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Caro Oswald,

Prima di dilungarmi a narrare della mia vita -passata, presente o futura, vedremo- vorrei che ti fosse chiaro come intendo mandarti le mie lettere, sperando che tu riesca davvero a leggerle, in qualche stano modo.

Non è niente di troppo difficile, anche se ammetto che avrei potuto pensare ad una soluzione più decorosa e meno ambigua -credo che sia il fatto stesso che io stia scrivendo ad una persona morta che renda impossibile mettere da parte le stranezze- ma permettimi di confessarti che questa è stata la prima cosa che mi è venuta in mente.

Infatti, sono proprio io a scrivere su un pezzo di carta qualunque, poi lo accartoccio per bene o lo piego, dipende, vengo al molo in macchina- a piedi sarebbe una gran fatica- e consegno al luogo in cui dormi il bottino, che affonda nell'esatto punto dell'acqua in cui sei annegato tu e ti raggiunge- o almeno si spera-.

Magari un giorno scoprirò a malincuore che, in realtà, non hai letto nemmeno una delle mie lettere, ma nel frattempo ci spero.

Infine, credi che così stia inquinando l'ambiente?

Alla prossima,
l'uomo che prima ti ha spedito in mare e ora ti spedisce delle lettere- cogli la macabra ironia, ti prego-.

It's me, my old friend Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora