IV. LADRI

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Such a beautiful view

IV. LADRI


Per Minho, quella, è senza dubbio l'estate più strana di tutta la sua vita.
La più vera. La più viva.
Due settimane sono passate come un fulmine da quel famoso giorno in spiaggia e adesso non gli sembra che un ricordo lontano anni luce. Le serate al pontile con Taemin sono diventate sempre più frequenti, una quotidianità che trova il posto per esserci ogni giorno. I pensieri che lo riguardano si sono triplicati, nella sua testa sembra esserci spazio solo per quello.
Taemin. Taemin. Taemin.
Sempre Taemin, come un'ossessione. Nient'altro lo impegna come lui, gli dedica minuti, ore, giornate, senza rendersene conto.
Ha iniziato a frequentare assiduamente anche i suoi due amici strambi, per forza di cose, ma inaspettatamente anche per piacere. Jinki fra tutti è quello che vede di più e che vuole vedere di più. Quel ragazzo è una forza sotto ogni aspetto, e lo è in modo naturale, genuino. Apprezza il suo sorriso gentile, e l'onestà disarmante insita nel suo carattere. Lo sguardo che gli si fa serio quando è in ritardo con le consegne ed è nella merda fino al collo, e la sua ironia che sfiora tanto l'idiozia, con le cose senza senso apparente che riesce a sparare in qualsiasi situazione e che rasentano l'assurdo.
Apprezza il suo carattere lunatico, e anche quando deve far tornare i conti ed improvvisamente diventa serio e acuto. Con lui sta inaspettatamentebene, si diverte, ride e ragiona, e poi, soprattutto; si fida. Per questo è una delle poche persone che ha deciso di far entrare nel suo piccolo limbo poco frequentato da sempre.
Un'altra novità, un altro piccolo cambiamento. Era da un bel po' che non faceva spazio nella sua vita già piena di spazi, per far entrare qualcuno.
Ha iniziato a lavorare in officina di tanto in tanto, quando ha un buco libero e quando Jinki ne ha più bisogno. Gli ha insegnato parecchie cose e forse è anche per quello che lo rispetta tanto. Pensare che si è proposto per gioco, un modo come un altro per ammazzare la noia. Si occupa solo delle piccole cose, per ora, mansioni di poco conto come il cambio delle ruote, controllo dell'olio e roba del genere. Sono solo i primi passi, ma gli piace. È un lavoro tosto, da uomo, bisogna avere una certa manualità che si acquisisce soltanto maturando l'esperienza, e lui ha tutto il tempo per migliorarsi, e poi bisogna sapersi sporcare le mani, e questo ha imparato a farlo almeno in parte, e ne è orgoglioso.
Non gli importa più un cavolo se gli capita di tornare a casa con una macchia d'olio sopra ai suoi jeans preferiti, magari i più costosi. In un certo senso...non è più lo stesso di un tempo.
Contro ogni sua aspettativa, invece, Jonghyun continua a lavorare al bar di Kibum. Era convinto che avrebbe mollato il secondo o il terzo giorno al massimo, e invece si sbagliava alla grande ed è forse la prima volta ad essere sinceramente contento per non averci azzeccato, anche un filo orgoglioso a dirla tutta, ma cerca di non darlo troppo a vedere per non fare la figura del pallone gonfiato.
Ma il merito resta il suo.
Taemin, tra tutti, è quello che vede più spesso per volontà di entrambi anche se non se lo sono mai detto esplicitamente.
Il tempo li ha avvicinati tantissimo ma non ha cambiato di molto le cose, lui resta sempre un'incognita.
Un codice indecifrabile.
Un rebus che non è in grado di interpretare. Non ancora.
Il loro rapporto resta strano, indefinito e indefinibile. Qualcosa oltre l'amicizia e meno dell'amore.
È un continuo gioco all'insegna della scoperta.
Trascorrono pomeriggi afosi e notti troppo brevi in compagnia l'uno dell'altro. Si studiano come due animali curiosi ma diversi; uno resta nei confini, immobile dietro la linea invisibile che si è imposto di non superare, l'altro quella linea continua a cancellarla e a farsi più vicino.
Per Minho tutto si è fatto più concreto. Il mondo fuori alla sua stanza è lo stesso di prima, ma ora ha acquistato spessore, ora è diventato palpabile. Lo vive lui e non ascolta più le storie degli altri, non è uno spettatore o una comparsa, ma bensì il protagonista.
Il marciapiede di quel vicolo buio in cui si siede tutte le sere a bere birra, la serranda di quel locale sempre chiuso su cui poggia la schiena mentre aspetta che Taemin si decida ad alzarsi e ad avviarsi verso casa. La panchina di marmo nella piazza, il profumo nell'aria che cambia tra le tre e le otto del pomeriggio. Il tetto di quella casa in lontananza che diventa d'oro quando il sole lo sfiora mentre nasce. Le luci e i colori della notte che lo hanno completamente conquistato.
Posti, dettagli, pensieri sempre esistiti e a lui estranei fino a pochissimo tempo fa, ora sono diventati il suo vivere.
O forse no. È tutto troppo strano.
La sua estate si sta svolgendo in una maniera che mai avrebbe pensato, gli sembra di vivere la vita di un altro. Come se quel mezzo mese trascorso facesse parte di una vita a parte, qualcosa di intermedio che nel mondo reale non esiste. Che non può.
Qualcosa destinato inevitabilmente a finire.

Such a beautiful view [2Min ita]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora