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Due giorni dopo| •Fabrizio POV•
Aspetto con impazienza Ermal all'entrata degli studi, ancora deserti ma di cui ho la chiave d'accesso, stringendo un sacchetto con due croissant.
Ho pensato che gli avrebbe fatto piacere mangiare qualcosa insieme durante il lavoro.
Già, perchè questi giorni non ho pensato ad altro se non le sue labbra ed il suo corpo schiacciato al mio.
Ed ora dopo un attesa che mi è sembrata infinita posso rivederlo ancora.
È in ritardo di 10 minuti... come mai? Non è mai in ritardo... Forse non vuole più vedermi... magari ha avuto un incidente... Ermal dove sei?!?
Cammino avanti e indietro agitato quando una voce mi coglie alla sprovvista facendomi fare un salto:
<se continui così, consumi il marciapiede>
<Ermal! Cosa ci fai lì?> indico un punto poco lontano da dove sono io, sullo stesso marciapiede.
<è da dieci minuti che ti fisso... ti vedo un po' agitato> prosegue con una mezza risata.
<pensavo non venissi più> esclamo io di rimando.
Vedo il riccio avvicinarsi a me per poi stringermi fra le sue braccia magre.
Ricambio l'abbraccio emettendo un sospiro di sollievo .
Entriamo in studio ed Ermal improvvisamente si fa serio:
<Senti Fabrizio... l'altra sera non ragionavo con la testa e ho fatto cose che non avrei dovuto fare e scommetto che anche tu hai detto e fatto cose che non avresti voluto fare... perciò siamo amici come prima... giusto per chiarire>
NO. Io lo voglio. Voglio Ermal, voglio le sue labbra sulle mie, i suoi fianchi sui miei, voglio ogni parte del suo corpo.
L'altra sera mi stava per baciare e ora se ne esce con "amici come prima" ?!
Vaffanculo. Sarà mio.
<si tranquillo>
Tranquillo... mi sono solo innamorato di te ANCORA, e tu mi hai dato dell'amico.
Non può vedermi come un amico... si sente l'odore dei miei ormoni impazziti a miglia di distanza.
<sai una cosa Ermal... in realtà non è okay. Io ogni volta che ti vedo vorrei fare questo...> mi avvicino di scatto a lui e gli do un bacio a stampo breve e delicato.
<però ora che ci penso ti farei altre mille cose> proseguo io leccandomi le labbra per poi posargli baci delicati sulla mascella ed arrivare alle labbra, dove stavolta mi fermo e socchiudo le mie sperando che Ermal ricambi il bacio.
L'albanese inizialmente non si muove ma qualche secondo dopo mi concede l'iaccesso.
Le nostre lingue iniziano a danzare in un bacio passionale e pieno di sentimenti che si incastrano fra di loro alla perfezione.
Un brivido di piacere percorre la mia schiena e poso le mani sui fianchi del ragazzo.
Quando nessuno dei due ha più fiato ci scolliamo separandoci di un metro.
<Ora, caro Ermal, se questo bacio non ti ha provocato reazioni, se non quella di disgusto, siamo solo amici, sennò il tuo "amici come prima" va a farsi fotter->
Non finisco la frase che mi prende per i fianchi e mi ruota di 180 gradi.
La mia schiena è incollata ai suoi pettorali e sento il rigonfiamento sui suoi jeans premere sul mio sedere.
Appoggia le labbra sul mio collo, per poi succhiare, lasciandomi un livido viola sulla pelle tatuata.
<Cazzo... meno male che siamo solo amici>
<stai zitto moro> mi preme ancora di più a se e sento il suo membro tirarsi quanto il mio.
Sentiamo i passi di Andrea nel corridoio affianco alla stanza dove ci troviamo, quindi Ermal si stacca immediatamente da me, mentre io mi allontano ma non prima di avergli carezzato un fianco e aver quasi raggiunto con la mano il rigonfiamento, facendolo inspirare in modo anormalmente intenso.
<ciao ragazzi! Pronti per iniziare?>
Andrea entra nella stanza dove ormai ci siamo divisi e sistemati, io con la chitarra e lui sul piano.
<Certo> rispondiamo noi all'unisono.

La giornata di prove trascorre di norma ed io mi sento pronto per partecipare a Sanremo e fare i culi a tutti.
In 5 giorni è già tutto incredibilmente perfetto.
Dopodomani si parte per la Liguria e sono super gasato.
Anche Ermal a quanto pare, visto che appena finite le prove inizia a saltellare ovunque come un bambino a Natale.
<Piccè, te fermi n'attimo? Se continui a saltà nun te posso vedè bene>
<scusa Bi'... sto troppo agitato>
<se sa... 'nnamo a Sanremo!>
<aaaaaa> corre verso di me e mi abbraccia.
<Mi raccomando piccè.. non spifferiamo la nostra relazione in giro... cerchiamo di mascherarci okay?>
<chi ti dice che abbiamo una relazione?-esordisce il riccio per poi continuare- e anche se fosse, ti vergogni di me?>
<Ermal non mi vergognerei mai... semplicemente non voglio far influenzare le nostre carriere da cose che riguardano la nostra vita privata>
<Scherzo Mobrici...Lo so che hai ragione. Ti amo da morire. Non lasciarmi stavolta>
Lo bacio sul collo:
<Ermal non ti lascio più>
Mi risponde baciandomi il collo e facendo cenno di sì con la testa.
Lo amo da impazzire... se lo guardo negli occhi mi ricordo di come molti anni fa potessi vederlo appisolarsi fra le mie braccia e, durante i suoi primi minuti di sonno, baciargli delicatamente la testa sussurrandogli parole dolci.
Come vorrei dormire con lui.
Poi ricordo un dettaglio che ignoravo fino a pochi secondi fa:
La stanza a Sanremo è una matrimoniale ma con un divano, e proprio per la presenza di questo avevo accettato a tenere quella. Tanto "dormirò sicuramene sul divano" SICURAMENTE.
<Ermal... la stanza a Sanremo è una matrimoniale.. ma c'è un divano tranquillo>
<Ah okay, io dormo sul divano allora> risponde lui sereno, non percependo la mia voglia di renderlo finalmente mio.
<ok perfetto> rispondo allora con egual tono.
<Ciao, ci vediamo tra pochi giorni> mi saluta Ermal con un abbraccio per poi avvicinarsi alla porta.
<Ermal vieni qui subito... almeno un saluto decente me lo fai, che devo sta du giorni senza di te>
Il riccio si avvicina di nuovo e mi afferra saldamente il bacino.
Mi bacia con una intensità da togliermi il fiato.
Una volta staccati gli sussurro:
<heeee... ci vediamo fra poco>
Gli pizzico la guancia e lo lascio uscire calmo dagli studi.
Sistemo le mie cose, quando una voce mi fa sobbalzare:
<Ma quanta voglia hai di scopartelo?> vedo Andrea guardarmi divertito.
<ma chi?> faccio l'indifferente.
<Fabrizio, fai il bambino serio. Stamattina al bar non avevi un succhiotto sulla spalla che chissà come mai, è apparso proprio dopo 20 minuti in studio da soli tu ed Ermal.. CHISSÀ.>
L'imbarazzo mi invade a palate.
<Tranquillo... anche io lo sono>
Anche lui è cosa?
<cosa sei?>
<Gay>
ANDREA È GAY?! Okay mi cade un mondo addosso, ma non mi faccio troppe domande.
<A uno così l'avrei già sbattuto qui, immediatamente> esclama poi divertito.
<vedi di stargli lontano> il mio tono si incupisce e si riempie di gelosia profonda.
<Calmati Moro...>
<No Andrea. Lui è mio, chiaro? No anzi non è mio, okay noi due siamo un vero e proprio "NOI" , e tu non me lo tocchi- capisco di essermela presa un po' troppo così cerco di buttarla sul ridere-e dopo sta scenata mi merito una punizione > lascio uscire una leggera risatina.
<ok ok, calmati bro> ride anche lui.
<scusa André... non so che mi sia preso.. sul serio.>
Gia.. un fuoco mi ha invaso letteralmente il corpo.
Gelosia da tutti i pori e tanto amore.
Lascio la stanza prima di fare danni e torno in albergo, dove mi sdraio sul letto, sfogliando riviste piene di case in vendita, per poi appisolarmi.

Mi risveglio con un suono che mi ruba un battito cardiaco, facendomi insultare santi a caso, per sfogare la profonda irritazione provocata da esso.

The kissing booth|metamoro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora