capitolo 12

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<<Stupido, idiota, cretino, imbecille, mongoloide di un migliore amico, che diamine di fine hai fatto in questi giorni?! Pensa che ero già pronta a chiamare i migliori agenti 007 sul piano o addirittura l'FBI per trovarti! Ah, e non permetterti mai più di rifarlo, sai? Con quale motivazione, tra l'altro?! Mi stavi per far venire un infarto, mannaggia il pomodoro! Con chi sei stato? E, domanda ancora più importante, dove?! Non hai sentito la mia mancanza? E perché non ti sei degnato di mandarmi nemmeno uno schifoso messaggio con su scritto: "ehi, idiota, sono vivo!" Eh? Perché non l'hai fatto?! Sei sempre il solito irresponsabile! Ah, ma lo dicevano le nostre mamme... ECCOME SE LO DICEVANO! E poi...>> ma non riesco a finire l'ultima frase del mio monologo di sfogo perché una mano si catapulta precipitosamente sulla mia bocca, contornata da un gloss roseo, e per questo il corpo estraneo si allontana simultuosamente da quest'ultima.

<<Ehi, ehi, piccola, sta' zitta. Bleah, che schifo questo coso che mettete voi ragazze... È appiccicoso!>> ribatte Giulio, con una faccia che buffa è dir poco.

<<Non cambiare discorso! Non provarci minimamemte!>> lo avverto.

Caspita, è peggio di un bambino.

<<Oh, diamine, quando ti ci metti sei proprio insistente, sai? Vabene, piccola. Ti racconterò tutto, ma lo farò dopo la scuola a casa tua. Non mi pare il caso di far aspettare ulteriormente il mio povero stomaco brontolante.>> mi dice lui.

Ah, ma vuole venir a casa mia?

Eh, che dici tu, genio del male? Vi conoscete da quando succhiavate ancora il pollice e fate questo da praticamente una vita. Perché ti sembra così strano?

Oh, sta' zitta tu.

E ora come gli dico che Vincenzo abita abusivamente a casa mia per colpa di mia madre? Anche se però questo dovrebbe essere l'ultimo giorno della sua ASSOLUTAMENTE non gradita compagnia, infatti le nostre madri dovrebbero essere di ritorno proprio domani...

<<Ah... No, no, no. Casa mia no... N-non... Non mi va di parlare lì. Perché invece non andiamo a casa tua? Ho proprio tanta voglia di batterti di nuovo a quel gioco... come si chiamava?>> tento di trovare una soluzione per il luogo della nostra "chiacchierata".

Non può venire a casa mia e scoprire che ho vissuto con il mio odiato vicino per ben 3 giorni. Vincenzo potrebbe considerarsi morto.

<<Ehi, cosa c'è che non va?>>

OVVIAMENTE.

Ti pareva che riesco a mentirgli come un bambino di 5 anni di fronte alla domanda: "hai mangiato tu quella torta al cioccolato?"

<<No, davvero, va tutto bene. Solo che ultimamente mi sento come... ehm... come se stando in casa mia non trovassi la forza per fare delle cose...>>

Ma che stai dicendo?

<<Che genere di cose?>> mi chiede lui, con una faccia perplessa.

DIAMINE, E ORA CHE FACCIO?!

<<Beh, dipende dal tuo modo di pensare...>>

Inventa Valentina, inventa.

<<Il mio modo di pensare è quello universale!>> mi risponde lui.

AH, TROVATO!

<<Se lo fosse potrebbe esserlo. Se non lo è, non lo è. Ma se lo fosse lo sarebbe, ma non lo è in alcun modo!>> e ancora una volta, il mio film preferito mi ha salvata!

Grazie mille Pincopanco e Pancopinco, vi farò una statua al più presto.

<<Okay, tu sei matta. Come fai a ricordarti tutte le battute di quel dannato film?!>> mi chiede Giulio perplesso.

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