"Mi hai ingannato senza maschera"
Capitolo twenty-five
Che appuntamento di merda.
Accompagno a casa Megan e la noto con un bellissimo sorriso.
"Mi sono divertito un sacco " sussurra. Mi appoggio la mia macchina, le mani sprofondate nelle tasche, mentre un leggero venticello scompiglia i nostri capelli, non parlo , la osservo e rimango in silenzio . L'unica cosa è che ho provato è stato strano. Molto strano.
"Mettilo in carica il cellulare, visto che hai smanettato con il mio per tutto il tempo della pausa" ridacchio.
Lei si stringe nelle spalle, e tiene stretta a sè il piccolo pupazzetto.
Il suo sguardo si oscura ed io chiudo gli occhi, buttando indietro la testa. Mi è sembrato tutto molto strano.Andare a mangiare fuori con lei,passeggiare e poi vincere quel pupazzetto non è stato entusiasmante.
Megan non è una che mangia solo insalata, anzi, ha fatto un pasto completo. Primo piatto, secondo e poi anche il dolce. Ha preso molto più cose di me, il fatto è che avevo lo stomaco chiuso. Guardavo la chat di Amber e provavo a scriverle ma mi aveva bloccato.
Mi sarei presentato da lei, a mezzanotte giusta, con un mazzo dei suoi fiori preferiti, avremmo fatto l' amore e poi invece di litigare sulla sua solita domanda di diventare fidanzati, le avrei dato la sua risposta una volta per tutte. Il mio piano era perfetto.
Era strano pensare al fatto che quando avevo chiesto ad Megan se mi faceva assaggiare, mi rispondeva che io avevo ordinato un piatto, e lei quello. E ognuno ha il proprio ordine.
Quando esco con Amber, quelle poche volte che usciamo, ma anche fin da bambini, abbiamo quella strana abitudine di prenderci a testa due piatti preferiti che condividiamo.Piccole attenzione a cui non davo la giusta importanza, ma che quando non ho avuto, ho sentito una strana sensazione.
In questo momento mi sento confuso.
Osservo Megan e sospiro.
"E per te? Com' è stata la serata?"
Nulla di che.
"È stata diversa"
Diversa, in tutti i sensi.
Perchè Amber si prende cura di me, anche quando non lo so, mi fa sentire a mio agio, protetto, felice, desiderato. Mi sento speciale.
Con te, Megan. Con te mi sento in dovere di proteggerti, e l' unica cosa che desidero è il tuo profumo color miele.
"Assomigli molto a lei" mormoro.
"A chi?" chiede.
"Assomigli molto a mia madre" Dico, senza pensarci.
"Com' era lei?" chiede e si avvicina a me. Abbracciandomi. Le mie mani scivolano lungo i suoi fianchi.
"Lei arrossiva ad ogni complimento di mio padre, lei era una mamma bellissima e stupenda. L' amavo tantissimo, e mi sono sempre chiesto il perchè ci ha fatto.. " mi blocco.
Stringo i pugni, lungo i fianchi di Megan. Lei si alza sulle punte e mi bacia.
"Shh, stai tranquillo."
Le richiedo l' accesso, perchè voglio sfogare la mia rabbia in questo modo. La spingo contro la mia macchina e appoggio i palmi accanto alla sua testa, e la bacio. Con foga. La sua lingua inesperta a contatto con la mia.
Il volto di Amber mi appare nella mente, quando per la prima volta ci siamo baciati. Io avevo già baciato tre ragazze prima di lei, nel gioco della bottiglia. Ed ora eravamo usciti io e lei. Osservo la bellissima ragazza davanti a me, è quella che ha più tette di tutte qui dentro, e i miei amici vogliono toccarla nel gioco 'Dieci minuti in paradiso'. Col cavolo. Non avrebbero toccato la mia migliore amica. Lancio un' occhiata ai miei amici, e mi avvicino alla mia Rossa. "Sicura?" chiedo. Lei annuisce e si morde il labbro e io osservo il suo gesto per poi baciarla. Mugolo quando le sue labbra al sapore di fragola entrano in contatto con le mie, e poi la bacio. La bacio con foga e la attiro sulle mie ginocchia. Accarezzo la sua schiena e poi arrivo al sedere che stringo. E tutti gridano un olè, ci stacchiamo e rimaniamo ansanti. Lei arrossisce e sgrana gli occhi quando sento la mia reazione sul suo corpo. "Beh, mi fai sempre questo effetto, tutte le volte che dormiamo insieme" ridacchio. Mi dà un bacio sulla guancia e si siede accanto a me.
Prendo la sua mano e la tengo stretta alla mia. "Beh, visto che prima Liam mi aveva dato un jolly per dire un obbligo ad una persona, e che al gioco Dieci minuti in paradiso si gioca solo una volta, obbligo Amber a giocarci con me!" . Non successe nulla di che, in quella stanza, solo che ci siamo baciati, per più di dieci minuti, non riuscivamo a staccarci le mani di dosso. Ecco perchè adoravo i baci nella privacy con lei, era speciale e passionale solo se eravamo soli, se lo facevo in pubblico era solo una questione di volgarità e possessione.