Transform me

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AVVERTENZE: la storia NON è mia ma di Princess Of Dark, su efp .

"«Se mi trasformassi, non dovresti più trattenerti. Potremmo fare sesso selvaggio senza il rischio che mi rompi le ossa», accennò speranzoso, staccando la schiena dal materasso per sollevarsi e bruciare la distanza tra i loro volti. Attese a mezz'aria quel bacio, guardandolo negli occhi mentre una mano si posava sulla vita del lupo.
Derek storse la bocca, guardando verso l'alto come se stesse valutando la proposta.
«Naah», cantilenò infine, spingendo bruscamente Stiles con una mano sul petto per farlo stendere di nuovo. «Preferisco così. Mi da un senso di potere», sibilò divertito, tornando a fissare gli occhi scuri e furbi di Stiles per godersi ogni sua reazione. Sentì l'odore della sua paura mista all'eccitazione, quel ragazzino non era puro come voleva far credere e i suoi pensieri non erano altrettanto casti."

Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno



Transform me.

«Perché non mi trasformi?».
Derek si voltò di scatto nel sentire la voce di Stiles e lo fulminò con lo sguardo, quasi a intimargli di rimangiarsi quello che aveva appena detto.
Il moro in tutta risposta lo guardò con insistenza senza battere ciglio, seduto sulla scrivania disordinata con le gambe penzoloni che dondolavano avanti e indietro e le mani ben salde al legno per sostenersi.
Non aveva nessuna intenzione di ritirare la sua proposta, non ora che aveva trovato il coraggio per fargliela.
«Oggi dici tutte stronzate, Stiles», tagliò corto l'uomo, ridendo della sciocchezza che aveva appena detto. Stiles increspò le labbra e la sua fronte si riempì di tante piccole rughe e Derek immaginò che un'altra delle sue sfuriate stesse per iniziare.
«Non è una stronzata! Mi sembra la cosa più saggia da fare», ribatté convinto, facendosi leva con le braccia per fare un piccolo salto e finire con i piedi a terra per potergli andare vicino.
Derek lo guardò impassibile, seduto sul lato destro del letto con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le braccia rivolte all'interno, pensando che Stiles era davvero adorabile quando voleva fare il saputello pieno di esperienza.
Quando questo gli fu davanti e lui dovette piegare il collo per riuscire a guardarlo negli occhi, si alzò in piedi divorando in un baleno i venti centimetri di superiorità che Stiles si stava gustando: quella posizione di sottomissione non gli piaceva.
«Un sedicenne che dice a me qual è la cosa più saggia da fare?», chiese scettico, schernendolo. Stiles sbuffò facendo roteare gli occhi, pensando che era davvero odioso quando gli faceva notare la differenza d'età che c'era tra loro.
«Chi ti credi di essere, razza di mammifero pelliccioso?», lo punzecchiò puntandogli un dito contro. Derek fissò il dito prima di tornare al suo volto, alzando le sopracciglia.
«Mammifero pelliccioso?», ripeté con una smorfia prima di scoppiare a ridere e trasformare il viso di Stiles in un'espressione di ostilità. «Questa mi è nuova», aggiunse divertito.
«Ho finito la scorta di insulti», si difese indietreggiando, portando poi mollemente le braccia lungo i fianchi. «Guardami!», aggiunse, indicando il suo volto.
«Ti sto guardando», gli fece notare Derek con tono annoiato e paziente nonostante lo guardasse con aria curiosa nell'attesa che il ragazzo continuasse.
«Sono debole e perennemente in pericolo! Il mio migliore amico è un lupo alfa, il mio ragazzo è un lupo, i miei compagni di scuola sono lupi, volpi e roba da libri di favole... sono l'unico essere umano, mi sento a disagio!», esclamò con troppa teatralità, gesticolando furiosamente. Derek dovette faticare per non scoppiare di nuovo a ridere: sapeva che Stiles si sarebbe arrabbiato e, anche se la cosa lo faceva divertire un mondo, preferiva farlo rimanere mansueto.
«Non essere così drammatico», lo rimproverò, anche se infondo tutto questo lo rallegrava.
«Dammi un motivo», insistette testardo e, diavolo, solo Derek sapeva come potesse essere testardo Stiles.
«Te ne do diversi di motivi, Stiles, non uno solo. Numero uno: il morso trasforma o uccide e tu potresti rimanerci secco. Numero due: ci sono fin troppi lupi qui in giro e un novellino che non sa controllarsi con la luna piena è l'ultimo problema che vorrei avere, senza offesa. Tre: ti monteresti troppo la testa. Numero quattro: mi piace sapere che se dovessi arrabbiarmi tanto con te avrei ancora la possibilità di ucciderti facilmente», concluse con un tono che non ammetteva regole, contando sulla punta delle dita.
Il ragazzo, di fronte a lui, lo guardava spiazzato con la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
«Ma sei ingiusto!», esclamò lamentoso, accennando due risolini isterici prima di scuotere furiosamente il capo. «Non puoi minacciarmi con la solita scusa di essere più forte di me», aggiunse, dandogli un piccolo pugno sul petto che trovò duro come la roccia. Ritirò velocemente indietro la mano, agitandola furiosamente per il lieve dolore alle nocche.
«Anche se ti trasformassi, sarei comunque più forte di te», tagliò corto.
«Sei odioso», mugolò, guardandosi ancora la mano che apriva e chiudeva alternatamente per controllare che non si fosse rotta.
«Sei capriccioso», ribatté Derek prontamente.
«Un morso e... zac! Sarò come te...», fantasticò Stiles, facendogli schioccare le dita davanti agli occhi. Derek afferrò quelle mani e gliele mise dietro la schiena, stringendole fino a quando le labbra del ragazzo non si serrarono in un'ulteriore smorfia di dolore. I loro petti, per l'innaturalezza del gesto, aderirono l'uno contro l'altro e nessuno dei due poteva negare di trovare la cosa piacevole quando il silenzio calò e fece percepire quanto fosse imbarazzate.
«...e "zac" potresti morire», concluse soffiando sulle sue labbra, senza lasciare la presa.
Stiles boccheggiò: gli riusciva sempre dannatamente difficile respirare quando era a dieci centimetri di distanza dal suo viso.
«Se mi spezzi i polsi, la mia vita da mortale sarà definitivamente inutile», sussurrò con un filo di voce senza trovare la forza di staccare lo sguardo dalle labbra sottili di Derek, così invitanti ed erotiche.
«Da uno a dieci indovina quanto mi dispiacerebbe?», lo punzecchiò l'altro.
«Undici. Perché non potrei più fare quella cosa che ti piace tanto...». Prima che Stiles potesse terminare maliziosamente la frase, Derek mollò la presa e non gli diede neanche il tempo di sentirsi libero perché lo spinse sul letto con velocità soprannaturale.
Stiles trattenne il respiro e guardò Derek con gli occhi sgranati per la sorpresa, sentendosi una bambola di pezza, guardandolo chino su di lui con le ginocchia e le mani che affondavano nel materasso e gli impedivano grossi movimenti.
«Dio Santo, Derek, tieni lontano da me il tuo istinto primordiale di attaccare il nemico cogliendolo di sorpresa!», si lamentò, ma la sua posizione con gli permise certo di respirare tranquillamente. Percepiva l'eccitazione di Derek e i suoi pantaloni stavano iniziando a diventare davvero troppo stretti lì sotto.
«Se non avessi tenuto lontano i miei istinti fino ad ora, saresti ridotto molto male da un pezzo», sussurrò, chinandosi di più sul suo viso. La sua maglia attillata sembrò voler scoppiare per la tensione dei muscoli che premevano contro la stoffa mentre si chinava sulle labbra del giovane per imprimergli il suo passaggio. Ma Stiles deviò il bacio lasciando che gli sfiorasse la mascella.
«Se mi trasformassi, non dovresti più trattenerti. Potremmo fare sesso selvaggio senza il rischio che mi rompi le ossa», accennò speranzoso, staccando la schiena dal materasso per sollevarsi e bruciare la distanza tra i loro volti. Attese a mezz'aria quel bacio, guardandolo negli occhi mentre una mano si posava sulla vita del lupo.
Derek storse la bocca, guardando verso l'alto come se stesse valutando la proposta.
«Naah», cantilenò infine, spingendo bruscamente Stiles con una mano sul petto per farlo stendere di nuovo. «Preferisco così. Mi da un senso di potere», sibilò divertito, tornando a fissare gli occhi scuri e furbi di Stiles per godersi ogni sua reazione. Sentì l'odore della sua paura mista all'eccitazione, quel ragazzino non era puro come voleva far credere e i suoi pensieri non erano altrettanto casti.
«Vuoi un giocattolino da manovrare a tuo piacimento? Fai prima a comprarti una bambola gonfiabile, ti risparmieresti tutte le mie chiacchiere inutili, che poi tanto inutili non sono se tu mi stessi a sentire per una buona volta!».
Subito dopo che ebbe finito di parlare, ci furono diversi momenti di silenzio e Stiles si chiese perché lo lasciava fiatare sempre così tanto anche se diceva di odiarlo quando parlava troppo.
«Hai finito?», fece Derek irritato, alzando un sopracciglio.
«No», borbottò Stiles imbronciato, giusto per non darla vinta a Derek. Ma il suo "no" non fece una piega perché Derek aveva comunque smesso di fissarlo e ora il corpo di Stiles era spoglio del calore del lupo. «Dove vai?», aggiunse stridulo, scattando come una molla a sedersi.
«Lontano dai tuoi piagnucolii», borbottò, avanzando verso la finestra dalla quale entrava e usciva ogni volta come se fosse casa sua. Non aveva la minima intenzione di andare via: i suoi istinti e desideri lo spingevano a restare in quella camera fino a quando non avrebbe avuto Stiles tutto per sé ancora una volta, per tutta la notte.
«Non puoi andartene ora!», ribatté Stiles tirandolo per la maglia per impedirgli di andare via mentre Derek insisteva a volersene andare trascinandoselo dietro di peso.
«Convincimi a restare senza farmi venire il mal di testa, ragazzino», disse altezzoso. Stiles, come solo poche volte accadeva, non seppe cosa rispondere. Valutò diverse ipotesi, perfino la più ridicola come mettersi a fare un ballo mimando uno spogliarello ma alla fine si limitò ad avvolgerlo con le sue braccia e percorrergli il collo con la lingua fino a stringere trai denti un lembo di carne e succhiarlo. Sapeva benissimo che a Derek eccitavano parecchio i succhiotti e l'erezione del lupo gli confermò ancora una volta le sue ipotesi.
«Rinuncio al mio diritto di diventare un lupo mannaro», farfugliò arrendevole, chinando il capo. Non riuscì a vedere il sorriso di trionfo che si allargò sul viso di Derek perché le mani che lo afferrarono per i fianchi lo costrinsero ad aderire al suo corpo in un caldo abbraccio.
Stiles si sentì investire improvvisamente dal calore di Derek e dal suo profumo, due secondi prima di sentirne anche il sapore sulla punta della lingua.
Il ragazzo indietreggiò di qualche passo, infilando due dita nelle tasche dei jeans del lupo per tenerlo ancora stretto a lui e alla fine caddero indietro sul letto. Derek scostò il cuscino ingombrante per far spazio al corpo del suo fragile umano e ansimò, guardandolo negli occhi. Stiles sfiorò la pelle arrossata dal suo succhiotto, felice di averlo marchiato come Derek amava fare con lui lasciandogli spesso dei lividi e le sue mani, ormai esperte, vagarono sotto la maglietta scura accarezzando ogni centimetro del corpo muscoloso del suo lupo. Derek armeggiò con lo zip dei pantaloni che erano decisamente diventati ingombranti per entrambi.
«Hai vinto la battaglia, ma non la guerra. Questo lo sai, vero, Derek?», disse testardamente Stiles in un sussurro straziato mentre lui lo liberava dagli ultimi indumenti passandogli una mano tra i capelli. Il lupo mugolò qualcosa senza osare dividere le loro labbra ma Stiles lo sentì sorridere.
«Tu non puoi capirlo, Stiles. Ma è una scelta sbagliata»
«Scelte sbagliate creano belle storie».


Note Autrice Originale: Era da troppo che scleravo con questi due, non potevo non scrivere qualcosa sulla mia Sterek!
Come primo esperimento spero di non essere stata tanto sgradevole e prometto che migliorerò!! xD
Spero di ricevere qualche parere, un bacione a tutte ;)

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