Capitolo 5

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LUCA POV

Ormai la mia permanenza insieme ad Elena era giunta alcapolinea. A momenti mia madre sarebbe ritornata e, avrebbe continuato agestire il suo lavoro come faceva sempre. Non dovevo assolutamente permettereche una ragazza perfetta come Elena dovesse entrare nella mia testa. Eppure,nonostante mi sforzi, non è affatto facile dimenticarla. Col suo sorriso, conla sua risata, con la sua voglia di riuscire al meglio in tutto quello che fa,è riuscita ad entrare dentro di me e, dopo tanto tempo, è riuscita a farmiprovare emozioni che non avevo mai provato prima, nemmeno con Bethany. Mi alzaimolto presto quella mattina, feci il letto com'era mia abitudine e, dopoessermi vestito scesi nella hall. Andai dritto al ristorante e, dopo essermipreso un cornetto farcito al cioccolato, andai fuori. Mentre mangiavo, vidiavanzare una figura snella davanti a me. Non la riconobbi subito perché eralontana ma, dopo poco riuscì a capire chi era.    

 Infatti,non appena mi vide, Francesca disse:<<Buongiorno Luca>>. Lerisposi:<<Buongiorno anche a te, Francesca>>. Senza nemmenochiedermi se mi faceva piacere che si mettesse accanto a me, si sedette edisse:<<Allora, oggi è il tuo ultimo giorno qui in albergo?>> Lerisposi:<<Si. A breve, mia madre dovrebbe arrivare>>. Leidisse:<<Allora questo è un addio? Dovremmo salutarci per bene>>.Sorridendo, le risposi:<<Non sto andando in guerra, Francesca. E poi, nonè affatto un addio>>. Rimase un po' sconvolta dalle mie parole. Poidisse:<<Userai le stesse parole e lo stesso tono che hai usato con meanche quando te lo chiederà Elena?>> Le risposi:<<Non saprei ma,per capirci meglio, mi stai facendo una scenata di gelosia?>> Lei midisse:<<Si. Devo ammettere che quando ti vedo insieme a lei, muoiodentro>>. Le risposi:<<Ma noi due non siamo fidanzati. Perché muoridentro? E poi, tra me e Elena non ci potrà mai essere nulla perché lei èfidanzata>>. Detto questo, se ne andò lasciandomi solo con i mieipensieri. Volevo vedere Elena ma, a quanto pare, oggi avrebbe tardato.

 Passòl'intera mattinata, arrivò anche mia madre ma, di Elena non si era vista ancoranemmeno l'ombra. Stavo iniziando a preoccuparmi, quando arrivò una donna.Vedendo che si guardava in giro con aria preoccupata, mi avvicinai e ledissi:<<Salve signora, cerca qualcuno?>> Lei mi rispose:<<Si,cercavo i proprietari. Dove posso trovarli?>> Le dissi:<<Aspettiqui. Le vado a chiamare mia madre>>. Tornando con mia madre, non potevofare a meno di pensare a cosa volesse quella donna dai miei genitori. Così, miamadre le disse:<<Salve, sono Alice la proprietaria. Come possoaiutarla?>> La donna le rispose:<<Ho bisogno di parlare con lei inprivato. È possibile?>> Mia madre le disse:<<Certo. Venga,andiamo>>. E in poco tempo, sparirono dalla mia vista. Venti minuti dopo,uscirono da quella stanza, avevano entrambe una faccia che non prometteva nulladi buono. Così, dopo che la signora andò via, andai da mia madre. Ledissi:<<Mamma, cosa voleva da te quella signora?>> Lei mirispose:<<Amore dovresti passare a prendere Giada. Tu e lei dovetepassare un po' di tempo qui. Tu devi aiutarmi. In assenza di Elena, devi darmiuna mano>>. Ma la mia mente si era fermata alla frase "in assenza di Elena". Doveva esserlesuccesso qualcosa. 

Così, le dissi:<<Perché? Cos'è successo ad Elena?>> Lei mi rispose:<<Vai a prendere tua sorella, tesoro. Nel frattempo vi faccio preparare una stanza>>. E, detto quelle parole, sparì alla velocità della luce. Avrei indagato di più, perché se prima avevo dei dubbi, ora ero sicurissimo che mia madre mi nascondesse qualcosa che riguardava Elena.

ELENA POV

Quella mattina mi svegliai con un senso di tristezza.Di sicuro era dovuta al fatto che, a breve, avrei dovuto salutare Luca. Mentrepensavo a cosa dover dire a Luca, entrò mia madre con una faccia sconvolta. Ledissi:<<Mamma, tutto bene?>> Lei mi rispose:<<No. Tesoro,Christian sta male, l'ambulanza l'ha già portato in ospedale>>. No, nonpoteva essere. Facevamo di tutto per prendergli le medicine ma, a quanto pare,non bastavano. Vedendo che non riuscivo ad aprire bocca, mia madre,disse:<<Sbrigati tesoro, dobbiamo andare in ospedale e poi, accompagnamote al lavoro>>. Le risposi:<<No mamma, voglio esserci anch'io. Illavoro aspetterà>>. E, dopo essermi messa le prime cose trovate nellastanza, salimmo in macchina e raggiungemmo Christian in ospedale. quandoarrivammo, non vedendo nessun dottore, ci accomodammo nella sala d'aspetto inattesa di notizie. Attendemmo tutto il giorno ma, di medici nemmeno l'ombra.Erano le 19:00 e ancora nessuna notizia.     

La mia ancora di salvezza sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora