Nola

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"Carmen sei pronta"?
La voce di mia madre riecheggiava in tutta la casa. Mi pettinati velocemente i capelli decidendo di legarli in una coda per essere più sciolta e libera.

"Dai che Giovanni ti sta aspettando." Continuò mia madre nell'esatto momento in cui presi l'orologio e lo allacciai al mio polso: erano solo le sette di mattina. Sbadigliai ancora una volta e trascinai la valigia giù per le scale.

"Eccomi!" Feci la mia entrata in cucina e subito Andrea, il mio fratellino, mi corse in braccio.

"Amore mio, già sveglio?" Gli lasciai tanti piccoli baci sul viso e dopo averlo messo giù salutai mia mamma con un abbraccio.

"Ti raggiungiamo domani, con Stefania, Giovanni e Andrea. D'accordo?" Muoveva la sua mano giù e su per la mia schiena e prima che uscissi di casa li risalutai con un abbraccio.

"Ah buongiorno principessa" mi derise Giovanni.
Era il mio manager, anche lui siciliano e musicista. Toccava il piano con una delicatezza che a volte mi chiedevo se stesse suonando o accarezzando i tasti.

"Fottiti" gli risposi io e lui si mise a ridere. Entrai nella macchina mentre lui mi posava la valigia nel bagagliaio.

Eravamo appena partiti per andare a Nola, in Campania. Avremmo dovuto prendere il traghetto e poi continuare il tragitto in macchina fino ad arrivare lì e fare il soundcheck per il giorno dopo e conoscere il resto della troup, tra cui i ballerini. Ero emozionata e allo stesso tempo ansiosa. Sarebbe stata la prima volta che mi sarei esibita davanti ad un pubblico venuto lì solo per me, dopo l'uscita di Amici. Non riuscivo ancora a crederci che sarebbe venuta già così tanta gente.
Le notifiche di Instagram continuavano ad intasare il mio iPhone: persone che mi dicevano che sarebbero venute e non vedevano l'ora e persone che iniziavano a dirmi 'Buona Fortuna' per questo concerto.

Dopo un viaggio stancante e interminabile arrivammo a Nola. La città era carina ed accogliente, poi era in provincia di Napoli quindi motivo in più per piacermi. Di fronte la cattedrale c'era un ristorante accogliente e rustico; Gianni appena ci vide ci fece segno di andarci a sedere. Gianni Rodo era il mio produttore. Mi disse che anche lui era emozionato per me e che era orgoglioso del percorso che stavo intraprendendo.

Dopo aver mangiato uscimmo dal ristorante e mi portarono dietro il palco, che era proprio nella piazza centrale. Non mi ero mai esibita su un palco tutto mio e già sentivo l'adrenalina salire.
Giovanni mi sorrise guardandomi e Gianni ci trascinò in mezzo a tutta la troupe. Iniziai a salutare un po' tutti e a presentarmi.
"Complimenti, sei davvero brava!" Mi diceva più gente. Erano per lo più tutti tecnici. Riconobbi Peppe Sferrazza e gli sorrisi da lontanto mentre Giovanni si avvicinava a lui. Lavoravano nella stessa compagnia:"ShabbyandCo!"

"Carmen lui è il ballerino che ti accompagnerà nei i tuoi brani." Mi girai verso Gianni sorridendo, indicava un ragazzo moro poco più alto di me che era accanto a lui.

"Piacere, Filippo" si presentò lui con un sorriso smagliante, allungando la mano.

"Carmen, piacere mio." Gliela strinsi sorridendo a mia volta.

Aveva un accenno di barba e gli occhi castani. Non era niente male.

"Allora seconda eh?" Mi disse mentre Gianni ci lasciava soli per andare a parlare con dei tecnici. Lo seguii con lo sguardo e poi mi soffermai su Filippo per rispondergli.

"Già..!" Alzai le sopracciglia abbozzando un sorriso.
"...e tu? Da dove vieni? Cioè da quale talent?"

"Conosco Marcello, Marcello Sacchetta." Rimasi quasi sopresa dalle sue parole, interessandomi al suo discorso.
"Mi ha fatto entrare nella sua compagnia e quindi eccomi qui, a ballare per te." Si passò una mano tra i capelli, tirandosi il ciuffo verso destra. Indossava una camicia azzurra di lino, con due bottoni aperti. Potevo addirittura intravedergli il petto ma non bene. Sembrava sodo.

Carmen ma a che cavolo vai a pensare?
Il mio subconscio si mise in mezzo.

Era abbastanza imbarazzante, io non sapevo cosa dire e lui continuava a sorridermi. Distolsi lo sguardo e lui riprese:

"Va bene, quindi, ci vediamo stasera."

"Stasera?" Non riuscivo a capire.

"Sì, Gianni mi ha invitato a cena con voi, pensavo lo sapessi." Quasi rise...

"Oh okay. Non balli ora?" Gli chiesi confusa.

"Ho già ballato stamattina, sono esausto. Domani pomeriggio ho le prove con te." Si portò lo zainetto che teneva in mano sulle spalle e mi salutò.
Se ne stava per andare quando si girò un'ultima volta e mi disse:
"La Complicità è la mia preferita comunque." E alzò una mano in cenno di saluto.
Sorrisi istantaneamente.







Io, te e una polaroidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora