3. Un piano di fuga

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Non appena la porta della sala si chiuse lasciando i due ragazzi da soli, il corvino crollò su una poltrona lasciandosi andare alle lacrime, e subito il moro gli si avvicinò a inginocchiandosi al suo cospetto.

"Cos'hai amore mio? Perché le tue guance sono pallide? come mai le rose vi appassiscono così in fretta?"

Il giovane accarezzò la guancia del nobile, e quest'ultimo si lasciò scappare un singhiozzo più forte degli altri.

"Forse per mancanza di pioggia...eppure potrei inondarle con la tempesta delle mie lacrime"

Alexander si alzò scansando il giovane, cercando di nascondere il suo dolore.

"Ahimè da quello che ho potuto leggere e udire di favole e di storie, un vero amore non ha mai avuto vita facile"

Magnus lo abbracciò da dietro sussurrandogli quelle parole all'orecchio, nel tentativo di calmare il suo pianto.

"Guerra, morte, infermità l'hanno cinto d'assedio rendendolo momentaneo come un suono, furtivo come un ombra, breve come un sogno! Rapido come una saetta in una notte nera che con impeto rivela cielo e terra e prima che uno faccia in tempo a dire 'ma guarda' le fauci del buio l'hanno già divorata"

I loro volti erano vicinissimi, a separarli era solo una folata di vento ma, per paura che il Duca potesse scoprirlo, Magnus allontanò il giovane dagli occhi blu, continuando a sussurrare un piano di fuga per rendere libero il loro amore.

"Perciò ascoltami amore mio, ho una zia vedova erede di una grande fortuna che mi considera come un figlio e lei sarebbe lieta di accoglierci in casa sua"

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Cupido

Sogno d'una notte di mezza estate||Malec|| ||Saphael|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora