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Riconosco il suono della mia suoneria.
<Chi cazzo chiama alle 7 di mattina?!>
Sbotto contro l'apparecchio, intento a leggere il nome apparso sullo schermo.
Fra occhi assonnati e sbadigli riesco a decifrare la parola "Giada" sul telefono.
Vorrei non risponderle... eccome se vorrei. Ma poi il pensiero di Libero ed Anita mi fa scorrere istintivamente il dito verso il pulsante di risposta.
<Pronto... che c'è?!> esordisco.
<Ciao Fabrizio... sono Giada. Senti lo so che non sono in grado di essere perdonata... ma vorrei che ci riprovassimo... lo so che ti ho deluso, ma confido ancora in noi>
<no senti... Giada non posso. Hai perso la tua occasione>
<Fabrizio, lo so che mi ami ancora>
<Giada non sai niente di me>
<FABRIZIO CAZZO. SO TUTTO DI TE, SO COME TI VESTI, CHE COSA TI PIACE, I TUOI VIZI. DAMMI UNA POSSIBILITÀ>
La rabbia mi bolle nel sangue... come può usare questo linguaggio con me, se è stata lei a tradirmi?!
<NO GIADA. NO. IN QUESTI ANNI TI HO AMATO MOLTO MA LA VERITÀ È CHE A STARE SENZA DI TE HO CAPITO UNA COSA- lo dico o no? Potrei pentirmene, ma evidentemente sono troppo arrabbiato per capirlo- Giada... sono Gay. Mi piacciono gli uomini. Uno in particolare. SONO GAY E SONO FELICE CAZZO. Non rovinare anche questo>
<Fabrizio... stai scherzando? Cosa dico io adesso a Libero e Anita.. Ragazzi papà è frocio!? Cosa gli vuoi insegnare così?>
<Stai zitta Giada. Gli voglio insegnare che l'amore non ha filtri, che tutti amano e possono essere amati allo stesso modo modo, da chiunque. Gli insegnerò che le persone come te, piene di pregiudizi, sono quelle più misere. Capiranno che l'omofobia, come il razzismo e tutto il resto, è il difetto peggiore che troveranno nella gente. Spero che tu non fossi sincera... in caso contrario spero che col tempo imparerai a cambiare idea>
<Fabrizio... fanculo>
Chiudo la chiamata e sfogo la mia rabbia sul muro, tirandoci un pugno.
<Fanculo> ripeto più volte urlando.
Le nocche iniziano a farsi rosse e a perdere sangue, quando inizio a colpire ripetutamente il muro sullo stesso punto.
Poi sento qualcuno bussare alla porta.
<chi cazzo è adesso?>
Mi dirigo verso la porta noncurante del mio aspetto ed apro.
L'ospite a sorpresa è Ermal, che percorre il mio corpo, totalmente nudo se non per i boxer, con lo sguardo.
<Scusa Erm... vado a cambiarmi subito>
<No>
<Cosa no?> gli sorrido ingenuo.
Quello è arrivato e dopo due secondi mi ha messo il sorriso, da incazzato nero che ero... se non è amore questo io non so cosa sia.
<Non cambiarti, mi piaci anche così>
<Ah si?> mi mordo il labbro.
<se proprio vuoi compagnia mi metto anche io in boxer> ride.
Il pensiero di Ermal in boxer provoca una reazione poco al di sotto della vita, che mi costringe a scappare per non farmi notare.
<per quanto mi allieti il pensiero, meglio che mi cambi>
Mi volto subito e corro in bagno.
Una volta lavato e cambiato trovo Ermal affianco al muro, intento ad osservare la rientranza del muro causata dai miei pugni.
<Fabrizio ma questo cos-> posa lo sguardo sulla mia mano e si interrompe, correndo verso di me.
Afferra la mia mano, notando le nocche paurosamente rosse ed inizia a carezzarmi la nuca.
<cos'è successo>
<Niente Ermal, sempre Giada. Le ho detto che sono gay e mi ha insultato.
È omofoba cazzo... e sta crescendo i miei figli. Non posso. Lasciarglielo. Fare>
<Bizio... li riprenderai tu. Riusciremo a toglierli dalle mani di Giada prima che sia troppo tardi>
Mi stringe a se, continuando a carezzarmi piacevolmente la nuca.
<che ci fai qui?> gli domando ad abbraccio concluso.
Certo, non che mi dispiacesse, ma non ho idea del perché sia venuto da me il giorno prima della partenza.
<ci hanno comunicato che le prove iniziano un giorno prima, quindi partiamo oggi>
<Ah e quando?>
<Adesso, quindi esci la valigia>
<COME ADESSO?!>
<dai Fabrí, devi solo tirare fuori la valigia> mi guarda e ride.
<si ma io non l'ho fatta>
<EH MA SEI STUPIDO TU. Come fai a non prepararti la roba almeno due giorni prima?!>
<io la dovevo fa' stasera>
<dai disgraziato, muoviti che abbiamo un treno, hai mezz'ora per fare bagagli e sistemarti>
<Santo dio> l' ansia inizia ad invadermi, spero di farcela.
Ma poi cos'è sta storia che te avvertono er giorno prima!?
Corro per la stanza lanciando roba da destra e sinistra nella valigia.
Ermal invece si stende sul letto e mi guarda ridendo.
<che te ridi Piccolè?!>
<mi fai ridere tu>
Mi indica e continua a ridere.
Sono neanche a metà della valigia e ormai a 10 minuti passati, ma Ermal mi sta sconcentrando troppo, merita una punizione.
<Ora vedi> cammino a passi grandi verso il letto dov'è disteso senza mai distogliere lo sguardo dal suo bel sorriso.
Mi fiondo sul suo collo, dove gli lascio piccoli baci e morsetti.
La sua risata cessa e sento il suo respiro farsi leggermente più profondo.
Poi inizio a concentrarmi su un punto del collo, dove lascio al riccio un succhiotto scuro che risalta sulla pelle di un chiaro brillante.
<Bizio muoviti a fare la valigia, o ti giuro che ti prendo su sto letto adesso>
<Allora non mi muovo proprio> bofonchio io fra le risate.
<Dai Bi', se ti muovi a Sanremo ti aspetta una sorpresa>
Mi guarda soddisfatto mentre mi alzo da lui.
Finisco di preparare la valigia e poi lasciamo l'appartamento per la stazione.
Sul treno il viaggio passa velocemente, non possiamo fare granché perchè davanti a noi abbiamo gli sguardi fissi di Febo e Montanari, che ci consentono solo di tenere le mani conserte sotto il tavolino.
Arrivati a Sanremo proviamo subito e ci tuffiamo in camera subito dopo.
Non faccio in tempo a chiudere la porta dietro di me, che Ermal mi blocca contro il muro ed inizia a baciarmi con foga e passione.
Stringo le gambe attorno ai suoi fianchi e lui solleva le mie cosce con le braccia, per poi portarmi di peso fino al matrimoniale, dove mi butta, per poi poggiarsi delicatamente su di me.
Capovolgo in un secondo la situazione, trovandomi sopra di Ermal.
Fra un bacio e l'altro mi levo la maglia, scoprendo gli addominali scolpiti.
<No no... no. Alzati Fabrizio>
Il Riccio d'improvviso sembra distaccato ma non capisco perchè... non penso di aver sbagliato qualcosa... forse ho corso troppo?
<Ermal che succede?> gli sussurro delicatamente, appena si scansa da sotto di me.

The kissing booth|metamoro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora