Capitolo 78

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23 luglio 2013

Ore 0.53

Johann cadde sulla schiena e Stella gli franò addosso, ma entrambi immediatamente guardarono il lupo grigio carambolare a terra e rotolare via, per poi finire contro il tronco di un abete e far tremare l'intero albero.

«Cos'è stato?» domandò Völler, intimorito. «Cosa l'ha colpito?»

Dal fitto degli alberi emerse un altro lupo, molto grande, con il pelo nero e gli occhi colore del ghiaccio. Avanzò minaccioso e si frappose tra il lupo grigio e le sue prede. Il secondo animale si chinò in avanti allungando le zampe e artigliò il terriccio, dopodiché prese a ringhiare e ad abbaiare contro il nemico che si stava rialzando.

Stella provò ad avvicinarsi al lupo nero, ma Völler la trattenne per un braccio. «Che diavolo fai? Sei impazzita? Torna qui!»

«Lasciami andare!» gridò lei e con uno strattone si liberò.

Johann osservò la scena, basito e finalmente vide entrambi gli animali che per mesi erano stati la sua ossessione. Cristo, pensò, erano reali quei dannati mostri! Non era un sogno! Per tanto tempo aveva dato la caccia a dei fantasmi e ora li aveva di fronte a sé.

Lentamente indietreggiò, trascinando Stella con sé, ma la ragazza continuava a opporgli resistenza. Poi, quando si furono nascosti dietro alcuni alberi, sbirciando attraverso i tronchi, Johann domandò: «Dov'è tuo fratello? Qui ci sono soltanto due animali del cazzo! Dov'è lui?»

Lei non rispose e continuò a fissare il lupo nero.

«Ragazzina, non farmi perdere tempo!» sbottò il tenente. «Dov'è Lukas?»

Stella si voltò verso l'uomo, rassegnata. «Non hai capito niente.»

«Dov'è tuo fratello?» tuonò Völler, risoluto. «Dimmi dove cazzo è!»

«È là, brutto idiota!» urlò Stella e indicò il lupo nero.

Völler aguzzò lo sguardo, ma non vide nulla. Tornò a osservare la ragazza con aria interrogativa e attese una spiegazione che non arrivò. «Dov'è?» chiese per l'ennesima volta. «Io non lo vedo! Non vedo un accidente!»

Stella sbuffò e guardò i due animali che si stavano studiando, misurando a piccoli passi l'ambiente circostante. Poi all'improvviso il lupo nero scattò in avanti e caricò il suo nemico, lo urtò con violenza e lo respinse, ma l'altro, come se avesse intuito la mossa, parò l'urto e prese a spingere con le zampe posteriori. Le due fiere s'impennarono e agitarono nervosamente le zampe anteriori cercando di ferirsi con gli artigli, mentre nel frattempo le loro fauci affondavano nella pelliccia e nella carne e mordevano rabbiosamente.

Si separarono dopo il terzo assalto, entrambi zoppicanti e indietreggiarono ringhiando. Il loro sangue macchiava le pellicce e riluceva sotto i raggi della luna. Si scambiarono sguardi furenti, si abbaiarono contro di nuovo e infine ripartirono all'attacco.

Johann fissava la scena senza staccare gli occhi. «Perché si stanno massacrando?» chiese a mezza voce. «Finiranno per uccidersi.»

Stella riprese a seguire i movimenti guizzanti del lupo nero.

«Perché tuo fratello non c'è? Deve fermare questi... "cosi", dannazione!»

Lei si voltò di scatto, con gli occhi lucidi e scrutò con amarezza Völler. «Mio fratello è il lupo nero», sussurrò.

«Che hai detto?» saltò su Johann. «Sei impazzita?»

«No!» esclamò, asciugandosi le lacrime. «Lui è... un lupo.»

E le tenebre scesero sopra FriburgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora