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>Jimin
Stamattina mia madre è uscita e sono da solo con mio padre.
Sono circa le 7.
Non so perché mi alzo così presto quando c'è lui, probabilmente non voglio che si alzi prima di me.
Che complessi stupidi che ho.
Sono in cucina, quando entra mio padre.
Lui, a differenza mia, è molto più organizzato e ordinato.
Poi ci sono io che sto in pigiama finché non mi obbligano a vestirmi.
Lui è già vestito
"Ciao Jimin" mi saluta sorridendo.
Lo vedo sempre così sereno e tranquillo, vorrei riuscire ad essere come lui
"Ehi papà, dormito bene?"
"Sì, Jimin"
Si siede accanto a me sul divano
"C'è qualcosa che ti turba o sei semplicemente addormentato?" mi chiede spostandomi indietro una ciocca di capelli
"Sono addormentato"
"Qual è il problema?"
"Ma"
"Jimin, si vede che stai male per qualcosa"
"Beh..."
"Racconta"
"Un mio amico ha un problema. Praticamente lui è gay...vorrebbe dirlo a suo padre perché sua madre già lo sa e lo accetta, ma ha paura di dirlo a suo padre perché pensa che lo possa deludere. Cosa mi consigli?"
"Di allontanarti da questo tuo amico"
"E...perché?"
Si gira e mi guarda negli occhi
"Jimin, essere gay non è normale, va contro natura. Chiunque sia il tuo amico, digli di non provarci nemmeno a dirlo a suo padre e mi sorprendo del fatto che sua madre lo capisca. Dopo aver fatto ciò,  digli che tu non puoi essere amico di una persona così strana e anormale"
Sento delle lacrime pizzicarmi gli occhi
"A-ah..."
"È un tuo caro amico?"
Abbasso lo sguardo
"N-no..."
"Bene, allora non c'è problema, giusto? Una cosa: perché sei suo amico?"
"N-non lo so..."
"Cos'hai?"
"N-nulla...sai, penso che tornerò a dormire" dico alzandomi
"D'accordo, Jimin, come preferisci"
Mi dirigo a passo svelto, quasi correndo, in camera mia.
Entro dentro la stanza e chiudo la porta a chiave, cadendo subito dopo a peso morto sul letto e scoppiando a piangere in maniera quasi disperata.
Lui non mi accetta.
Non mi accetterà mai.
Mi odia.
Non mi comprende.
Mi ripudia.
Se conoscesse la verità, probabilmente non mi guarderebbe più in faccia, non mi riconoscerebbe più come figlio.
Io lo so: lui non può sapere nulla.
Ho bisogno di conforto, di non sentirmi sbagliato.
Ho bisogno di Yoongi.
Gli scrivo:

Hyung, dimmi che ti piaccio, che mi accetti, che mi ami, che servo a qualcosa, ti prego, ho bisogno di te

Jimin, cos'è successo?

Nulla, dimmelo e basta

Vedo che sulla schermata appare una chiamata da parte di Yoongi.
Rispondo
"Hyu-hyung"
"Jimin, tu piangi...perché?" chiede preoccupato
"I-io, t-tu...non andiamo bene per questo mondo, Su-Suga"
"Lo so, Jimin, lo so. Tu sei perfetto così come sei, vai bene per me, non m'importa cosa pensa il mondo di te o di noi, dico sul serio. Qualsiasi cosa sia successa, ti prego, smettila. Tu vai bene, ti amo...non stare male per quello che ti dice la gente"
"M-mio p-padre..."
"Oh Jimin...glielo hai detto?"
"Gli ho chiesto c-cosa ne pensasse"
"E lui?"
"Ha detto che è innaturale" dico piangendo più forte.
Sono a pezzi, davvero.
Sapere che mio padre non mi accetta per ciò che sono, non è facile
"Jimin, basta, ti prego. Sei perfetto, perfetto per me"

-mi spiegate perché la gente si sposa?
bah

𝕿𝖚𝖙𝖔𝖗 ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora