Jealousy

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Si trovavano in quel bar da almeno due ore, eppure neanche una volta Jimin aveva accennato ad un sorriso. Vedere Yoongi così maledettamente lontano, ma così vicino al tempo stesso gli provocava fitte al cuore. Eppure, non poteva biasimarlo se ora non gli rivolgeva più la parola. Così tante volte aveva cercato di mandare via la paura, una paura stupida e senza basi, ma che lo logorava dentro. «Hai finito di guardare la schiena di Yoongi, o ne hai ancora per molto?» chiese, Jungkook, un bicchiere con qualche superalcolico sconosciuto in mano, e un sorrisino beffardo sulle labbra. «Non stavo affatto guardando la sua schiena!» si difese, Jimin, gonfiando leggermente le guance come un bambino. In alcune situazioni sembrava proprio un bambino, un bambino capriccioso e a tratti possessivo. Era fatto così Jimin, dolce, affettuoso, ma con un lato per niente facile da gestire, quasi sempre nascosto. Ed era uno dei motivi per cui quella schiena che tanto guardava da lontano, non gli apparteneva più. Aveva l'insana paura di poter essere costantemente tradito da Yoongi, in un qualsiasi momento. A nulla servivano le parole e i gesti che gli mostravano amore, non riusciva mai ad avere la sicurezza da lui bramata. A lungo andare quel dubbio meschino aveva corroso la relazione dei due ragazzi,ancora troppo acerba per poter superare tali problemi.
«Oh, andiamo. Chi vuoi prendere in giro, caramellina, quandolo vedi non fai altro che guardarlo. Ci manca poco e la sua giacca prende fuoco!» sussurrò vicino all'orecchio del più basso. Torturare il suo Hyung era uno dei suoi sport preferiti, non quanto far innervosire i due della coppia. A suo parere erano entrambi troppo cocciuti, quindi una piccola spintarella non avrebbe fatto del male a nessuno. Posò la mano libera dal bicchiere alcolico sul petto di Jimin, giocherellando con i bottoni della camicia immacolata-ancora per poco- che quest'ultimo aveva. Per loro erano azioni quotidiane,quasi normali da svolgere. Entrambi non avevano nulla contro il contatto tra amici, anche perché consci che tra di loro non ci sarebbe stato altro se non una bella amicizia. «Ma scommetto che a te piacerebbe vedere la sua giacca prendere fuoco, da quanto non guardi quelle spalle color latte, Jiminie?» Lo provocò Jungkook, facendo sì che Jimin si mordesse il labbro inferiore, per trattenere la voglia che aveva di correre tra le braccia del suo ormai ex fidanzato. «Jungkook ti odio» borbottò, prima di sgusciare dalla sua presa e rifugiarsi in un bagno.
Con un sorrisino sulle labbra, Jungkook guardò il più grande sgomitare per passare tra la folla, e solo dopo aver visto il suo bel culetto entrare in un bagno sudicio, rivolse lo sguardo ad una persona in particolare. Impossibile non sentire il suo sguardo di fuoco addosso, un fuoco che non prometteva nulla di buono. Dall'altro lato della stanza vi era Yoongi, scuro in volto e con uno sguardo che presagiva tempesta. Se Jungkook fosse stato a portata di mani,probabilmente lo avrebbe ucciso. Impazziva di gelosia, una gelosia che gli incendiava il corpo e lo mandava fuori di testa. Vedere Jungkook e Jimin flirtare in un modo così sfacciato, gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Jimin era suo, nonostante la relazione con il ragazzo fosse finita.
Strinse le mani a pugno, cercando di mantenere la calma: fare una scenata di gelosia in quel momento non avrebbe migliorato la situazione. Si mosse velocemente verso il bancone per ordinare qualcosa di forte e alcolico, conscio che non sarebbe arrivato alla fine della serata senza l'aiuto di qualcheliquore. Odiava trovarsi in quella situazione con Jimin, ma non poteva fare nulla. Avere la costante preoccupazione di non far sentire l'altro trascurato, rassicurarlo sempre e assistere ad una scenata di gelosia ogni sera aveva corroso il rapporto. Non poteva rimproverare solo Jimin, ma lui non gli aveva mai dato modo di pensare di essere un traditore. Era fin troppo sincero, e a parer suo mentire per scopare qualcun altro era una cosa stupida.
Vide con la coda dell'occhio Jimin uscire dal bagno, visibilmente scosso, e le fiamme della gelosia divamparono di nuovo. Non poteva dare torto a Jungkook, chiunque si sarebbe invaghito di Jimin. Così carino e tenero, sempre pronto ad aiutare gli altri, ma con un lato nascosto che faceva uscire fuori di testa Yoongi. Jimin aveva la straordinaria capacità di far uscire il suo lato ammaliante e seducente che sorprendeva sempre il più grande. Era capace di essere tenero il minuto primo, e una bomba del sesso il minuto dopo. Ogni lato di Jimin gli piaceva, anche quello capriccioso e leggermente seccante.
Seguì con lo sguardo la figura di Jimin, il quale continuava a guardarsi intorno, ormai troppo imbarazzato. Raggiunse Jungkook in poco tempo, e gli sorrise. Un sorriso genuino, probabilmente in risposta al suo "va tutto bene?", che fece -tuttavia- infervorare Yoongi. Odiava vedere Jimin così lontano da lui. Sgomitò tra la folla, alzando gli occhi al cielo quando dei corpi sudati gli andavano contro. Odiava il contatto con altre persone, solitamente accettava di essere abbracciato solo da Jimin.
Jungkook guardò con la coda dell'occhio Yoongi farsi spazio tra le persone, intenzionato a far continuare il suo piano.
«Guarda come respinge i corpi sudati, non ti fa ricordare quando si spingeva nel tuo corpo sudato?» la voce volutamente più bassa e maliziosa, accompagnata da un sorrisino impertinente sulle labbra. «Jungkook-ah! Smettila di farmi ricordare certe cose... è imbarazzante» esclamò, rosso in viso, Jimin, guardando leggermente male il suo amico. In realtà non poteva prendersela con lui, non era lui lo stupido ad aver lasciato il proprio fidanzato per una sciocca paura. «Oh, andiamo, fammi divertire un po'. E poi, ricordare quei momenti, non ti fa sentire una scarica di adrenalina lungo il corpo. O forse è eccitazione?» stuzzicò ancora il minore, pizzicando leggermente il fianco destro di Jimin, il quale squittì per la sorpresa. Dopo aver assimilato quello che Jungkook gli aveva appena detto, ingoiò un fiotto di saliva, incredibilmente rovente. O forse, proprio come diceva il suo amico impertinente, cercava di mandar via l'eccitazione che gli stava infiammando il corpo. Strinse il polso di Jungkook, e dopo aver borbottato un "ti odio", lo trascinò sulla pista improvvisata, attorniato da corpi sudati e febbricitanti. E, Dio, quanto avrebbe voluto essere sudato e febbricitante a causa del tocco di Yoongi!
Si strinse involontariamente al corpo muscoloso dell'altro, cercando di non avere troppi contatti con le altre persone. Ballarono vicini, molto vicini, tanto che in alcuni momenti non riuscivi a capire dove finisse uno e iniziasse un altro. Jungkook si avvicinò all'orecchio di Jimin, abbassandosi leggermente per la differenza di altezza, e con uno sguardo furente a scavargli un buco dietro la nuca, urlò nel padiglione auricolare del ragazzo maggiore. «Jimin, ti va se ti prendo qualcosa da bere?» chiese, apparentemente in modo innocente, non suscitando nessun dubbio nel ragazzo, seppur quella gentilezza fosse strana. Dopo aver risposto in modo positivo, si alzò sulla punta dei piedi per baciare dolcemente la guancia destra di Jungkook. Quest'ultimo strinse un ultima volta i fianchi a Jimin, e con un piccolo sorriso maligno sulle labbra sgusciò fuori dalla calca di persone. Raggiunse l'angolo bar, e chiese effettivamente un cocktail, ben conscio che non sarebbe mai arrivato a destinazione. Mentre attendeva che il barman gli servisse l'alcolico, la figura di Min Yoongi si accostò alla sua. Sorrise impercettibilmente, divertito da tutta quella situazione. «Yoongi hyung, che piacere vederti» voltò il capo nella sua direzione, scontrandosi con un paio d'occhi infuocati. Jungkook dovette ammetterlo: Yoongi riusciva davvero ad incutere terrore. Ma in quel momento il più giovane non era per nulla spaventato. Non stava facendo nulla di male, se non aiutare due suoi amici. Più volte Jimin si era confidato con lui, lamentandosi di quanto Yoongi non lo capisse: il maggiore non era mai stato geloso di Jimin. In alcuni momenti si sentiva così brutto per il suo ragazzo, che riversava la propria paura su di lui, con urla, lacrime e vere e proprie scenate da teatro. Jungkook sapeva quanto quei due ragazzi si amassero, e per questo motivo si era preso l'onere di ricongiungere la coppia, senza contare che infastidire i suoi hyung fosse un vero spasso.
«Jeon, cosa diamine stai facendo?» la voce grave di Yoongi lasciò trasparire la sua frustrazione e la sua rabbia. Sentiva un morsa allo stomaco, e un sapore viscido e acre salirgli in gola. Bruciava di gelosia, ogni sua terminazione nervosa era intrinseca di rabbia, e se non fosse stato che si trovavano in un luogo pubblico, avrebbe già preso a pugni il minore. Quest'ultimo sorrise in modo innocente, volgendo per un attimo lo sguardo verso Jimin, che ballava senza freni sulla pista, schiacciato tra corpi ansanti e sudaticci. «Ma come, hyung, io e Jiminie ci stiamo divertendo, ma sono certo che mi divertirò ancora di più tra un po'» abbassò il tono della voce verso la fine della frase,facendo scuotere le membra di Yoongi, pervase dalla gelosia. Sarebbe presto impazzito, ne era sicuro.
Jungkook dopo aver preso il bicchiere colmo di coraggio liquido si diresse verso l'amico, sentendo ancora una volta lo sguardo furioso di Yoongi su di sé. Raggiunse Jimin in breve tempo, ma prima che questo potesse girarsi completamente e impedire che il liquido gli macchiasse la camicia, Jungkook fece finta di inciampare, imbrattando così l'indumento dell'amico. In poco tempo la camicia si attaccò al petto muscoloso di Jimin, in quale contrasse gli addominali per l'improvviso freddo al corpo. Guardò con le pupille dilatate il proprio amico, il quale gli afferrò la mano piccola,e lo strattonò via dalla pista. Quando furono entrambi fuori dalla calca di persone, si guardarono con un sorriso divertito sul volto. Jimin non notò lo sguardo curioso e furioso che Yoongi gli stava riservando. Guardava Jungkook come se fosse il male fatto in persona, e Jimin come se fosse la reincarnazione della lussuria. Si trattenne dal prendere Jimin di peso e portarlo il più lontano possibile dalle persone, nascondendolo a chiunque. Guardava assorto il fisico statuario che la camicia zuppa mal celava, maledicendo quel ragazzo e la sua carica erotico inaudita. Prima che potesse realmente rendersene conto, i due ragazzo sparirono dal suo campo visivo, e dopo attimi di confusione riuscì a scorgere i capelli rosa confetto di Jimin prima che questi si dileguasse nel bagno. Strinse forte i pugni, conficcando le unghie nei palmi delle mani,arrabbiato, pazzo di gelosia e fottutamente eccitato. Tutto a causa di un solo ragazzo: Park Jimin. Camminò pesantemente verso la porta del bagno, e la sua espressione doveva essere così furente che chiunque incontrasse sul suo cammino si sposava per lasciarlo passare. Quando entrò nell'angusto bagno notò subito i due ragazzi, il primo intento a sbottonare la camicia e il secondo che fingeva di prestare attenzione alla parole che gli venivano rivolte. Questi alzò lo sguardo e vide la figura di Yoongi ferma davanti alla porta, gli sorrise maliziosamente, e avanzò verso di lui. Ad un passo dall'uscita, si avvicinò all'orecchio del maggiore e sussurrò un maliziosissimo "vi lascio soli". Jimin,che fino a quel momento era stato impegnato a svestirsi, alzò a sua volta lo sguardo, incuriosito dai passi dell'amico verso la porta. Quando il suo volto si alzò da quello che poteva essere definita tranquillamente uno straccio incontrò lo sguardo incupito di Yoongi. All'inizio rimase senza parole, la bocca leggermente aperta, per lo stupore e per l'assenza di parole. Yoongi posò subito lo sguardo su quelle labbra piene come frutti maturi, rosse come ciliegie e incredibilmente invitanti, ma come spinto da una forza estranea, abbassò lo sguardo sul petto di Jimin. Improvvisamente non ci vide più; per la rabbia, per la gelosia, perla lussuria. Tolse velocemente la giacca che portava sopra una maglia a mezze maniche, e con poche falcate raggiunse il ragazzo e lo vestì velocemente. Quest'ultimo come risvegliatosi da una trance si spostò dal tocco del maggiore, come scottato. «Ehm... grazie, Yoongi» non osava alzare lo sguardo dal pavimento, ma dopo poco tempo dovette farlo a causa della presa ferrea ma non dolorosa del maggiore. Inchiodò gli occhi in quelli neri del maggiore, che ora bruciavano come lava. Così ipnotici ma al tempo stesso spaventosi, diventarono improvvisamente una droga. «Jimin»
«Dimmi, hyung» sussurrò Jimin, ormai a corto di fiato. Perché dopo tutto quel tempo Yoongi gli faceva ancora quell'effetto?
«Stai con Jungkook adesso?» chiese Yoongi, l'urgenza nella voce e qualcosa a Jimin sconosciuto che bruciava nei suoi occhi. Il minore aggrottò le sopracciglia, confuso dalla domanda che gli era stata posta. Che al maggiore piacesse Jungkook?
«No, io- noi siamo solo amici»
Amici. Che bella parola che era per Yoongi, ma c'era ancora qualcosa che gli faceva dubitare delle parole del minore. «Ci via a letto?» una semplice frase, che però ebbe la capacità di spezzare in due il cuore di Jimin. Davvero l'altro lo credeva capace di approfittarsi di un suo amico? Si scansò dal corpo del maggiore, come colpito violentemente da uno schiaffo. Gli occhi pieni di lacrime e un'incredibile voglia di prendere a pugni Yoongi. «No, Yoongi, non ci vado a letto. Grazie perla giacca, appena ne avrò il tempo te ne prenderò una nuova» e senza lasciare il tempo all'altro di rispondere, uscì. Si incamminò a passo svelto verso l'uscita, sentendo l'irrefrenabile bisogno di vomitare. Non si prese la briga di avvisare Jungkook, gli avrebbe mandato un messaggio una volta a casa. Quando finalmente uscì dal locale, sentì i polmoni ringraziare per l'aria fresca che stava respirando. Il freddo gli pizzicò il volto, e si maledì per non aver schivato quel drink. Si strinse nella giacca prestatagli dal maggiore, e si impose di non piangere, sarebbe stato solo patetico. Neanche il tempo di fare due passi che la porta del locale venne di nuovo aperta, e di lì uscì la figura di Min Yoongi. Lo guardò per un attimo, per poi voltare lo sguardo liquido verso la strada. Doveva andarsene a casa il prima possibile. Si sentì afferrare per un braccio, e arrestò la sua fuga. Non avrebbe dato la soddisfazione all'altro di farsi vedere a disagio.
«Jimin non- perché sei andato via?» chiese, la confusione nella sua voce. Il ragazzo interpellato rise amaramente, per poi strattonare il braccio e guardare l'altro negli occhi. «Perché, mi chiedi? Cosa avrei dovuto fare, restare lì mentre mi trattavi da-» non fece in tempo a finire di parlare che le labbra di Yoongi furono incollate alle sue. Sconvolto dal gesto dell'altro, si scostò dal tocco per poi assestare uno schiaffo sulla guancia destra di Yoongi. Quest'ultimo lo guardò sorpreso, ma lo fu ancora di più quando le labbra di Jimin lambirono le sue. Fu un bacio aggressivo, bisognoso, un bacio pieno di parole non dette. Quando si staccarono avevano entrambi le labbra gonfie. Si guardarono negli occhi a lungo, per poi separarsi definitivamente quando un taxi si fermò davanti a loro. Senza proferire parola, come fosse un tacito accordo, entrarono nel veicolo. L'attrazione tra di loro crepitava come elettricità, se allungavi una mano potevi sentirla.
Erano persi entrambi nei loro mondi, ma un pensiero fisso aleggiava nelle loro menti: stiamodavvero per rifarlo?
Non che ai due dispiacesse, ma non sapevano neanche loro che significato assegnare a quel bacio. Senza neanche rendersene conto, Jimin si ritrovò in prossimità dell'abitazione del maggiore, luogo che conosceva più che bene. Non ci fu il tempo per ricordare i bei momenti passati tra quelle mura, che il proprietario della casa lo trascinò dall'abitacolo e con un tocco leggero ma deciso lo portò all'interno.
Schiena contro legno, bocca contro bocca, due anime legate. Erano così che sarebbero apparsi ad un estraneo. Le labbra sigillate tra di loro, come se avessero paura che un solo filo d'aria avrebbe distrutto tutto. I corpi schiacciati, Jimin spalmato contro la porta di legno e le mani stette a pugno all'unico indumento che gli impediva di toccare il petto liscio dell'altro. E tremava, ansimava, ma c'era qualcosa che impediva ai due di andare fino infondo. Si sfioravano, le loro lingue curiose saggiavano il sapore del corpo dell'altro, eppure nulla lasciava intendere che da lì a poco sarebbero finiti sul letto a far intrecciare i loro corpi. «Yoongi» esalò Jimin,la voce rotta dal piacere della gioia che era insidiata nel suo animo. Lui era lì, proprio contro di lui, e lo baciava, toccava, esplorava, come fosse la prima volta. «Jimin» e nella sua voce vi era dolore, passione, amore. Si separarono di nuovo, lasciando che la lussuria scemasse pian piano. Si guardarono negli occhi come se si vedessero per la prima volta. Con un tacito accordo si separarono, Yoongi lasciò che le mani di Jimin si separassero dalla sua maglia ormai sgualcita, e solo dopo aver visto il ragazzo lontano di qualche decina di passi, accese la luce. Ormai non più nella penombra della casa buia, i loro occhi si cercarono ancora una volta. Passavano lenti sulla figura del proprio amante, si spogliarono delle insicurezze più stupide, si spogliarono dei dubbi,del dolore provato per fin troppo tempo passati lontani.
«Sarà solo una cosa di una notte?» chiese Jimin, il terrore nascosto nei suoi occhi. Se la risposta fosse stata positiva avrebbe lasciato il posto. Non poteva permettersi di riprovare quelle sensazioni per poi rimanere solo. Perché si sarebbe sentito così, incredibilmente solo. Yoongi per un istante non seppe cosa dire. Una parte di sé quasi non voleva parlare. Ma c'era Jimin di fronte a lui, la sua anima gemella, il suo tutto. E,Dio, quanto avrebbe voluto poter dire tutte quelle cose senza sembrare un pazzo. Come poteva spiegare al suo ex ragazzo che per lui sarebbe andato in capo al mondo? Che avrebbe volentieri corso la maratona di New York per poterlo raggiungere? Lui, proprio lui, lo stesso Min Yoongi che sarebbe vissuto volentieri sul suo letto.
«Jimin, io-» e si bloccò. Avrebbe tanto voluto avere la capacità di esprimere ciò che gli passava per la mente senza sembrare un emerito idiota. Normalmente non ci sarebbe riuscito, ma per Jimin, per il suo Jimin avrebbe fatto di tutto. Anche la figura dell'idiota. Iniziò a camminare per la stanza, una mano tuffata nei suoi capelli e l'altra che vorticava nell'aria come a creare dei cerchi immaginari. Pensava, pensava, mille pensieri che vorticavano frenetici, come su di una ruota panoramica.
«Stasera, quando ti ho visto con Jungkook stavo per impazzire»confessò,sentendo la presa sullo stomaco allentarsi.
«Vederti lì, bello come il sole, a ridere come se non ci fosse un domani. Ero invidioso, invidioso di chi era riuscito a farti sorridere al mio posto. E il tuo corpo, Dio, ho sempre pensato che fosse capace di esprimere i tuoi sentimenti meglio degli occhi. E sembrerò uno psicopatico, ma io riuscivo a vedere il tuo corpo reagire a ciò che quella testa di cocco ti stava dicendo. E, giuro che ci provo, ma non riesco a non pensare cosa potessero essere quelle parole. A cosa ti stesse dicendo per farti reagire così. Cazzo!E mi sento un emerito coglione a farti una scenata di gelosia come se tu fossi il mio compagno. E, sì, sono geloso. Geloso da impazzire. Mi sono trattenuto troppe volte stasera dal picchiare chiunque ti guardasse. In quel bagno, poi,mentre eri fradicio a causa del tuo amichetto, ed eri lì,tranquillo, a spogliarti come se non ci fosse un domani. Posso assicurarti di aver visto rosso in quel momento. Avrei anche costretto una persona a caso farmi dare un indumento per coprirti. Perché sono uno stronzo psicopatico che se non ti amasse così tanto, ti terrebbe rinchiuso in camera.Permettere a chiunque di guardare quanto tu sia bello... e non solo esteticamente. Dannazione! Sei probabilmente la persona più bella che io conosca. Il tuo animo, il tuo sorriso, Dio, morirei pur di vederti sorridere sempre» e dopo quel fiume di parole, rilassò le spalle. Improvvisamente si sentiva vuoto,come un palloncino sgonfio. Avrebbe voluto mordersi a sangue le nocche per ciò che aveva detto e per quello che aveva trascurato. Troppi pensieri, troppe confessioni, e fu certo di aver scandalizzato Jimin. Ecco, lo sapeva. Ora l'avrebbe denunciato per stalking e tentato rapimento. Quanto poteva essere stupido Min Yoongi?
Jimin, d'altra parte, era rimasto a bocca aperta. Troppe informazioni da assimilare, troppe cose su cui ragionare. Ma una in particolare che gli stava mandando il cervello in panne.
Yoongi era geloso di lui e Jungkook?
Non che non ci avesse pensato, ma mai avrebbe creduto che il motivo fosse lui. Yoongi era geloso di lui. Non voleva che nessuno lo guardasse, figurarsi cosa avrebbe fatto se avesse saputo che prima della loro relazione aveva avuto altri rapporti. Probabilmente poi avrebbe ritrovato la foto di Yoongi sotto un titolo come: Il famoso assassino degli ex. Divertente da un lato, raccapricciante da un altro, ma soprattutto lusinghiero. Mai una volta aveva pensato che a Yoongipotesse mandare il cervello in fumo saperlo tra le braccia di qualcun altro.Eppure eccolo lì, a camminare spazientito, probabilmente a pentirsi delle confessioni. Non poté fare a meno di ridere. Quando quel suono arrivò alle orecchie del Min, quest'ultimo si girò guardandolo come se gli fosse spuntata un'altra testa.
«Come- perché diamine stai ridendo?!»
E Jimin al suo tono esasperato non poté fare a meno di scoppiare di nuovo a ridere. Si morse il labbro, quasi a sangue, per evitare un altro scoppio di ilarità. Si avvicinò alla figura di Yoongi, il quale lo guardava con un ombra sul volto. Era divertente vederlo così. Continuò ad avere il labbro inferiore intrappolato tra i denti fin quando non arrivò ad un solo passo di distanza da Yoongi. Alti uguali se non fosse stato per un piccolo, inutile e banalissimo centimetro. E si guardavano negli occhi, come a capire cosa vi fosse nascosto dentro di esse. «E così... sei geloso»lo disse lentamente, come ad assaporare quelle parole. Faceva uno strano effetto sapere di avere tanto potere su Yoongi. Sapere che non era l'unico a morire di gelosia al solo pensiero che qualcun altro potesse toccare il proprio compagno. «Molto» precisò, Yoongi,indeciso su cosa fare. Eppure, neanche un minuto dopo, si ritrovò Jimin stretto tra le braccia. Un gesto inconsapevole, veloce. Nuovamente i respiri si mischiarono, come a far capire ai due ragazzi di essere un'unica essenza.
Si sporse vicino all'orecchio di Jimin, il respiro che si infrangeva sulla pelle del collo, causando al ragazzo brividi di aspettativa. «Sto impazzendo,Jimin-ah, dimmi cosa ti ha detto quel coniglio» e avrebbe riso, Jimin, se solo non fosse stato preda di una tempesta ormonale. Si aggrappò alle spalle di Yoongi, un gesto dettato dall'infermità delle gambe, che come per magia erano diventate di gelatina. Strinse tra i pugni il tessuto della maglia dell'altro ragazzo, formando pieghe all'altezza delle maniche.
Yoongi strusciò la punta del naso contro la pelle calda e morbida del collo,causando vere e proprie scosse di piacere al più piccolo, il quale fece sgusciare fuori dalle labbra piene un sospiro tremulo.
«Lui... lui mi stava parlando di te» una semplice frase, detta tra sospiri e balbettii. Il cervello di Park era completamente andato, poteva quasi vederlo mentre con le valige in mano gli augurava buona fortuna.
Dannati ormoni, dannato cervello traditore, e dannato -dannatissimo- Min Yoongi!
«E cosa ti diceva di me?» non ancora del tutto certo della veridicità delle parole, continuò il suo particolare interrogatorio,che alla sanità mentale di Jimin appariva come una vera e propria tortura.«Continuava a stuzzicarmi... facendomi ricordare dettagli particolari della nostra relazione» e, diamine, come poteva dire al suo ex ragazzo che gli era venuta un'erezione al solo ricordo della sua vecchia vita sessuale con il suddetto ragazzo? Non poteva, si sarebbe seppellito piuttosto!
Ma Min Yoongi era decisamente troppo sadico e curioso, agli occhi illanguiditidel minore poteva quasi apparire come un gatto sadico che dopo aver catturatole sue prede non faceva altro che torturarle fino a vederle soccombere. Perchéin fondo stava facendo questo con Jimin. Quelle mani peccaminose, lunghe,sottili, sfortunatamente esperte del corpo che andavano a toccare, noncontribuivano con il far rinsavire Jimin. Scorrevano lente lungo i fianchi delragazzo, toccandolo in punta di dita, quasi come se il corpo dell'altro fosseun pianoforte. E, che sia sempre più dannato quel ragazzo, sapeva a memoria qualitasti toccare per far andare su digiri il suo dongsaeng.
«Dimmelo, Jimin, cosa ti ha detto? Cosa ti ha fatto ricordare?»
«Noi.. io, tu- Dio! Mi ha fatto ricordare noi due mentre facevamo sesso! Tu- tu sudato, ansante, il modo il cui ti muovevi sopra di me, dentro di me» e in un attimo, si ritrovò la bocca di Yoongi sulla sua. Violenta, passionale, alla ricerca di appagamento. Dopo quelle parole dette dal minore, Min Yoongi non ci aveva visto più. La lussuria che scorreva nella sue vene, la mente satura di tante, troppe immagini peccaminose. E il tono di voce di Jimin, era stato il colpo di grazia.
Quest'ultimo si separò dalle labbra di Yoongi, alla ricerca di aria e di risposte.«Non hai risposto alla mia domanda: sarà solo sesso?» e Yoongi lo strinse di nuovo, ma questa volta la presa era dolce, non possessiva. Guardò gli occhi scuri del suo amato, e con quel poco di coraggio che ancora gli scorreva in corpo, parlo: «No, Jimin. Con te non sarà mai solo sesso. Ti amo, Jimin-ah, e non potrò fare altro che darmi dello stupido per il resto della mia vita per averti lasciato andare»
E da lì in poi non ci fu spazio per le parole. Baci appassionati, carezze dolci, lente, alternate da assalti eroici. Erano così, loro due.
«Ti amo Yoongi» sospirò sulle labbra umide di quest'ultimo, Jimin, preda del piacere, della gioia e della lussuria che gli incendiava il corpo. Ogni sospiro, gemito, mugolio era musica per le orecchie di Yoongi. Una melodia così armoniosa, che poteva essere solo paragonata al canto del minore. E Jimin non si faceva problemi ad esprimere il proprio piacere in versi languidi.
Il cervello era ormai andato, colpito dalla possente carica erotica di Yoongi,che bacio dopo bacio, carezza dopo carezza non faceva altro che farlo avvicinare al baratro oscuro e peccaminoso del piacere più torbido.
Yoongi, d'altra parte, non era messo meglio. Dopo mesi di lontananza da quel corpo flessuoso e ben allenato, non voleva far altro che perdervisi. Quando lasciò le labbra -ormai turgide- di Jimin, decise che mai più avrebbe lasciato quel ragazzo. Era suo, come lui apparteneva a Jimin, ma non era una questione di possessione , bensì erano le loro anime ad appartenersi. «Prendimi» una frase sussurrata era stata capace di spegnere completamente il cervello del Min. Strinse il corpo di Jimin tra le sue braccia, e quest'ultimo saltò letteralmente addosso al ragazzo, stringendo le gambe sul bacino del suo hyung.Il percorso per andare in camera da letto fu difficile, soprattutto perché Jimin si era cimentato nell'esplorazione delle vene in evidenza sul collo di Yoongi. Una volta varcata la porta della stanza di Yoongi, quest'ultimo rilasciò un ringhio, a testimoniare l'incapacità di trattenersi oltre. Svestì velocemente Jimin, beandosi della vista di quel corpo scolpito dai migliori artisti, ma il suo dongsaeng non fu da meno, di fatti strappò via i vestiti opprimenti, lacerando il tessuto della T-shirt che portava il ragazzo.
«Vedo che sei impaziente» lo canzonò Yoongi, portandolo ad indietreggiare fino alletto. «Zitto e baciami» e con una mossa veloce, intrappolò le ciocche dei capelli scuri dell'altro tra le sue dita, spingendolo a portare le labbra sulle sue. Baci bagnati, carezze roventi, preludio di ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Un pensiero impertinente si insidiò nella mente di Jimin, quando Yoongi portò le mani a stringere il suo sedere sodo. Si staccò dalle labbra di Yoongi,divenute la sua nuova droga preferita, e lo guardò negli occhi. «Quanti altri ragazzi sono stati in questo letto?» domandò, piccato, mentre mille immagini di ragazzi ansanti e preda del piacere causato da Yoongi gli inondavano la mente.
Yoongi sbuffò una risata, portando le labbra a formare un ghigno. «Mi era mancata la tua gelosia, Jiminie» sussurrò, distraendo per un paio di secondi Jimin, a causa della voce volontariamente sensuale.
«Rispondi o giuro che vado a farmi scopare da Jungkook!» esclamò, prima di ritrovarsi sovrastato dalla figura di un Min Yoongi decisamente incazzato. «Non azzardarti neanche a pensarlo!» minacciò, prendendo tra le mani i polsi esili di Jimin e portarli sopra la sua testa. Respirò lentamente, tentando di calmarsi. Poi finalmente rispose. «Nessuno, Jimin, nessuno. E se te lo stessi chiedendo, no, non ho scopato con nessuno da nessuna parte. Sai cosa ho fatto in questo periodo in cui non potevo averti? Toccarti?»gli domandò, spingendosi sempre più vicino al volto di Jimin. Quest'ultimo trattenne il respiro, sentendosi annegare negli occhi onice di Yoongi, e stordito dal suo profumo. «N-no» un'insignificante sbuffò uscì dalle sue labbra, poiché incapace di dire altro.
«Mi sono occupato da solo dei miei problemi, pensandoti, pensando alla tua meravigliosa bocca» portò la mano destra a sfiorare le labbra di Jimin, fino ad indurlo a schiuderle. In un gesto involontario, Jimin aprì le gambe, lasciando che l'altro vi si insinuasse dentro.Ancora coperti solo dal sottile strato della biancheria, entrambi poterono sentire le proprie eccitazioni sfregare impercettibilmente.
«Dopo... dopo parleremo delle tue fantasie da maniaco sessuale, ora però...»
«Cosa, Jimin-ah, dimmelo» Yoongi, sadico come non mai, continuò a muoversi contro il piacere dell'altro, che si ritrovò senza respiro e smanioso di ricevere di più. «Ho bisogno di te»un sospiro spezzato le parole di Jimin.
E Yoongi, gentiluomo quale era, non poté far altro che dare una piccola soddisfazione al più piccolo. Liberò il corpo di Jimin dall'ultima costrizione,e appena il suo membro fu a contatto con l'aria fresca della stanza, si ricoprì di pelle d'oca.
Yoongi scese con le labbra a baciare, leccare, mordere e marchiare la pelle dell'altro, che ormai completamente in preda al piacere non capiva nulla.Sentiva la tasta vorticare, tutto completamente scomparso dalla sua mente, solo un unico pensiero: Yoongi. Sembrava quasi che l'asse terrestre si fosse spostato, e il centro del mondo era diventato quel ragazzo pallido, pigro, ma terribilmente erotico che lo stava marchiando e portando alla deriva. Yoongi scese ancora, ignorando l'erezione svettante del minore, concentrandosi su altro. «Jimin, da quanto tempo non-» il ragazzo nominato lo fermò, prima di poterlo sentir dire una delle cose più imbarazzanti del mondo. Ma quella domanda, ne nascondeva un'altra. Quello che Yoongi cercava di chiedere indirettamente era: da quanto tempo non fai sesso con qualcuno? E Jimin avrebbe voluto fare lo spavaldo e dire "l'ultima volta è stata stamattina", ma sapeva che Yoongi l'avrebbe smascherato. Lì, nel suo punto più privato, scorgeva il volto curioso del suo hyung, che lo fissava con un sopracciglio inarcato.
«Da quando ci siamo lasciati...» non avrebbe mai detto di essersi comunque tenuto in allenamento appoggiando il "fai date", non avrebbe retto l'umiliazione.
Yoongi sorrise, felice che nessuno avesse toccato quel punto intimo del ragazzo,se non il ragazzo stesso. Sapeva che Jimin in sua assenza si era comunque divertito da solo, ma sapere che nessuno l'aveva sfiorato lo riempiva di gioia.Iniziò a prepararlo, lentamente, conscio che farlo dopo così tanto tempo era come fare sesso per la prima volta. Non voleva che l'altro provasse alcun dolore, doveva essere un'esperienza da ricordare, ma non in senso negativo.
Quando ormai vide che i muscoli cedevano tranquillamente alla sua intrusione,si permise di guardare Jimin. Era rosso in viso, stravolto dal piacere, il labbro inferiore incastrato tra i denti, probabilmente per evitare di essere sonoro. Lo guardava in attesa, gli occhi languidi e sorridenti. Era felice di essere lì con Yoongi, felice di poter finalmente riprendere quel rapporto che aveva significato tanto per lui. E sì,felice perché ad un passo dal piacere estremo. Yoongi si alzò dalla sua posizione, divenuto leggermente scomoda, e dopo aver preso un pacco di preservativi -fortunatamente non scaduti- tornò dal suo ragazzo.
Suo.
Era così bello poter pensare a Jimin in quei termini. Si liberò dalla costrizione dei boxer, e dopo aver rotto la bustina con i denti, indossò il condom. Guardò negli occhi Jimin, che ricambiava lo sguardo in attesa. Gli sorrise dolcemente, come ad incoraggiarlo. Sapeva che Yoongi avesse paura di fargli male, fisicamente e non, ma si fidava ciecamente di lui.
Yoongi si avvicinò all'apertura dell'altro, e dopo aver leggermente forzato,entrò lentamente in lui. Ogni centimetro incendiava le viscere di Jimin, che cercò di far notare poco il suo dolore. Piccole lacrime si formarono ai lati dei piccoli occhi di Jimin, che le scacciò via con un gesto stizzito.
Perché doveva sempre mostrarsi debole?
Il maggiore vide il gesto del ragazzo, e con delicatezza poggio le labbra ailati dei suoi occhi. Vedere Jimin piangere di dolore non era assolutamente una cosa piacevole, per questo si decise ad accantonare il proprio di piacere, per concentrarsi su quello del ragazzo. Posò di nuovo le labbra sul collo del più piccolo, mentre con una mano strinse il membro insoddisfatto. Accarezzò ogni lembo di pelle del ragazzo, sfregando le dita ruvide sul sesso ormai turgido.Continuò così per un po' di tempo, fino a quando un sospiro più sonoro lasciò le labbra di Jimin, e mosse leggermente i fianchi contro quelli di Yoongi. Era una tacita richiesta la sua, che diede il permesso al maggiore di iniziare a muoversi, entrando e uscendo dal corpo del minore, così caldo e stretto da essere asfissiante.
«Yoongi» sospirò, Jimin, inarcando la schiena, formando un arco perfetto. Yoongi,al suono languido e acuto di Jimin, perse letteralmente la ragione. Prese le gambe muscolose del ragazzo, e -ringraziando ancora e ancora i tanti anni di danza che l'altro aveva fatto- se le portò sulle spalle, iniziando a muovere freneticamente il bacino, con stoccate veloci e scoordinate che fecero impazzire dal piacere Jimin. La gola dolorante a causa delle urla, la vista completamente appannata, il corpo rigido per il piacere incombente, Jimin era un fascio di nervi pronto a scattare al minimo movimento. E quando Yoongi si mosse in modo differente, accadde. Fu pervaso da scosse di piacere che lo lasciarono stordito, mentre il proprio seme andava a sporcare il suo addome e quello di Yoongi.
Yoongi, d'altra parte non era messo meglio. Il corpo lucido di sudore, i muscoli contratti, era sempre più vicino alla discesa verso il piacere. E quando Jimin venne, contraendo i muscoli che stringevano in una morsa mortale il proprio sesso, raggiunse il culmine. I muscoli si contrassero ulteriormente,mentre un calore all'altezza dello stomaco si espandeva velocemente. E poi,rilasciò il suo seme nel preservativo, godendosi la scia di piacere che portava con sé l'orgasmo.
Erano lì, entrambi ansanti, sudati, ma decisamente appagati. Nessuno seppe quanto tempo passò prima che Yoongi si sfilasse da Jimin, minuti, forse ore,erano entrambi persi in un mondo tutto loro fatto di sorrisi, baci a fior di labbra e leggere carezze. Il primo a riprendere parte delle forze fu Yoongi,che dopo aver buttato il condom nella pattumiera, si diresse verso il corpo straziato e provato di Jimin, il quale lo guardava con un sorriso sereno sul volto. Lo prese in braccio, in un moto di dolcezza struggente, e lo fece accomodare sul letto, coprendolo successivamente. Quando anche egli fu steso comodamente nel suo letto ad una piazza e mezza, racchiuse il corpo dell'altro tra le sue braccia, coccolandolo leggermente.
«Mh, le coccole post-sesso» mugugnò felicemente Jimin, strofinando il naso sul petto bianco e glabro del ragazzo. Yoongi sorrise di fronte a tanta tenerezza,e passò leggere le mani tra i suoi capelli sconvolti. «Se non ricordo male, le adori» sussurrò, cercando di non alterare la quiete che era sopraggiunta.«Ricordi bene, così come ricordi decisamente troppe cose sulle mie zone erogene. Nessuno saprebbe toccare il mio corpo meglio di te» e con quella che alle orecchio di Yoongi sembrava una vera e propria confessione, Jimin chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal respiro e dal battito del cuore di Yoongi.

Quando Jimin aprì gli occhi era ormai giorno. Si stiracchiò come un gatto pigro, notando che durante la notte la posizione non era cambiata. Si trovava ancora sul petto di Yoongi, una mano piccola e paffuta poggiata all'altezza del cuore, e la testa posata sulla spalla. Si concesse il privilegio di annusare il profumo di Yoongi, adorando l'odore che portava addosso. Aveva sempre amato l'odore di Yoongi, ma quello che aveva subito dopo aver fatto sesso, era meraviglioso. Il suo profumo dolce andava a mischiarsi con quello più mascolino di Yoongi, creando un'armonia perfetta. Guardò il viso rilassato di Yoongi, prestando particolare attenzione alle labbra sottili e screpolate. Poi, all'improvviso una frase gli balenò in mente, portandolo a sorridere maliziosamente e con uno sguardo da bambino birichino. Facendo ben attenzione a non svegliare Yoongi -che comunque non si sarebbe svegliato neanche se fuori fosse scoppiata una bomba- si addentrò sotto la coperta pesante che copriva i due corpi.

Nudi.

Continuò la sua discesa, trattenendosi dal baciare il ventre piatto,focalizzandosi su qualcosa più a sud. Quando fu all'altezza del membro semi eretto di Yoongi, si leccò involontariamente le labbra. Prese il sesso tra le mani, iniziando a stimolarlo per farlo arrivare all'erezione vera e propria. Yoongi, ancora mezzo addormentato, mugolò di piacere, facendo sorridere soddisfatto Park. Solo quando fu sufficientemente soddisfatto del suo lavoro manuale, decise di osare di più. Era deciso a regalare un buongiorno con i fiocchi a Yoongi. Portò le labbra sulla punta, baciandola dolcemente. Continuò a vezzeggiarla per un po' di tempo, fino a quando la luce che inondava la stanza non lo invase.Davanti a lui vi era un Yoongi assonnato e decisamente confuso. Solo quando Jimin schiuse le labbra e inglobò la punta del suo membro, parve svegliarsi completamente. Gli occhi che lo guardavano maliziosamente, i pungi ancora stretti sull'erezione, e la lingua a leccare come se al posto del suo membro ci fosse stato un gustoso gelato. Da tanto, troppo tempo immaginava quelle labbra rosse come ciliegie e gonfie come frutti maturi strette intorno al suo sesso,ma mai avrebbe immaginato di essere ad un passo dal paradiso. Sì, decisamente,avere Park Jimin stretto al suo membro, a succhiare, mordere e leccare era l'esperienza premorte più belle che potesse mai immaginare. E avrebbe augurato a tutti di poter ricevere una tale delizia, ma la sua gelosia, la sua possessività, lo avrebbero spinto a commettere un omicidio. Quelle labbra erano illegali. Si distrasse solo quando sentì il suono del cellulare squillare,insistentemente. Volse lo sguardo verso l'apparecchio posto sul comodino, e conun gesto scocciato e leggermente arrabbiato lo prese per poi rispondere.

«Pront-»
«Dimmi che quella testa di cazzo è con te!» la voce preoccupata e incazzata di Jungkook inondò il suo orecchio, ma neanche il tempo di recepire il messaggio che Jimin riprese a succhiare, più forte. Strinse l'apparecchio nella mano,trattenendosi dal gemere rumorosamente.
«S-sì, è qui..» sospirò, a metà tra un ringhio e un gemito. Jimin lasciò il membro solo un instante, producendo un inconfondibile "pop" che fece imbarazzare Yoongi.
«Yoongi sicuro di stare ben- oh, ho capito. Beh, sono felice che vi siate chiariti. Addio!» e chiuse la comunicazione senza neanche dargli il tempo di rispondere. Jimin era nuovamente tra le sue gambe, a succhiargli via anche l'anima. Un turbinio di piacere, la testa completamente andata, il capo a ciondolare e le labbra schiuse alla ricerca di ossigeno. Quando era ormai vicino al limite, strinse i capelli rosa del ragazzo tra le mani, avvisandolo di lasciarlo andare. Ma Jimin, capriccioso e testardo come un bambino, non gli diede retta, e succhiò, leccò e masturbò il membro dell'altro, fin quando questo non si riversò nella sua bocca.
Parte del seme gli scese sulle labbra, e prima che potesse scendere sul collo, Yoongi ribaltò le posizioni, ritrovandosi nuovamente tra le gambe dell'altro. Jimin lo guardava con un sorriso biricchino, come un bambino conscio di aver fatto una marachella.
«Buongiorno» disse, con il tono più innocente del mondo, peccato che Park Jimin non avesse nulla di innocente.
«Dio, tu mi farai morire prima o poi» e gli baciò quelle labbra peccaminose.Quando si staccarono, entrambi ansanti, Jimin portò una mano sul volto di Min Yoongi, e lo accarezzò leggermente.
«Ti amo, hyung, e non ho intenzione di lasciarti andare via»
«Anche io ti amo, Jiminie»
«Credo che dovremmo ringraziare Jungkook» propose Jimin.
«Mai, non ringrazierò mai quel coniglio» si impuntò Yoongi, ancora arrabbiatocon il ragazzo.
«Scommettiamo che riuscirò a convincerti?» sussurrò languido Jimin, baciandolo nuovamente. Sì, Park Jimin era decisamente un bambino, ma Min Yoongi lo avrebbe viziato molto volentieri

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