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Mi sveglia presa dalla felicità per sta sera. Solita cosa per prepararmi. Arrivai a scuola e Joy non mi diede neanche il tempo si salutarla che iniziò a saltare. Come fa ad essere così attiva fin dalla mattina.
Per una volta le lezioni passarono velocemente. Arrivai a casa alle cinque dato che Joy ha voluto prendere un vestito per la festa. Io invece presi il mio vestito nero attillato con le maniche in pizzo e il colletto bianco, di scarpe misi un tacco nero aperto. Scesi le scale e vidi mio padre. Cazzo.
-Dove vai così vestita?- mi disse alzandosi dalla sedia.
-Ad una festa- dissi uscendo da casa. Non potevo andare ad una festa vestita da barbona. La festa non era lontano, così ci andai ascoltando la musica. Anche con la musica riuscì a sentire quella della festa. Ero arrivata.
Wow, i ragazzi erano davvero belli.
-Ehi Saaara- mi disse Joy. Deve essere già ubriaca.
-Ciao Joy- dissi ridendo.
Ad un certo punto un ragazzo si avvicino a lei abbracciandola da dietro.
-S-Sara luii è T-tae- disse barcollando. Spalancai gli occhi. Era davvero figo. Aveva una bandana nei capelli tirati indietro, un giubbotto che ricopriva la canottiera e dei pantaloni larghi. Poi si allontanarono per andare a ballare, li seguì perché non potevo stare in disparte ad una festa. Ballai per tutto il tempo, quando arrivarono sei ragazzi che salutarono Tae e guardavano prima Joy e poi me. Questa festa iniziò a piacermi. Avevo iniziato a bere un po' troppo così decisi di sedermi fuori a prendere un po' d'aria.
-Tieni- mi disse una voce abbastanza sexy.
Mi giarai e vidi l'amico di Tae. Mi passò la sua giacca.
-Fa freddo- mi disse rimanendo davanti a me.
La misi e aveva davvero un buon profumo.
-Andiamo a fare una passeggiata che ne dici- mi disse porgendomi il braccio per non farmi cadere.
Arrivammo fuori dal cancello e arrivammo nel parco.
-Sei davvero gentile, come ti chiami- gli chiesi riprendendomi.
-Park Jimin- mi disse guardandomi
-Wow sei davvero figo- gli dissi. Ero ancora ubriaca e non mi rendevo conto di quello che stavo dicendo.
Lui mi guardò e divenne rosso.
-Forse sarebbe ora di riportarti a casa- mi disse guardando l'ora.
-Perché che ore sono?- chiesi alzandomi.
-Le tre passate- disse mettendomi un braccio sui fianchi per non farmi cadere.
Arrivai davanti a casa e lo salutai.
Ero sfinita così mi addormentai ancora vestita.

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