei detto il motivo per la quale mi trovavo qui. Lo vidi attraverso la penombra avvicinarsi al mio corpo e automaticamente indietreggiai scontrandomi con il gelido del cancello di ferro, lasciando che finalmente la luce della luna illuminasse il suo viso; rimasi stupita di trovarmi un uomo così giovane, i suoi occhi verdi luccicavano, era molto bello.
«Che non capiti più Miss?» sussurrò lentamente poggiando una mano calda sulla mia guancia che al contrario sembrava essere gelata.
«Carolina, ma puoi chiamarmi Carol.» mormorai lasciando che prendesse la mia mano e la portasse sulle sue soffici labbra baciandola lentamente. «È un piacere conoscerla, sono il Conte Harry Styles.»
Annunciò lasciandomi con l'amaro in gola quando il suo tocco scomparve e annuì leggermente incapace di proferire parola; lo vidi sorridere, e avanzare qualche passo verso di me prima di sporgersi verso il mio orecchio.
«Dovrebbe andar via, sua Zia Giselle la sta aspettando, Miss Kone.» biascicò con tono basso e sensuale, lasciandomi pietrificata, come faceva a sapere chi fossi?
Aprì gli occhi accorgendomi di averli tenuti chiusi a quella vicinanza, ma trovai solo il buio avvolgente e la sua figura allontanarsi lontana da me per tornarsene dentro casa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 04, 2018 ⏰

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