"L'istruzione è una cosa importante. La scuola prepara i giovani al mondo del lavoro. Senza titolo di studio non si va da nessuna parte."
D'accordo, va bene... O meglio... può darsi. Ma cosa studiare? Non si può mica studiare tutto! Dopo la terza media, all'età di quattordici/quindici anni, ti trovi a dover decidere quale scuola frequentare, cosa studiare, quale indirizzo percorrere per imparare, per prepararti al mondo del lavoro. Come tutti, del resto. Già, come tutti. Infatti, si vede... Si vede quante persone colte e preparate esistono; il mondo del lavoro è pieno di menti eccelse... Proprio grazie alla scuola... Che sciocchezza!
Piuttosto è meglio dire che studiare è fondamentale, ti apre la mente mettendoti in condizione di capire molte cose... Anche solo per sapere... Semplicemente per sapere. Non di certo perché ti prepara al mondo del lavoro!
Il mondo del lavoro è diventato, ma forse lo è sempre stato, una giungla piena d'insidie, trappole e falsità! Sarebbe meglio frequentare una scuola dove insegnano l'ipocrisia. Sì, questo sì... Se esistesse un diploma in "Ipocrisia", saremmo tutti bravissimi e pieni di capacità incredibili per fare proprio un'ottima carriera... Sarebbe la cosa migliore: Diploma in Ipocrisia! Poi, siccome essere ipocriti non è sufficiente, aggiungerei una bella Laurea in Cattiveria e Sadismo! Ah... e perché no? Anche un bel Master in Furbizia. Perfetto, così sì... Perfetto!
R.D.
Quando poggiai i piedi sulla banchina, affianco al treno proveniente da Roma, nella grigia e affollata Stazione Centrale di Milano, trovai i miei cari nuovi genitori sorridenti, ad attendermi. Che onore! Che spettacolo inaspettato vedere mio padre a braccia aperte, tutto contento e vestito dalla festa che mi veniva incontro. Mi abbracciò come se non mi avesse visto da un anno, prese lui il bagaglio e mi accompagnò da Maria... Sembrava quasi volesse presentarmela...
"Guarda che la conosco già."
Mi venne voglia di dirlo...
Maria mi sorrise e mi baciò.
«Fatto buon viaggio?»
Mi chiese.
«Sì, grazie.»
Risposi freddamente. Ero ancora pensieroso, non avevo fatto altro che ragionare sul tema della scuola durante il viaggio e forse, mi ero anche addormentato, ma senza nemmeno accorgermene.
Mio padre si avviò verso l'uscita della stazione e noi lo seguimmo in mezzo a un sacco di gente pronta a partire per le vacanze. Era appena cominciato il mese di Agosto e Milano era colma di persone... Sì, ma solo nelle stazioni, negli aeroporti e vicino ai caselli delle Autostrade! La città invece era vuota, completamente vuota. Il mondo del lavoro era in ferie. Arrivammo a casa in tempo zero, strade praticamente deserte... Durante il tragitto non accennai nulla della scuola, ovviamente. Parlai solo di mia zia, della nonna e di Roma. Loro non fecero in tempo a dirmi niente di Vienna, arrivammo a casa troppo presto.
Durante la cena, mio padre cominciò a inviare i primi impulsi per me ossessivi:
«Domani parleremo un po' del futuro...»
E poi...
«Dovranno cambiare un po' di cose...»
"Quali?" Mi chiesi...
«Ora è un po' presto per parlare di certi argomenti...»
"Eccoci..."
«Però è meglio non far passare molto tempo...»
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Una vita da inventare
General FictionTratto da tante storie vere. In questo romanzo ho creato un personaggio unico (che definisco: "io") mettendo insieme le vicende di alcune persone che non hanno mai avuto occasione di incontrarsi tra loro. I personaggi e gli eventi di questo raccont...