Capitolo 15: Dasvi...che?

416 27 28
                                    

Un piccolo avviso prima di lasciarvi con la lettura del capitolo, ma come si vede dal nome del capitolo ci saranno delle frasi scritte in un'altra lingua (per essere precisi Russo).
So che non potrete capire, a meno che non conoscete o siate madrelingua russo, ma vi scriverò le traduzioni alla fine del capitolo (prima del solito angolo autrice che metto sempre e che sicuramente vi soccerà)
Detto questo "Buona lettura tutti!"

 So che non potrete capire, a meno che non conoscete o siate madrelingua russo, ma vi scriverò le traduzioni alla fine del capitolo (prima del solito angolo autrice che metto sempre e che sicuramente vi soccerà) Detto questo "Buona lettura tutti!"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-Dobroye utro, Printsessa.-
Quando arrivo all'ingresso è questo il saluto che mi rivolge il ragazzo che se ne sta ritto come un fuso davanti alle sedie poste all'ingresso per ingannare l'attesa.

È un ragazzo dai capelli biondi, talmente biondi da sembrare bianchi, complice anche il taglio militare che fanno vedere nei film, altissimo e con la pelle chiarissima. Questo è quello che posso vedere appena svoltato l'angolo e sentito il suo saluto, oltre al fatto che è vestito di un completo elegante color grigio scuro che risalta i suoi colori chiari.
Solo ora mi rendo conto del mio vestiario fuori dai canoni per una principessa.

-Scusi, ma le sembra questo il modo per rivolgersi a una principessa?- chiede Adam avvicinandosi minacciosamente al ragazzo.
Quest'ultimo mi guarda con i suoi bellissimi occhi azzurri, talmente chiari da sembrare dello stesso colore dell'iceberg che affondò il Titanic, pieni di confusione. Confusione che deve vedere anche nei miei ambrati e così decide di rispondere al mio amico per cercare di togliere la confusione che sembra regnare sovrana.
-Ho solo salutato la Principessa nella mia lingua madre,- risponde il ragazzo, per poi avvicinarsi a me, prendermi una mano per farmi il baciamano e inchinarsi davanti a me. -Io sono Dmitri Petrov, l'unico figlio del Presidente della Federazione Russa.-

Io spalanco gli occhi e mi inchino per salutarlo, mentre sento Adam mandarlo al diavolo perché "Non esiste nessuna Federazione Russa".
-James, portalo via.- supplico la mia guardia del corpo.
Dopo dovrò fare una bella ramanzina al mio vichingo.

Appena Adam non è più a portata d'orecchio chiedo umilmente scusa al Dmitri che sorride e dice che non ci sono problemi.
-Posso chiederle come mai si trova qui?- chiedo cordialmente mentre ci sediamo sulle poltroncine color panna.
-Ma certo, Maestà. Però le rispondo solamente se inizierà a darmi del tu.- sorride amichevolmente.
-A una sola condizione- ribatto, rispondendo al suo sorriso.
Alla sua richiesta di sapere questa condizione gli rispondo che anche lui deve darmi del tu, fermando le sue proteste ancora prima di fargli aprire bocca.
Lo vedo stupito per un solo e fugace attimo e poi annuisce sorridendo.

Inizia a raccontarmi che ieri lui e la sua famiglia hanno avuto degli imprevisti e non sono riusciti a presentarsi al ballo. Credendo che potesse sembrare una mancanza di rispetto nei nostri confronti, Dmitri è venuto qui per scusarsi di persona e darmi il benvenuto in società da parte della sua famiglia e della Russia intera. Il tutto incespicando tra il darmi del lei e del tu ogni volta che capitava.

-Mi spiace per quel che è successo a te e alla tua famiglia, Dmitri, ma non c'era bisogno di venire fin qui solo per scusarti.- gli sorrido.
Sono contenta che non fosse presente ieri, altrimenti sarebbe diventato solo un'altra faccia sfocata in una marea di nomi e cariche statali che mi sono sfilate davanti per tutta la sera.
-Visto che sei qui, ti va di fare un giro per il castello insieme a me? Almeno ho una scusa valida per assentarmi dalle lezioni di etichetta che mi costringono a seguire.- gli chiedo cospiratoria.
Lui si guarda intorno, come per assicurarsi che nessuno ci senta e mi sorride complice:
-Dicono che sono sempre i russi a portare guai. Chi sono io per smentire questa diceria?-
Scoppiamo a ridere e sgattaioliamo via dall'ingresso e io inizio a fare la guida turistica per il gelido quanto simpatico russo.

The Princess Saga - La scopertaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora