PREMESSA:
Ho scritto questa one shot nella settimana tra la semifinale e la finale di Amici, senza però correggerla del tutto e anzi, saltando addirittura alcune parti. L'altro giorno (dopo quasi cinque mesi) stavo curiosando tra le note del mio telefono e mi è capitata nuovamente sotto gli occhi. Rileggendola mi sono accorta che mi sarebbe dispiaciuto lasciarla così, abbandonata, e quindi ho deciso di completare le parti mancanti e postarla. È la prima volta che scrivo, di conseguenza non aspettatevi chissà cosa perché mi sono semplicemente sentita ispirata e ho deciso di buttare su carta ciò che Filippo ed Einar mi fanno provare, ma non ho nessun talento. Detto questo, smetto di parlare perché penso di avervi già annoiati abbastanza e... buona lettura!Filippo se li ricordava tutti i momenti passati con Einar.
Ricordava la loro prima conversazione in sala relax, quando erano ancora degli sconosciuti che condividevano la passione per la musica. Irama era lì da poche ore ed aveva già stregato Einar, il quale aveva messo da parte la timidezza che solitamente provava quando non conosceva qualcuno e con fin troppa naturalezza era riuscito a dialogare con il nuovo arrivato, parlando di come aveva iniziato a cantare, delle lezioni di musica che non aveva mai avuto l'opportunità di prendere e dell'occasione meravigliosa che rappresentava Amici per lui. E Filippo non era da meno: il cubano aveva attirato subito la sua attenzione e fu più che felice di trovare già il primo giorno qualcuno che parlasse con lui sinceramente e con spontaneità, mostrandosi per quello che era. Non gli era servito molto tempo per capire quante poche persone lì dentro fossero se stesse al cento per cento, chi spaventato delle telecamere e dal contesto televisivo in generale, che li portava a chiudere la bocca e a non essere in grado di esprimere la propria opinione, e chi perché voleva apparire migliore di ciò che effettivamente era, risultando soltanto falso. Ma Einar no, lui non si nascondeva, lui era se stesso, con pregi e difetti, era sempre così sincero - a volte anche troppo - e a Filippo erano bastate poche ore per capirlo.
Ricordava i duetti che avevano improvvisato, entrambi felici di condividere le proprie canzoni con una persona che sembrava poterle capire così bene - arrivando addirittura ad immedesimarcisi e a sentirle proprie - come nessuno prima aveva mai fatto, quasi le loro anime, per quanto diverse, fossero in realtà una sola. Che in realtà tutte queste differenze Filippo non riusciva neanche a vederle. Se si parlava delle loro vite passate, quelle sì che erano due cose distinte: il ventiduenne sempre fuori casa, con un bisogno di trasgredire le regole e di vivere alla giornata che lo aveva portato ad essere definito il ribelle della famiglia; mentre il cubano era più tranquillo, preferiva pensare al futuro e andava alla ricerca di certezze, per la paura di affrontare gli anni a venire da solo. Eppure quando rimanevano soltanto loro due, racchiusi nella loro bolla per cantare, per chiacchierare o semplicemente per godersi la presenza dell'altro, in questi momenti Filippo capiva quanto le loro anime fossero simili: entrambe logorate dal dolore, da quel tipo di sofferenza che due ragazzi così giovani non dovrebbero aver già provato, piene di cicatrici nascoste più o meno bene, piene di ferite ancora aperte; eppure due anime forti, combattenti, che erano riuscite a trovare il coraggio di rialzarsi, di superare gli ostacoli che la vita aveva loro presentato e di andare avanti; due anime che nonostante tutte le difficoltà erano riuscite a conservare la dolcezza e l'umiltà che le contraddistingueva, due anime che non si erano fatte rovinare dalle cattiverie della vita ed erano rimaste pure.
Il ventiduenne ricordava le loro uscite in giro per Roma, per recarsi dal parrucchiere o a fare la spesa. Non erano mai programmate, all'ultimo momento si dicevano "io devo andare in questo posto, ti va di venire con me?" e l'altro accettava sempre, perché qualche ora di normalità per prendersi una pausa dalla vita sotto i riflettori non poteva che fare bene. E poi c'era il secondo motivo, ovvero la voglia di stare insieme e di condividere con l'altro anche le piccole cose. Non se lo erano mai esplicitamente detti, ma entrambi in quelle uscite ricercavano momenti di quotidianità da poter vivere insieme, perché nonostante la loro conoscenza fosse avvenuta in un contesto televisivo, entrambi sapevano che il loro rapporto non si sarebbe limitato a quello, che erano molto più di due ragazzi che avevano legato all'interno di un talent, che ormai facevano parte l'uno della vita dell'altro. O almeno Filippo ci sperava.
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Te lo ricordi? - Eiram
FanfictionAmbientata durante la semifinale di Amici 17, quando Filippo prende la maglia nera e osservando il proseguimento della gara si ritrova a pensare ai momenti che ha passato con Einar.