Nel mese a seguire Steve e Bucky non si parlarono molto. Non erano più gli stessi di prima. Si erano allontanati, piano piano. Steve voleva a tutti i costi riallacciare il loro rapporto ma Bucky si era allontanato per proteggere se stesso. Aveva trovato in Natasha una persona su cui poter contare sempre, lei era una buona amica e riusciva a fargli dimenticare il biondo. In quell'ultimo mese avevano passato molto tempo insieme, più del solito. Bucky era spesso a casa di Natasha, rimaneva a cena o a pranzo e addirittura restava a dormire da lei. Nei giorni in cui non era a casa dell'amica, lei era a casa sua. L'allontanamento da Steve lo aveva portato ad avvicinarsi a Nat. Lei lo stava curando, così come aveva fatto negli anni precedenti. Bucky si sentiva amato e aveva cominciato a sentire qualcosa in lui. Tenne quei pensieri per se stesso, nascose un certo sentimento verso di lei e continuò a dirle di provare emozioni forti per Steve. Amava ancora Steve, ma la sua mente era offuscata dal pensiero della rossa che si prendeva cura di lui. Bucky ancora non aveva idea di avere una specie di sindrome della crocerossina nei confronti dell'amica. Poi, inevitabilmente, la situazione sfuggì di mano ad entrambi. Spesso si trovavano ad abbracciarsi per un bel pò, uno dava dei baci all'altro, carezze e sguardi ambigui. Non si baciavano mai sulle labbra, mai, ma la tensione, la voglia c'era. Nessuno dei due ebbe mai il coraggio, nessuno dei due riuscì ad azzardarsi così tanto. Avrebbero rovinato la loro amicizia.
Un mese dopo il 26 febbraio tutto il gruppo di amici partì per una settimana. Quella era la loro prima vacanza insieme. Si diressero in Spagna, Valencia. Una città che li aveva affascinati e che aveva segnato tutti quanti. Valencia non fece altro che allontanare il moro dal biondo e avvicinarlo alla rossa. Nella città si persero, si trovarono, risero, entrarono in ogni negozio Hale-Hop, mangiarono a volontà e si divertirono. Una settimana bastò ad unire ancora di più il gruppo di amici e li fece crescere molto. Il ritorno a casa da Valencia segnò l'inizio della fine di un'altra amicizia.
Cominciò con un succhiotto innocente, uno scherzo. Bucky fece un succhiotto sul collo di Natasha e quello bastò a scatenare l'inferno. La rossa confessò il suo amore per il moro, l'altro entrò in crisi. Bucky cominciò a pensare a Steve, ancora e ancora e pensava anche a Natasha. Voleva entrambi, sentiva entrambi. Amava entrambi e non sapeva che fare. Si chiese se davvero provava amore per Natasha o era solo una specie di fissa del momento. Si, la amava. No, non la amava. Steve, amava lui. No, gli aveva spezzato il cuore non poteva più amarlo. Si buttarono in una specie di relazione segreta. Si baciarono, la tentazione li aveva soprafatti e in seguito furono assaliti dai sensi di colpa. Di lì tuttò andò a puttane, si odiarono a morte, erano arrabbiati l'uno con l'altra. Trascorsero un mese pieno di dubbi, ansie. Si ferirono a vicenda in modi assurdi, passando da un "si" ad un "no". Non si parlarono più. Decisero di ignorarsi e fingere che quella cosa non ci fosse mai stata. Tutti erano venuti a conoscenza di quello che stava succedendo tra Bucky e Natasha, tranne Steve, Steve ne era all'oscuro.
Il moro visse una situazione di malessere tale che lo fece sprofondare in una depressione assurda. Aveva ancora dei sentimenti per Steve, aveva illuso la sua amica perchè aveva pensato davvero di essersi innamorato di lei. Il moro aveva perso la sua prima amica, la prima persona che lo aveva accolto a braccia aperte, si era lasciato ingannare da se stesso e da un sentimento inesistente. Cominciò a darsi addosso per aver fatto quell'errore, cominciò ad odiarsi più di prima, cominciò a pensare a tutto quello che avrebbe potuto fare per evitarlo. Gli faceva male il fatto di averla ferita così tanto, di averla spinta via da lui in quel modo, di averla illusa, di averla distrutta pur sapendo cosa avesse passato prima. Non aveva più la sua amica ed era solo colpa sua.
A giugno Natasha chiese a Bucky di poter parlare, per chiarire e cercare di ritornare amici. Anche lei non accettava il fatto di aver messo fine alla loro amicizia in quel modo. Riuscirono a tornare amici, lentamente e finalmente dissero a Steve cosa era successo. Il biondo rimase un pò scioccato, ma non ne fece una tragedia. Certo, ci rimase un pò male, pensava che Bucky e Natasha avrebbero potuto parlargli senza problemi, lui avrebbe capito ma poi fu come se quella situazione avesse fatto riavvicinare lui a Bucky.
Il biondo e il moro tornarono ad essere quella coppietta stramba. Tornarono a parlarsi più frequentemente, uscivano insieme, spesso parlavano al telefono e le cose sembravano essere tornate come prima. Il biondo non aveva mai smesso di provare qualcosa per lui e la prova fu proprio quel dolore che sentì nel momento in cui ebbe il terrore di perderlo. Sentire che era quasi stato con un'altra persona, che si era allontanato così tanto, gli aveva fatto capire che avrebbe potuto perderlo da un momento all'altro. Bucky invece ebbe la conferma di amare sopra tutti e tutto Steve. Nonostante la cosa con Natasha, grazie a quella cottarella per Natasha. Quella situazione, quella storia gli fece capire quanto più forte fosse il sentimento verso il biondo e per quanto volesse non ci sarebbe mai riuscito a soffocarlo, mai. In nessun caso, con nessun altro, in nessun momento avrebbe mai potuto silenziare il suo cuore che batteva forte per Steve. Era la sua persona, lo aveva trovato, si erano trovati. Il moro non smise di sentirsi in colpa sia per la sua amica che per il biondo. Era stato affrettato, si era buttato nelle braccia di Natasha soprafatto dalla delusione, dalla rabbia, dal desiderio di sopprimere un sentimento troppo forte che era arrivato a fargli male. Si era sentito in colpa nel momento in cui le aveva dato un bacio a stampo e si era accorto di non aver sentito nulla. Si era sentito in colpa quando ha dovuto dirle che non l'amava, che doveva lasciarla andare via così che lei potesse trovare una persona migliore. Si era sentito in colpa a tenere tutto nascosto a Steve, si era sentito in colpa come se lo avesse tradito. Nonostante le cose stessero andando meglio lui non riusciva a smettere di stare male. Ormai i sensi di colpa lo avevano divorato e la sua depressione era rispuntata peggio di prima. Era spaventato, si sentiva in pericolo e non poteva chiedere aiuto.
Bucky avrebbe voluto sparire per un pò, ogni mattina faticava ad alzarsi e andare a lavoro e vedere le due persone a cui più teneva sorridergli lo uccideva. Come potevano? Come potevano sorridergli dopo tutto? Avrebbero dovuto odiarlo almeno il doppio di quanto di odiava lui. Come riuscivano a guardarlo negli occhi e a volergli ancora bene? Tutto non gli sembrava giusto, odiava quella sensazione dentro di sè, odiava sentire quella voce che gli diceva che Natasha e Steve stessero complottando contro di lui, odiava il fatto di aver creato un casino e aver provocato dolore. Bucky sapeva bene quanto dolore aveva provocato alla rossa, a quanto forte le avesse strappato il cuore e sapeva quanto Steve avesse sofferto nello scoprire quella cosa. Il biondo non glielo avrebbe mai detto ma sapeva che si era sentito una merda totale e ancora una volta il moro non riusciva a perdonarsi. La depressione lo stava schiacciando e non aveva la forza necessaria per chiedere aiuto. Steve ogni giorno gli dimostrava che lui era lì, Natasha gli diceva che nonostante tutto lei era ancora lì, Tony, Sam, Thor, Bruce erano tutti lì per lui. Ma Bucky non riusciva a parlare, a chiedere aiuto. Il suo sguardo spesso si perdeva nel vuoto, stava a fissare il nulla per un pò con lo sguardo vitreo e spento. A volte si soffermava sui suoi pensieri mentre era intento a lavare le stoviglie a fine turno o mentre dava una pulita alla cucina e stava ore a strofinare un piatto o una superfice. Molte volte a fine turno, quando toccava a lui chiudere tutto, si faceva mezzo paese a piedi, da solo, con le lacrime che premevano per uscire. Il vuoto gli faceva male, non sentire gli faceva male. E lui pensava che se fosse stata tristezza sarebbe stato meglio, almeno avrebbe sentito anche solo un brivido e invece niente, lui era vuoto ma pieno di brutti pensieri. Era demotivato, non si sentiva nemmeno capace di alzarsi, non dormiva più e se dormiva faceva degli incubi tremendi. Era tutto inutile, tutto. Cercava di nascondere la cosa e lo faceva sopratutto quando era la sua famiglia a chiamarlo, non poteva allarmare ancora una volta i suoi e non voleva tornare a prendere antidepressivi e quella "merda" varia.
Bucky era in difficoltà e l'unico che riuscì ad accorgersene davvero fu Steve. Ma il biondo non fu abbastanza audace da parlargli e si limitò a stargli vicino in silenzio, a continuare ad amarlo nonostante tutto.
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Ti Dedico il Silenzio
Fanfiction"E ti dedico il rumore Di queste inutili parole Un quadro senza il suo colore Che è andato via a volare altrove Io ti dedico il silenzio tanto non comprendi le parole Questa sera provo a farlo Questa sera io ti chiamo E tanto tu non mi rispondi E ta...