Ci conosciamo!

80 2 0
                                    

Eravamo da 'Pizza Gallery', una pizzeria arredata modernamente. Le luci erano calde e scendevano piano, illuminando la grande sala. Io ero seduta tra Giovanni e Peppe, il chitarrista. A capotavola c'era Gianni e al suo fianco c'era Alessia, una ragazza di Latina. Mancava solo Filippo, lo stavamo aspettando da pochi minuti.
Quando il cameriere ci stava portando i menù entrò lui, in tutta la sua bellezza, jeans fino alle ginocchia e una maglietta nera con una scritta bianca al centro:"make love do not make war."

"Scusate il ritardo" si avvicinò agli uomini per stringergli le mani e poi venne da me, salutandomi con due veloci baci sulla guancia. Potevo sentire il suo profumo, forte e delicato, un'accoppiata perfetta. Prima di sedersi si presentò alla ragazza che aveva affianco, Alessia. Lei sembrava che lo conoscesse già da Instagram o qualcosa del genere. Sentii l'inizio della loro conversazione ma poi preferii concentrarmi sul menù. Scelsi una bufala come pizza, Filippo invece una con i wurstel e le patatine e prese anche la birra.

"Allora Filippo, cosa farai dopo il tour con Carmen?" Chiese il ragazzo al mio fianco, Giovanni.
Quasi mi strozzavo con la mia stessa saliva.
Tutto il tour. Coossa?

"Vorrei ballare per qualche compagnia all'estero, magari in America. Sarebbe un sogno." Finì di masticare prima di esporre i propri piani per il futuro. E ora mi stava guardando. Gli sorrisi debolmente e distolsi subito lo sguardo.

"Non pensavo facesse tutto il tour con me." Presi un respiro :"Ho ancora tanti Instore da fare."

"Se non vuoi che balli con te, allora me ne vado subito." Disse con un sorriso sfottò, ironicamente.

"Nono, non volevo dire questo. È che insomma non mi piace lavorare con persone che non conosco." Cercai di giustificarmi per la cavolata appena detta.

"Stai tranquilla, abbiamo tanto tempo per conoscerci." Mi fece l'occhiolino e arrossii improvvisamente abbassando il volto verso il basso. Giovanni mi diede una gomitata e lo guardai storto. Lui scoppiò a ridere.

Brava Carmen, prima figura di merda fatta.

La serata era passata velocemente, tra chiacchiere e risate.
"Vado un attimo in bagno." Mi recai in bagno prima che gli altri finissero di pagare.
Mi ripassai il mascara sulle ciglia e colorai le mie labbra di rosso nuovamente. Dopo pochi minuti uscii dal bagno e non vidi più nessuno vicino la cassa. Mi girai verso il tavolo e vidi Filippo che mi sorrise: mi stava aspettando.

"Dove sono gli altri?" Chiesi quando ero abbastanza vicina a lui in modo che mi sentisse.

"Si sono incamminati verso l'hotel. Giovanni mi ha detto di aspettarti." Alzò le spalle e aggiunse"Andiamo?"

Iniziammo a camminare e appena uscita dalla porta vidi gli altri a un centinaio di metri avanti a noi. Sentivo i passi di Filippo dietro di me prima che mi raggiungesse.

"Di dove sei?" Gli chiesi tanto per fare conversazione.

"Afragola. Una mezz'oretta da qui." 

"Ah. Mai stata." Potevo sentire il suo sguardo su di me mentre camminavamo.

"Non ti perdi niente tranquilla." Sogghignò stringendosi nelle spalle e mettendosi le mani in tasca.

"Allora, emozionata per domani?" mi chiese riposando nuovamente lo sguardo su di me.

"Tantissimo. Non sto nella pelle." sospirai mettendo le mani davanti il viso. Lo sentii sorridere.

"Andrai una bomba, stai tranquilla." Mi mise una mano sulla spalla e in quell'esatto momento i miei occhi si incastrano con i suoi. Avrei potuto benissimo rimanerci per altri secondi ma una sua domanda ruppe l'intimità appena creatasi.

"I tuoi genitori sono felici?"

"Si, sono tanto felici." Stavamo per raggiungere gli altri, eravamo quasi arrivati sotto l'Hotel, due minuti mancavano quando lui mi chiese un'altra cosa:

"Domani verranno, sì?"

"I miei fratelli con mia madre si, papà no. Ma vedrai, Andreuccio ti piacerà tantissimo" mostrai uno dei miei miglior sorrisi pensando a quella piccola peste.

"Andreuccio? Ahaha" rise e d'un tratto si fece serio:"Tuo padre come mai non viene?, se posso chiedere."

Gli mimai un 'oh tranquillo' con le labbra prima di rispondergli:"È imbarcato. Non c'è per molti periodi dell'anno."

''Mi dispiace'' disse apprensivo quando eravamo arrivati davanti l'Hotel.

"Eccoli!" Disse Giovanni stringendomi dalle spalle.

"Ciao bello." Gli mandi un bacio alzando il viso verso di lui. Era molto più alto di me.

"Va bene raga, ci vediamo domani."

"Ciao Filí." Un coro di voci si unì per salutarlo e io gli mimai un 'a domani'.



Io, te e una polaroidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora