1. Ma tu sei...

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Driin!

Ecco la tanto odiata sveglia.
Ore 6:30.
Mi alzai dal letto strisciando le mani per terra e mi diressi dapprima in bagno.
Sarei dovuta prepararmi ed afferrare le valigie,per poi recarmi alla stazione centrale di Napoli.

Era un semplice venerdì mattina di fine giugno e sarei andata a Roma per trascorrere un week-end,ma soprattutto per incontrare mia cugina Elena.
Lei era il mio punto di riferimento.
Aveva 18 anni,uno in più di me,ma sembrava molto più piccola di quanto fosse.
Bassina,magrolina,occhi verdi e carnagione chiara. Chiunque le avrebbe dato circa 15 anni.
Lei era l'unica con cui riuscivo a confidarmi,esprimere le paure e rivelarle i miei segreti.

Scesi al piano di sotto della grande villa che i miei genitori avevano costruito,con tanto di giardino e piscina. Non badavano a spese,ma non erano i soldi che contavano per me.
Lalla,l'anziana cameriera,mi salutò con un sorriso e ricambiai. Mi ero molto affezionata a lei,mi aveva praticamente visto nascere.
Mi diressi in cucina e mangiai poche di quelle cose che Lalla appunto aveva messo per me.
Papà era fuori per lavoro,mentre la mamma non era mai più tornata.
Poco più di un anno fa,prima di andare a lavoro,salutò me e mia sorella Sarah di 8 anni mentre ancora eravamo nel letto a dormire,e uscì di casa.
Sotto l'ora di pranzo arrivò una chiamata.
Io che non avevo mai risposto al telefono,mi venne stranamente la voglia di alzarmi e di alzare la cornetta del telefono. Era la sua assistente.

"Signorina,stamani sua madre ha avuto un incidente. Mi dispiace ma non ce l'ha fatta."

Quelle parole continuavano a rimbombarmi nella testa e le gambe smisero di darmi un sostegno stabile.
Papà corse verso di me non appena mi vide al pavimento.
Prese il telefono e dopo alcuni secondi gli cadde.
Mai prima d'ora avevo visto mio padre piangere,e mai prima d'ora m'aveva abbracciato così forte.
Mi aveva lasciato ed io non le avevo ancora detto 'Ti voglio bene'.
Fu tutto molto,troppo difficile da sopportare.
Non riuscivo a credere che mamma non c'era più.
Non ci eravamo mai capite,non avevamo un gran rapporto,a volte mi aveva detto cose bruttissime,ma io le volevo un gran bene. Era pur sempre mia mamma.
Da quel giorno la casa sembrò ancora più grande e vuota,iniziai ad isolarmi a scuola.
Gli unici per me erano Electra e Nicolas.
Su di loro potevo contare.

Risalì dinuovo la grande scalinata in marmo e presi la valigia con lo zaino e le mie inseparabili cuffiette.
Antonio il maggiordomo mi accompagnò alla macchina.
Pochi minuti dopo ci ritrovammo fuori la stazione.
Salutai Antonio con la mano,ed appena entrata in stazione,fui avvertita che il mio treno sarebbe partito a breve.
Mi avvicinai a passo svelto al piccolo chiosco per comprare la mia solita rivista che mi avrebbe fatto da compagnia durante il viaggio.

Il treno sarebbe partito tra pochi minuti.
Iniziai a correre facendo lo slalom tra le persone.
Aumentai ancora di più la velocità e...baam! Come mio solito mi scontrai con qualcuno.
Le valigie caddero,io caddi.
Chiesi frettolosamente scusa mentre raccoglievo le mie cose.
Mi rimisi in piedi.
Aspetta ma io conosco questo viso...

"Ma tu sei...sei Saul Nanni!"

La fortuna era dalla mia parte stamattina.
Mi guardò e mi sorrise.

"Ciao..."
"O-oddio...posso chiederti una foto?"
"Certo!" esclamò sorridendo.
"Grazie..."

Rimasi lì a fissarlo per un pò di secondi,poi ritornai sulla terra.

"Scusami devo...devo andare. Grazie per la foto..."
"Di nulla. Anche io devo scappare,ciao!"

Saul andò via.
Anche se giovane,era uno dei miei attori preferiti e soprattutto era bellissimo.
Insomma,biondo,occhi azzurri,alto,un bel sorriso.
Sono tutte cose che non si dimenticano,soprattutto se poi questa persona è un attore.
Mi era sempre piaciuto il suo modo di interpretare i ruoli ed immedesimarsi in un personaggio.

Guardai l'orologio.
Mi restavano solo 2 minuti ed io ero ancora lontanissima dalla mia carrozza.
Iniziai dinuovo a correre,ma stavolta facendo più attenzione e salì appena in tempo,prima che le porte si chiudessero.
Iniziai ad incamminarmi verso il mio posto ed una volta arrivata rimasi dinuovo senza parole.
C'era Saul accanto a me.
Ci guardammo per un pò.

"Ma tu...sei la ragazza che mi ha buttato le valigie a terra?" mi chiese.
"S-si... Mi dispiace,non volevo..."
"Tranquilla. Dai siediti,Non vorrai farti tutto il viaggi in piedi?"

Oh era pure simpatico!

"Ahah no..."
"Come ti chiami?"
"Chanel."
"Chanel,come il profumo!"
"Si,proprio quello."

Annuì.

"Bel nome."

Mise le cuffie e iniziò ad ascoltare musica.
Feci lo stesso.
La giornata iniziò col piede giusto.
Se fosse stata una bella giornata,l'avrei ricordata di sicuro.
Quella l'avrei sicuramente ricordata.

Un Attore Per Fidanzato •SAUL NANNI•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora