Distruzione. Morte. Morte tua, vita mia.
L'uomo vuole il potere. Vuole comandare, decidere, dominare. Bisogna esserne capaci però! Gli imbecilli non dovrebbero comandare, ma alcuni lo pretendono e lo fanno pure! Ecco perché, forse, qualcuno vorrebbe che tornassero in vita alcuni "Grandi" della Storia.
L'uomo inventa di tutto per poter dominare, senza capire invece, che sta distruggendo il mondo. Bombe, missili, aerei fantasma, ormai non mi sbalordisce più nulla; sono sicuro che tra non molto, vedremo dei soldati robotizzati, che risponderanno a comandi ben definiti. Comandi che arriveranno da un terminale sul quale, tramite una tastiera, un uomo in carne e ossa si divertirà a schiacciare i pulsanti e a fare la guerra; altro che soldatini di plastica mossi da manine esperte!
Vedremo anche macchine che faranno la spesa? Macchine che ci prepareranno da mangiare? Che ci costruiranno case, alberghi e via dicendo? Che cosa farà l'uomo nel frattempo? Probabilmente, si impegnerà a migliorare i suoi progetti tecnologici, oltre che a far fare la guerra alle macchine!
La vita è una guerra; ma le guerre, soprattutto quelle del passato, hanno dato vita a infinite storie; ai grandi imperi; a nuove nazioni. Il mondo purtroppo ha perso una gran parte di esso, ma la cultura umana, proprio grazie alle guerre, si è evoluta. I popoli si sono amalgamati, mischiando usanze e tradizioni, dando così inizio a nuove razze miste e, di conseguenza, a nuove famiglie. (R. D.)
Mia nonna Dorina nacque nel 1901 a Budapest, in Ungheria. A scuola avrei imparato che in quel periodo l'impero Austro-Ungarico era il secondo territorio per ordine d'estensione dopo l'impero Russo. La sua Capitale era Vienna che all'epoca, era la terza città più grande in tutta l'Europa. Austria e Ungheria avevano Costituzioni e Ministeri separati (per l'Ungheria la capitale era Budapest) e trattandosi di un impero multietnico, era continuamente bersagliato da atti di ribellione dei gruppi di cui era composto. Nonostante questo, L'Austria - Ungheria riuscì a crescere economicamente e diede il via a molte riforme liberali. Fu così che, nel 1914, facilitato dalle leggi e da una rapida economia, il padre di mia nonna si trasferì con tutta la famiglia a Fiume (Rijeka) e aprì un ristorante vicino al porto.
Dorina, ancora giovincella, andava a scuola il mattino e la sera aiutava la famiglia nel ristorante. Di solito lavava i piatti, ma era sempre attratta dai segreti della cucina. Ogni tanto cucinava insieme ai suoi genitori e di nascosto guardava che faccia facevano i clienti per vedere se il cibo fosse di loro gradimento. Qualche volta, suo malgrado, le toccava servire in sala e anche se un po' vergognosa, se la cavava benino.
Nel 1924 quando la città di Fiume fu annessa all'Italia con il Trattato di Roma, Dorina aveva ventitré anni. Era carina, giovane; non fece fatica ad attirare le attenzioni dei soldati italiani che andavano a mangiare al ristorante. Tra quei soldati c'era Gabriele, un Colonnello dei Bersaglieri del Reggimento Italiano. Comandava l'isola di Pago, una striscia di terra lunga circa 60 km e larga appena da 2 a 10 km, ma con un notevole sviluppo costiero, situata sul lato nord – orientale della Croazia.
Una sera Dorina, mentre serviva in sala, sentì i discorsi dei soldati seduti ai tavoli: dicevano che all'isola avevano scoperto una fossa comune nella quale avevano trovato circa 800 cadaveri di serbi, ebrei e comunisti trucidati dagli Ustascia, un gruppo etnico croato, tra i quali circa 300 donne e 90 bambini. Rimase turbata sentendo quella notizia e non esitò a chiedere a Gabriele se ce ne potessero essere altre nei dintorni, di quelle fosse comuni. Il Colonnello si scusò per aver parlato a voce troppo alta e capì di aver alterato la serenità di quella ragazza. Le disse che, se non fosse stato troppo indiscreto e se i suoi genitori l'avessero permesso, l'avrebbe volentieri accompagnata un giorno, in giro per le colline di Fiume, per farle vedere quanti alberi da frutta c'erano e quante caprette scorrazzavano tranquille a brucare l'erba. Nacque così un primo approccio che a distanza di poco tempo si trasformò in amore. Gabriele diventò mio nonno!
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Una vita da inventare
Tiểu Thuyết ChungTratto da tante storie vere. In questo romanzo ho creato un personaggio unico (che definisco: "io") mettendo insieme le vicende di alcune persone che non hanno mai avuto occasione di incontrarsi tra loro. I personaggi e gli eventi di questo raccont...