Probabilmente questa è l'ultima volta che vedrò Sherlock. Sta per salire su quell'aereo, sto per perderlo.Di nuovo.
-Dato che forse sarà la mia ultima conversazione con John Watson,ti dispiace lasciarci soli un minuto?- chiede il mio migliore amico a suo fratello. A questa richiesta quest'ultimo fa un leggero segno di assenso con la testa e raggiunge mia moglie, che ha le mani sulla pancia come a proteggerla da non so quale minaccia.
Riposo lo sguardo su Sherlock, respira in modo tranquillo,sorride come se non stesse per volare lontano da Londra, da Baker Street, da me. Ma i suoi occhi, le sue iridi alle quali non sono mai riuscito a definire un colore,sono lucide facendone risaltare la bellezza. Vorrei parlare ma non ci riesco, sono troppo impegnato a guardarlo cercando di ricordare anche il minimo dettaglio del suo viso, un viso che conosco alla perfezione. In ogni sfumatura,in ogni stranezza o comportamento. Ho notato che il suo sguardo è vuoto quando pensa,gli occhi diventano di un colore più scuro quando non riesce a risolvere un caso, mentre quando si nota la sfumatura dorata significa che è eccitato per qualcosa. La bocca fa una piccola smorfia laterale,quasi impercettibile,quando mente. Si crea una piccola ruga tra le sopracciglia quando prova ad esprimere a parole quello che prova...
-eccoci qui- dico obbigandomi ad interrompere il flusso dei miei pensieri
-William Sherlock Scott Holmes-
- Come?-
-è il mio nome completo,se cerchi un nome per il bambino- rido del suo tentativo di smorzare la tensione
-No,dalle ecografie è quasi sicuramente una femmina...sai,non mi viene in mente niente da dire-falso,Sherlock avrei così tante cose da dirti,da rinfacciarti,da confessarti...ma,come avevi detto tu una volta,non sono concetti esprimibili a parole
-nemmeno a me-
ti guardo,ti osservo cercando di imitarti,provo a dedurti,barando perché non hai segreti con me, hai fatto quella piccola smorfia con le labbra,stai mentendo. Forse anche tu hai qualcosa da dire,qualcosa da aggiungere. Forse è troppo tardi per farlo.
-John c'è una cosa che vorrei dirti- lo guardo,isuoi occhi ghiaccio diventano ancora più chiari,si forma la ruga tra le sopracciglia -è tanto che volevo dirtela,e non l'ho mai fatto,dato che é improbabile che ci incontreremo di nuovo,sarà meglio dirtela adesso- fa una pausa,indeciso sul da farsi- Sherlock è un nome da femmina- faccio una risata, tra il divertito e l'amaro ,anche tu sorridi
-non è vero- mi guarda,mi osserva,come se volesse fotocopiarmi,i suoi occhi di solito freddi mi scrutano da cima a fondo mentre un sorriso sincero prende posto sulle sue labbra
-ci ho provato-
-non darei mai il tuo nome a mia figlia-
sarebbe troppo doloroso Sherlock, tu per me sarai sempre il solo ed unico William Sherlock Scott Holmes-sarebbe stato bello- l'unico consulente investigativo al mondo allungha la mano verso di me,
puoi scordati che la nostra ultima conversazione sia questa
-Sherlock, ora dimmi quello che avevi realmenteintenzione di dirmi,non avresti allontanato tuo fratello,in più ti conosco ,c'è dell'altro e,Sherlock, è il momento giusto per parlare- sembra spaesato ma poi sorride triste
-in verità ti avevo già rivelato tutto John,al tuo addio al celibato,ma tu eri troppo ubriaco per ricordare la tua reazione,o più semplicemente per ricordare il mio discorso ,il giorno dopo, era comunque troppo tardi John-
-Sherlock, non capisco-
-John,sei proprio un idiota...Come ti ho detto durante il discorso del tuo matrimonio,io sono un uomo ridicolo,riscaldato dalla costanza e dalla fedeltà della tua amicizia- ha pronunciato l'ultima parola un'ottava più bassa del normale -john,quella sera ti ho confessato che avrei voluto essere presente al tuo matrimonio,ma non come testimone. Ti ho parlato di come sarebbe stato divertente vedere quell'antipatico di mio fratello alle prese con il discorso da testimone e come sarei stato felice nel vedere quel banale anello sui nostri anulari,ho sempre disprezzato l'idea del matrimonio, ma tu sei la mia eccezione John...sei un idiota, ma sei il mio idiota e ti amo.-fece un sorriso triste, nella mia mente il vuoto totale,mi giro verso mia moglie, la donna che ha in grembo mia figlia,dalle guance di Sherlock scivola una lacrima traditrice,prendo un sospiro
-no John ,non parlare,so di essere arrivato tardi,so che ami Mary e la bambina, non aggiungere altro,voglio che la tua reazione rimanga la stessa di quella sera,addio John H. Watson.- si gira per andarsene ma lo blocco per un braccio- no Sherlock, tocca a me. Non ricordo questa tua confessione,né tantomeno la mia reazione, in effetti avrei dovuto evitare di aggiungere alcool nei tuoi dannati baker da laboratorio,comunque Sherlock io ti ho amato dal primo istante in cui ti ho visto in quel laboratorio del Bart's e ,sappi ,che mi butterei da 100 ospedali per salvarti e prenderei altrettanti aerei come questo per garantire la tua sicurezza. Sherlock siamo sempre in due,sempre io e te contro il mondo. Vedi di tornare sano e salvo , perché io ti aspetto qui,con tutto me stesso.- dico tutto d'un fiato, ignorando le conseguenze delle parole e delle mie azioni,mi avvicino all'unico uomo che amo e prendendolo per la nuca lo avvicino a me in un gesto stranamente familiare,ma comunque spettacolare e lo bacio. Lo bacio con tutto l'amore che non sono capace di esprimere a parole mentre lui allunga le braccia per cingere i miei fianchi e darmi un ultimo bacio. Gli occhi di Sherlock presentano quella sfumatura dorata che amo.
-Arrivederci John-