✣Episodio 38✣

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Il giorno dopo aver incontrato Baekhyun, Chanyeol era di nuovo ad osservare il placido fiume Han che lento proseguiva per il suo sentiero.

Inspirò con forza un po’ d’aria come se potesse assorbire la tranquillità di cui il corso d’acqua pareva maestro «Se continui a guardare l’acqua ti perderai le nuvole» Chanyeol si voltò verso la voce pacata di Jimin «È inutile guardare il cielo se i problemi stanno sulla terra» sul volto dell’altro ragazzo spuntò un sorriso amaro e si sedette vicino a Chanyeol, dove la sera prima c’era stato il suo Baekhyun «Questo perché qualcuno è determinato a crearli» i due ragazzi si guardarono fissi negli occhi, la severità nel loro sguardo sembrava essersi propagata tutto intorno a loro immergendoli in un rumoroso silenzio che il figlio dei Draghi decise di spezzare «Non posso fare niente per te» «Invece puoi» «Jungkook ha affermato la mia omosessualità davanti a molte persone importanti…tu sai quanto sia importante per noi l’onore e il nome della famiglia! Quel ragazzo si è scavato con le sue mani la tomba in cui seppellire il proprio cadavere» Jimin chiuse gli occhi e si distese sul prato ascoltando il rumore dell’acqua tentando di scacciare l’ennesimo mal di testa che neanche i baci delicati di Rose erano riusciti a far andare via «Il clan prima di qualunque altra cosa» sussurrò Chanyeol «Cosa direbbe Baek se puntassi la pistola contro un’altra persona? Saresti pronto a sostenere di nuovo il suo odio?» «E tu? Cosa dirai alla tua piccola Rose quando scoprirà che non sei riuscito a proteggere uno dei suoi migliori amici?» si guardarono in cagnesco.

Le loro vite viaggiavano su due binari paralleli, forgiati dallo stesso fabbro; decisi a salvare la vita alle persone che amavano ma condannati a vederle morire perché intossicate dal loro mondo «Se lasci vivere Jungkook ci guadagneremo tutte e due» «Non posso farlo! Il capo clan mi ordinerà di ucciderlo e allora eseguirò la sua volontà» «Fai come credi ma ti avverto: una lacrima di Rose equivarrà ad una vita dei Draghi» la voce di Jimin era monocorde, piatta esattamente come il suo sguardo vuoto rivolto al cielo «Perché hai abbandonato Baekhyun?» «Io non ho abbandonato nessuno. Io ho salvato Baekhyun, mi dispiace solo che è corso fra le braccia della morte» di nuovo i loro occhi si incontrarono «Almeno la morte sa di chi potersi fidare. Tu lo sai, figlio del Mangiafuoco?» Jimin si alzò intuendo perfettamente ciò che le parole del suo coetaneo celavano «Ricordati quello che ti ho detto» gli diede le spalle per incamminarsi verso casa, iniziava a sentire la mancanza di Rose «Un’ultima cosa» Jimin si arrestò, concedendo a Chanyeol quelle ultime parole «Se scoprissi che Rose non potrebbe essere più tua, avresti il coraggio di continuare a vivere come ho fatto io quando mi hai portato via Baek? O diventeresti come Tao?» fu la dichiarazione più forte che Chanyeol ebbe mai fatto nella sua intera vita sul ragazzo che amava.

Aveva sempre tenuto ben nascosto la sofferenza che gli si annidava vicino al cuore da quando Baek gli voltò le spalle e spense qualunque emozione quando lo vide scodinzolare dietro quel luminoso sole di nome Jimin, trasformandosi nel burattino fra le mani di Momo «Non sottovalutare Tao. Un giorno punterà quella pistola contro colui che gliel’ha portata via, esattamente come farei io» si voltò a guardare negli occhi il suo rivale «Se per i Draghi niente è più importante del clan, per i Datura niente è più importante della vendetta».

Seduto insieme a Jennie, pranzavamo nella caffetteria dell’università.
La sua risata mi aveva messo di buon umore e la sua allegria mi aveva fatto dimenticare qualunque preoccupazione.

Stare insieme a lei mi faceva bene e mi sentivo sempre più coinvolto nella relazione al punto tale da non riuscire quasi più a separarmene «Stranamente mia sorella sta sera è a casa quindi volevo ufficialmente invitarti ad un appuntamento romantico» le sorrisi «Io e te senza nessun piccolo cugino intorno?» Jennie mi fece l’occhiolino «Ti passo a prendere alle 20.00?» feci un sorso del mio caffè al limone «20.30. Vorrei farmi bello per te» si coprì le labbra per ridere di gusto ed io ne fui contagiato trovando difficile riuscire a mandare giù il sorso di caffè che avevo nella bocca «Ok, siamo seri Sehun. Sta sera è veramente la mia serata libera» «Beh…potresti venire a casa mia. Da me non c’è nessuno siccome i miei genitori sono ancora oltre oceano per lavoro quindi potresti venir a dormire da me…» senza accorgermene deglutii rumorosamente in attesa della risposta di Jennie che desisteva dall’arrivare.

La guardai di sott’occhi mordicchiando nervoso la cannuccia del caffè.
La ragazza sembrava che stesse valutando tutte le eventualità che comportavano le due semplici risposte eppure, dopo qualche minuto, con un sorriso timido annuì «Va bene. Sarò da te per cena» felice le presi la mano e la intrecciai alla mia posandole un leggero bacio sulla pelle bianca e morbida facendo arrossire la piccola Jennie «Sehun, dai! Le persone ci guardano» tutta quella felicità mi rendeva più spavaldo e audace così le rubai un bacio dalle piccole e carnose labbra a cuore; lei mi diede una lieve pacca sul petto «Per favore mi metti in imbarazzo!» ma le sue parole non viaggiavano pari passo con l’espressione lusingata e spensierata che faceva capolino dai suoi occhi da cerbiatta.

Sorridente alzai lo sguardo portandolo nel cortile dell’università dove incontrai la figura di mia sorella stretta nell’abbraccio di Jimin «Sehun? Tutto bene?» Jennie preoccupata strinse ancor di più la mia mano «Sì, l’importante che mia sorella sia felice» «E tu sei felice?» guardai ancora mia sorella e fui lieto di vedere che stesse bene e che Jimin la trattava ancora come l’unica donna sulla terra.

Con i loro profili accostati così vicini sembrava che avessero la stessa espressione rilassata e lo stesso modo tranquillo e pacato di porsi con chi li circondava.
Sembravano provenire dalla stessa famiglia se non fossi stato sicuro della malattia genetica di Rose «Sì, finchè ci sei tu qui con me io sono felice» posai la fronte sulla sua regolarizzando il mio respiro con quello di lei «Siamo ancora nella caffetteria» le sorrisi svelto «Io vedo solo te» questa volta fu lei a baciare me.

 Sembravano provenire dalla stessa famiglia se non fossi stato sicuro della malattia genetica di Rose «Sì, finchè ci sei tu qui con me io sono felice» posai la fronte sulla sua regolarizzando il mio respiro con quello di lei «Siamo ancora nella ca...

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