Capitolo 2

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Clarissa


Guardo distrattamente fuori dalla finestra della mia camera al piano superiore. Da qui vedo il cortile davanti casa con l'erba perfettamente tagliata, così come quella di tutti gli altri cortili del vicinato. È un quartiere particolarmente benestante, di recente costruzione, e pare che nulla debba essere fuori posto, nemmeno un filo d'erba. Sbuffo: non riesco a proprio a concentrarmi sull'ennesima ricerca extra di storia che devo consegnare entro domani e mi perdo perfino a studiare l'altezza dell'erba dei vicini. Sono giorni ormai che sono afflitta da questa brutta sensazione. Il fatto è che sono così felice con Ethan che ho il terrore che non possa durare. Di solito, appena abbasso la guardia, accade qualcosa che rovina la mia felicità. Proprio come la scorsa estate, quando i miei mi comunicarono che avremo traslocato di nuovo lasciando il Kansas per venire ad abitare qui, a El Paso. Lasciare gli unici amici che abbia mai avuto è stata la cosa più straziante che abbia mai dovuto fare. Ancora oggi, mi si stringe il cuore pensando a Kate, Annabelle, Mark... e Liam. Come per telepatia, sullo schermo del pc compare l'avviso di una videochiamata da parte di Kate. Rispondo subito con un sorriso.

«Ehi, Kate!»

«Ciao, straniera! Che fine hai fatto? Sono due settimane che non riesco a parlarti!».

Mi dipingo in faccia un'espressione mortificata. «Lo so, mi dispiace. Ma non riesco a trovare nemmeno il tempo per respirare», mi giustifico, davvero dispiaciuta. Ed è vero: non riesco più a stare dietro a tutto. Tra lo studio, gli allenamenti e Ethan, il tempo per chiacchierare con la mia vecchia amica scarseggia. Mi sento un po' in colpa, ma tutto ciò a cui riesco a pensare è al mio ben tenebroso. Kate sbuffa sonoramente e assume un'espressione piuttosto scettica.

«So che sei occupata...», replica con una smorfia sul suo bel viso, «però dovresti riuscire a trovare del tempo anche per i tuoi vecchi amici. Avrai notato che gli altri non si fanno più vedere in videochiamata, no? Si sono stancati di essere snobbati da te».

Abbasso il capo, mortificata, perché so perfettamente di cosa sta parlando. Degli amici del Kansas ormai solo Kate continua a cercarmi. Gli altri ci hanno rinunciato. Il primo è stato Liam, che non mi ha più rivolto parola da quando sono partita senza salutarlo. Certo, se non contiamo lo scontro che abbiamo avuto prima di Natale, quando sono tornata in Kansas per il funerale di sua madre. Non voglio nemmeno ripensare a quel giorno... il giorno in cui ho capito di aver perso definitivamente il mio migliore amico. Osservo distrattamente il mio palmo sinistro: la cicatrice che mi sono procurata quel giorno è sempre ben visibile, a ricordarmi che, da qualche parte in Nevada, c'è un ragazzo che mi odia.

«Hai notizie di Liam?».

L'espressione di Kate si rabbuia un pochino. «Si fa sentire sempre meno... però sembra tranquillo», risponde cupa. Annuisco impercettibilmente, mentre un'altra ombra scura va a intaccare la mia aura di felicità. Poi Kate aggiunge con un pizzico di acidità nella voce: «Immagino che anche lui si sia fatto dei nuovi amici da quando è andato ad abitare con suo padre a Las Vegas, e non abbia più tempo per noi...».

«Non essere cattiva. Lo sai quello che mi succede», replico io sulla difensiva. Lei scuote leggermente la testa, con espressione poco convinta.

«Senti, ora devo andare. Ci sentiamo presto, okay?»

«Certo, Kate. A presto», la saluto io. «Ti voglio bene», aggiungo in fretta. Ma lei non mi sente perché ha già chiuso la comunicazione. Sospiro rassegnata. Poi mi accorgo che sono quasi le quattro e subito mi torna il sorriso. Chiudo il libro di storia e corro a sedermi sul letto per allacciarmi in fretta le mie Converse bianche, quelle che Sara ha modificato riempiendole di piccole borchie d'acciaio come regalo per il mio compleanno. Afferro il telefono e le chiavi della mia auto dalla scrivania color avorio, come il resto dell'arredamento. Appena traslocato odiavo questa stanza, ma ora comincio ad apprezzare anche l'antiquata carta da pareti floreale. Ormai credo di considerare questo posto davvero casa. Lascio la camera e corro giù per le scale.

Mai più con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora