❀ ɪᴛ ᴊᴜsᴛ sᴍeʟʟs ʀɪɢʜᴛ ❀

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Soulmate AU dove...

Ognuno ha un odore specifico, ma nessuno ti suscita particolari emozioni, tranne quello del tuo soulmate.

***

L'odore della propria madre per molti era rassicurante, ma per Jason era terrorizzante, o almeno quello che ormai era abituato a sentire: alcool.
Il bambino ricordava a malapena quale fosse la fragranza di Beryl Grace, limone, areosol e... Che altro?
Ormai era sempre coperto da quello rivoltante degli alcolici.
Gli occhioni blu esprimevano tutto il suo terrore, mentre la madre, per l'ennesima volta ubriaca, gli urlava contro cose che un bimbo non poteva ancora capire, aveva solo due anni dopotutto.

Prima che la situazione potesse degenerare, la porta di casa si aprì e sull'uscio apparve una bambina sui nove anni, così diversa da Jason che in pochi avrebbero capito che erano fratelli.
Due cose li accomunavano: gli occhi blu e l'odore di tempesta.
«Talia!» il biondo squittì correndo verso la sorella e abbracciandola. La ragazza dai capelli neri lo strinse a sé mentre la madre li guardava con disprezzo, sguardo che la nuova arrivata ricambiò «Tranquillo ci sono qui io, adesso andiamo in camera, ok?» Jason annuì e prese per mano la maggiore.

Purtroppo, il loro unico genitore non pareva aver apprezzato l'occhiataccia di Talia, così si avvicinò a grandi passi barcollanti «Dove credi di andare signorina?» biascicò afferrandola per i capelli con una presa inaspettatamente solida «Ora noi due facciamo i conti!» la strattonò, allontanandola dal fratello e scatenando il panico nei due.

Jason ricominciò a piangere e cercò inutilmente di aiutare la ragazza, finendo solo con l'essere spinto a terra. Ma Talia era tutt'altro che docile, così cominciò a dimenarsi come un animale in trappola.
«Ah, stupida mocciosa!» la donna lasciò andare la figlia portandosi una mano al volto, dove era stata graffiata.
I due fratelli stavano già correndo lungo il corridoio verso la loro cameretta, dove si chiusero a chiave.
Le urla andarono avanti per qualche minuto, ma alla fine la signora Grace lasciò stare e l'ultima cosa che i due bambini sentirono da parte sua fu la porta di casa che veniva sbattuta.
Quel giorno l'ex attrice Beryl Grace morì in un incidente d'auto.

- - -

Jason non vide la palla arrivare, questo spiegava il motivo dell'incessante risata dei suoi amici Nico e Reyna. Il fatto che questa fosse una delle rare occasioni in cui Nico ridesse così tanto era grande fonte di disappunto per il ragazzo.
Reyna si asciugò una lacrima «Tutto bene Jason? Ha fatto più male la palla o il cadere dalle nuvole» la latino-americana lo schernì sedendosi di fianco a lui e offrendogli una bottiglia d'acqua «Aha, divertente» disse alzando gli occhi al cielo e bevendo un sorso d'acqua.
Il moro si lasciò cadere sull'erba «Molto, comunque Reyna ha ragione, oggi sembri piuttosto distratto» Jason ridacchiò «Deve essere il tuo inebriante odore di patatine fritte» Nico lo guardò storto.
L'odore del ragazzo era piuttosto particolare in effetti: melograno, crisantemi e patatine fritte, Will però giurava che quando era di cattivo umore poteva sentire perfino quello di terra bagnata.
Reyna invece odorava di ebano, magnolia e bruciato, ma non era una puzza, non dava fastidio.
Nessuno sapeva da cosa derivasse l'essenza di una persona.

«Vedi, ti stai distraendo di nuovo» lo rimproverò la ragazza «È successo qualcosa?» gli domandò, improvvisamente seria.
Il biondo scosse la testa «No, è solo che oggi mi è sembrato di sentire un odore particolare, ma è stato troppo breve» sospirò «Sarà stato frutto della mia immaginazione».
Reyna e Nico si scambiarono uno sguardo d'intesa, ma non dissero nulla, non volendo dare false speranze all'amico, così cambiarono argomento e il pomeriggio passò in fretta.

- - -

Una volta rientrato in casa, Jason capì subito che Annabeth era lì con Percy e che nessun'altro era a casa.
Non sentiva ne' l'odore di Paul, ne' quello di Sally, ne' quello di Talia.
Il soggiorno infatti odorava di limone, inchiostro e carta.
Il ragazzo sperò di non essere arrivato in un momento poco opportuno, ma proprio in quel momento il cugino uscì dalla cucina, portando con se' odore di mare, biscotti e cloro «Il mio arrivo vi ha interrotto?» domandò il più alto, in parte scherzoso e in parte serio. Percy gli tirò un pugno sulla spalla ridacchiando «Per tua fortuna no, Annie mi sta aiutando a studiare e ora è su in camera. Me la sono filata con la scusa di dover andare in bagno, ma in realtà non ne potevo semplicemente più» disse lasciandosi cadere teatralmente sul divano «Come se non lo avessi capito da sola».
Jason si voltò, trovandosi dietro la bionda che sorrideva furbamente «Ciao Jason» il ragazzo ricambiò il saluto, mentre Annabeth si stendeva a sua volta al fianco del proprio soulmate «Per oggi può bastare» sospirò, riferendosi allo studio, e ricevendo un bacio sulla guancia come ringraziamento.
Jason sorrise, era felice che suo cugino, anche se erano come fratelli, avesse al suo fianco una ragazza. Così decise di andare in camera propria per lasciargli un po' di intimità, ma nell'allontanarsi rimase colpito da una frase detta dalla bionda «Inizierà la scuola domani, oggi è semplicemente venuta con i genitori a discutere gli ultimi dettagli...» per un attimo il ragazzo pensò di fermarsi e domandarle di chi stesse parlando, ma poi scosse la testa e continuò a salire le scale.

ɪᴛ ᴊᴜsᴛ sᴍeʟʟs ʀɪɢʜᴛ [ᴊᴀsɪᴘeʀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora