Jasper stava uscendo dalla porta dell'infermeria quando una nuova fitta alla milza lo fece piegare in due. Non ci riusciva a fare il duro, non con i crampi ad ogni singolo muscolo che si sentiva in corpo. Non si era ancora ripreso del tutto, stando alle indicazioni ormai note di Paula, una snellissima figlia di Apollo con la passione per la musica dance.
La spossatezza l'aveva colto in fallo il giorno prima rendendogli impossibile alzarsi dal letto. Poi sapeva cosa seguiva la spossatezza: i crampi, la milza dolorante, poi il dolore di stomaco e la consunzione. Erano i magici passaggi, non gli piaceva chiamarli sintomi, che gli dicevano che aveva esagerato ancora una volta. E ovviamente, come sempre, ad attenderlo fuori dalla cabina di Apollo, dopo aver notato la sua assenza alle attività del pomeriggio, c'era Shoshanah. I
n realtà sembrava più intenta a pulire le lenti dei suoi occhiali da sole che altro, ma non appena vide il figlio di Ade, alzò lo sguardo e si imbronciò ancora di più.
"Immaginavo fossi qui" sillabò con la solita mancanza di interesse, senza però muovere il minimo passo per andargli incontro. Non che se lo aspettasse, Jas era abituato.
"E immaginavi bene".
"Quanto questa volta? Una settimana?" chiese un pochino più interessata.
"Quattro giorni. Non mi ero ripreso bene dall'ultima".
"Devi allenarti di più con le evocazioni se vuoi diventare più forte" sussurrò, quando il ragazzo le stava ormai arrancando accanto. "Ti accompagno alla tua cabina, ti dispiace?".
Era strano che Shoshanah rivolgesse delle domande agli altri. Di solito era tiepide constatazioni od ordini, ma Jasper sapeva di essersi meritato quel particolare trattamento da lei.
"Come preferisci, Sho. Tanto anche se non mi andasse lo faresti comunque".
I due si misero a camminare tra le cabine senza nessuna fretta, passando all'ombra quando possibile, fermandosi di tanto in tanto per lasciar passare i gruppetti di semidei che si spostavano da un lato all'altro del campo. A vederli dall'esterno non si sarebbe detto che andassero nella stessa direzione, soprattutto perché se ne stavano zitti per la maggior parte del tempo, tranne quando si scambiavano qualche considerazione velenosa. Però Jas sapeva che Shoshanah agiva così verso di lui per gentilezza, e, alla sua strana maniera, lo apprezzava.
Quando aveva evocato il fantasma, o spirito, di Fabrice la prima volta, due anni prima, era stato colto da una gioia enorme. Rivederlo, lì nella sua fossa piena di Diet Coke e caramelle frizzanti, gli aveva dato una ragione per accantonare un attimo tutta la rabbia e il dolore che aveva dentro. Era stato un incontro toccante, ma Jasper non l'aveva detto a nessuno, nemmeno a Jazlynn per paura che il suo giudizio potesse ulteriormente peggiorare. Poi Shoshanah era arrivata da lui una mattina e gli aveva fatto toc-toc sulla spalla, aveva preso posto accanto a lui, aveva mangiato uno dei suoi pezzi di pancetta (davanti allo sguardo attonito suo e di Jazlynn) e poi gli aveva detto in tono stentoreo (o disinteressato): "Io so cosa nascondi nel bosco".
Era scoppiata la bagarre, Jazlynn aveva preteso immediatamente di sapere cosa fosse, e poi era stata sentita da Scarlett e Sue, tutti avevano iniziato a chiedersi che strumento del male il figlio di Ade potesse nascondere nel fitto del bosco, quando, tutto a un tratto, Jasper aveva deciso di averne abbastanza e aveva tirato fuori il mazzo di carte di Ade.
Dall'ultima volta che Jazlynn le aveva viste, un paio di giorni addietro, erano parecchio cambiate, per il semplice fatto che ora non erano più tutte nere, oh no. Ora c'erano ben due miserrime immagini a decorarle, una era quella che aveva visto anche la prima volta, mentre l'altra raffigurava, sempre con quello strano abbinamento di nero-su-nero, una lancia spezzata in più punti. "Non sono semplici carte" aveva iniziato a spiegare Jasper, passando le mani sopra il mazzo per provare a sentire quel familiare formicolio alla pelle che aveva sentito la prima volta. Una specie di brezza fredda impercettibile. "Sono come delle carte di Mythomagic, ma vere e proprie".
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Odissea del Nord
DiversosA distanza di due anni dalla caduta di New Troy, grandi e piccole cose sono cambiate al Campo Mezzosangue: qualcuno si è innamorato, qualcun altro ha intrapreso la via del college, qualcun altro ancora ha deciso di assomigliare a Kurt Cobain, ma mor...