Capitolo 68

19 5 5
                                    

23 giugno 2013

Ore 20.38

La luna non si vedeva ancora, eppure era là, dietro alle nuvole, agli alti alberi della foresta e presto la sua luce sarebbe scesa sulla città.

Lukas era immobile e fissava le tenebre, alla ricerca del cerchio bianco e paffuto che molto presto l'avrebbe richiamato alla sua vera natura animale. Scrutava nervosamente gli abeti, poi voltava lo sguardo verso la via di casa e faceva correre gli occhi fin dove la strada spariva, oltre la curva.

Poi udì qualcuno bussare alla porta, ma non si voltò. Poteva essere solo una persona a quell'ora e in quel giorno. «Toc, toc», sussurrò la voce dolce di Stella. «Posso entrare?»

«Vieni, sorellina», rispose Lukas e le sorrise.

Lei si avvicinò a passi felpati, si accostò al fratello e gli afferrò un braccio, stringendosi a lui. «Che cosa guardi?» chiese, gettando un finto sguardo distratto fuori dalla finestra.

«Il cielo.»

Stella si zittì e osservò la volta celeste coperta a chiazze da nubi scure.

«Sai che giorno è oggi?» domandò suo fratello.

Lei annuì ma non rispose.

Lukas si voltò, le afferrò una mano con delicatezza e si sedette sul letto, guardandola negli occhi. «Ho paura, sorellina», ammise con un'espressione triste in volto. «Ho paura di farti del male.»

Stella scosse il capo. «Io non ho paura.»

«Non voglio perderti.»

«Nemmeno io», replicò lei. «So che mi proteggerai sempre. Non importa quel che accadrà. Tu non potrai mai farmi del male.»

«Stella, io...»

«Non aver paura.»

«Quando... mi trasformo, perdo il controllo, capisci? Perdo contatto con la mia realtà. Quel mostro non sa distinguere il bene dal male, gli amici dai nemici. È un animale e agisce d'istinto.»

«Non è vero, Lukas. Io ti ho visto. In fondo ai tuoi occhi, eri tu. Ti potevo quasi sentire e sono sicura che anche tu abbia provato la stessa cosa quando ti sei avvicinato a me.»

Lui scosse la testa, sconsolato e tornò a scrutare fuori dalla finestra. «Non manca molto, lo sento.»

La schiena aveva ripreso a dolergli e in un gesto nervoso e automatico, strofinava le punte delle dita contro i palmi e stringeva i pugni.

«Dobbiamo uscire», disse Stella.

Lukas spalancò gli occhi per la sorpresa. «Come, scusa?»

«Non ti puoi trasformare qui, Lukas.»

«Certo che no! Ma tu resti in casa e non ti muovi», sentenziò. «Non mi va che tu mi riveda in quello stato», continuò. «Non ci capisco niente di tutta questa faccenda, ma meno ne sei coinvolta, meglio sarà!»

Lei si lamentò per un po' e mentre Lukas scendeva le scale, Stella si fiondò subito dietro senza perderlo di vista.

«Resta qui», insisté lui, ma la ragazza non gli diede ascolto.

Alla fine Lukas desistette. Forse Stella aveva ragione.

Ripensò a quella notte di un mese prima, quando si era trasformato tra le braccia della sorella, sotto i suoi occhi increduli. Non ricordava i dettagli, eppure era certo che Stella fosse vicina, ciononostante la bestia non le aveva fatto del male.

E le tenebre scesero sopra FriburgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora