3* Capitolo

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Jacopo- uno alla fragola e uno al cioccolato, grazie.
Ale- ma non mi hai chiesto che gusto voglio.
Metto su un broncio capace di intenerire anche il Grinch, pur sapendo che ha completamente azzeccato il gusto che preferisco, nonostante è da almeno 10 anni che non prendiamo un gelato insieme. Se non virtualmente, ovvio.
Jacopo- oh, Ale, davvero?! Davvero credi che io non ricordi che la fragola è il tuo gusto preferito?! Si è vero, è da dice anni che non usciamo insieme, ma me lo sono sempre ricordato. Non mi freghi non mi fai sentire in colpa.
Jacopo si mette a ridere e dopo alcuni secondi spinta dalla sua meravigliosa risata, l'ilarità frega anche me.
Dopo aver preso i coni Jacopo mi propone di fermarci ad un parco nei dintorni della gelateria. Io, ovviamente accetto, adoro passeggiare all'aria fresca, e Jacopo sembra ricordarsi anche questo.
Arriviamo e dopo una camminata di 10 minuti ci sediamo in una panchina a parlare.
Jacopo- Ale posso chiederti un favore?
Ale- Ovvio, dimmi.
Jacopo- senti, mi sono iscritto nella tua stessa scuola no?!
Ale- si. Allora?!
Jacopo- la mia sveglia si è rotta e siccome so che tu sei molto puntuale vorrei chiederti se domani potresti svegliarmi tu.
Ale- si Jacopo, certo.
Jacopo- grazie. Ti giuro mi hai salvato.
Ale- ah non esagerare.
Jacopo- Ale, vieni, voglio farti una sorpresa.
Con gli occhi che brillano annuisco e, raggiungendo la macchina, Jacopo parte verso la sua meta.
Ale- Cilio, dove mi stai portando? Stai pianificando la mia morte? No perché, se me lo dici ora io mi butto subito dalla macchina e scappo.
Jacopo ride.
Jacopo- no, Ale, niente di tutto ciò.
Dopo un quarto d'ora dice che siamo arrivati e che devo chiudere gli occhi, scendiamo e, sperando che Jacopo non mi faccia cadere, arriviamo a destinazione.
Jacopo- Vai puoi aprire gli occhi.
Apro gli occhi e lo spettacolo che mi si presenta davanti mi fa emozionare. Jacopo mi ha portato a vedere il tramonto, da una collina davvero alta. Oltre il tramonto, la città mi si presenta sotto agli occhi maestosamente. Uno spettacolo emozionante. Da qua riesco a scorgere anche il duomo di Milano.
Ale- Grazie... Sono- sono senza parole...
Jacopo- di niente.
Lo abbraccio e dopo aver parlato per una buona mezz'ora, torniamo in macchina pronti per recarci a casa.
Ale- Allora... Perché, sei tornato?
Jacopo- Mio padre ha trovato lavoro qui.
Ale- e tua madre?
Jacopo- Mia... Mia mamma è... È rimasta la, si si, è rimasta la, perché lì lavorava. Perciò...
Ale- oh... O-ok...
Jacopo- ciao Ale, a domani.
Ale- Notte Jacopo.
Torno a casa e dopo aver cenato con qualcosa che era nel forno, già pronto per me, vado a letto, preparandomi per cadere nella braccia di Morfeo, il quale mi avvolge e mi tiene stretta a se soltanto dopo una buona mezz'ora.
*Pov's Jacopo*
Non riesco a dormire... Non so come io abbia potuto mentire ad Alessia... D'altro canto, se sapesse la verità... Sarebbe distrutta, teneva così tanto a mia madre... Continuo a distruggermi con i miei stessi pensieri fino a quando così, dal nulla, Morfeo mi tira verso un sonno profondo, da cui credo non mi risveglierò fino a domani mattina...
*Il Giorno Seguente*
*Pov's Alessia*
MA- Alessia, oggi hai o no, l'intenzione di alzarti e correre a scuola?!
Borbotto qualcosa, ancora completamente assonnata.
MA- ripeti, senno non capisco una ceppa.
Ale-mamma, manca meno di una settimana alla fine della scuola. Perché non posso rimanere a casa.
MA- perché, ancora, la scuola non è finita, e poi, tira su il morale, oggi ci sarà anche Jacopo.
Mi alzo di scatto, ricordando che Jacopo mi aveva chiesto di svegliarlo.
Ale- hai ragione, vado a vestirmi.
Vado in bagno, mi faccio una doccia e mi vesto con un completo che mi sono portata dietro, top bianco Adidas, pantalone tuta nero Adidas, molto leggero e un paio di ballerine nere e bianche. E corro a svegliare Jacopo. Tutto in una ventina di minuti. Che velocità.
Una volta arrivata a casa di Jacopo, busso alla porta e viene ad aprirmi suo padre, Patrick.
Ale- Ciao Patrick.
PAJ(Papà Jacopo)-Ciao Ale, da quanto tempo. Come va?
Ale- Bene Patrick. Suo figlio.
Patrick- di sopra che dorme.
Ale- ok, vado a svegliarlo.
Patrick- si. Io vado a lavoro. Ciao.
Ale- Ciao.
Salgo di sopra e vado nella camera di Jacopo. Entro e lo vedo dormire beatamente. Decio di stuzzicarlo un pochino... Non gli farà male, non di certo. Mi siedo nel letto e, accarezzandogli il petto sensualmente, lo bacio dal collo, scendendo lentamente fino ad arrivare all'elastico dei suoi pantaloni. Intanto Jacopo si è svegliato ed ha iniziato a gemere a causa dei miei lenti e sensuali baci sul suo petto nudo.
All'improvviso mi fermo e mi alzo quando vedo un'erezione che si iniziava a formare dentro i suoi pantaloni.
Ale- Su Jacopo, alzati, dobbiamo andare a scuola.
Inizio a ridere quando vedo l'espressione sbalordita sul suo viso.
Jacopo- Potevi almeno finire il lavoro no?
Do una botta sulla spalla di Jacopo e lo invito ad alzarsi per andare a scuola. Emh no, non è successo questo... In realtà gli ho solamente buttato una secchiata d'acqua in piena faccia ma vabbè.
Jacopo- stronza...
Gli faccio la linguaccia e scendo di sotto mentre lo aspetto
Appena Jacopo ha finito, insieme andiamo verso la sua macchina e ci rechiamo a scuola per affrontare un nuovo giorno di inferno.

Per Una Maledetta Festa #WATTYS2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora