love is weakness

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Il sortilegio era ormai alle porte. Il tempo stringeva e la situazione pesava non poco.
Gli sguardi degli abitanti di Storybrooke si mescolavano confusi.

«Cosa ci succederà?!» domandò una voce tra le tante. La domanda fu ripetuta più volte fino ad arrivare all'attenzione di coloro che si erano presi la responsabilità di gestire quella situazione.
Snow, David, Emma, Henry si scambiavano sguardi preoccupati. La bionda incontrò lo sguardo di Regina un'attimo prima che quest'ultima prendesse la parola. Capì che la bruna sapeva esattamente cosa stesse accadendo.

«Non abbiamo molto tempo, vi prego di ascoltarmi.» intervenne decisa. Non aveva urlato, ma il suo timbro di voce fermo e l'autorità che la sua figura trasmetteva permisero che gli interlocutori recepissero con chiarezza il messaggio. La folla impaziente di capire cessò di brulicare.
«Questo sortilegio è stato creato per precedere quello che avrebbe portato solo distruzione, lanciato da Peter Pan.»
La donna prese un respiro profondo prima di proseguire.
«ci riporterà nel luogo da cui proveniamo.»

«Nella foresta incantata?» domandò secco Brontolo, scaturendo un nuovo brusio da parte degli abitanti.
La mora chiuse gli occhi, mentre un groppo le si formava in gola e la vista le si annebbiava. Scacciò ogni genere di esternazione fisica del suo malessere.

«Purtroppo non proprio»
La voce era malferma ma convincente. Nonostante tutto le sue parole scatenarono il panico.
Tra la gente si levavano richieste di spiegazioni contornate da lamenti preoccupati e voci spezzate.
La bruna guardò il piccolo Henry prima di proseguire, cercando di sopprimere il senso di nausea che le procurava il pensiero che in quella fiaba, ancora una volta, non c'era in serbo alcun lieto fine per lei.

«Ci riporterà esattamente nel luogo da cui proveniamo.»
Calde lacrime iniziavano ad accumularsi negli occhi di Regina, lacrime che non sarebbero mai cadute. O almeno era quello che la donna sperava. Le ricacciò, sbattendo rapidamente e più volte le palpebre.
Rivolse uno sguardo preoccupato alla Salvatrice. Si fece forza nel pronunciare quelle parole che le bruciavano nel petto.

«Emma, tu resterai qui.»
Represse un singhiozzo con fatica ma ebbe successo. La bionda la guardò turbata e leggermente incredula.
«Henry è nato sulla terra, per cui non potrà venire. Ha bisogno di qualcuno che lo guidi, ha bisogno di sua madre.»
Emma non replicò, comprendendo appieno la situazione e quanto duro sarebbe stato il futuro per la donna davanti a lei, che di sicuro ne sarebbe uscita distrutta, e non poté soffocare una lacrima che ora le percorreva il viso.
Ci fu un intenso silenzio, ma Regina sapeva di dover continuare
«Purtroppo questa città non verrà solo distrutta. Sarà molto peggio. Sarà come se non fosse mai esistita. Dalle vostre menti svaniranno tutti i ricordi che avete di noi. Torneremo ad essere solo favole.» la bruna dovette fermarsi, la gola che le bruciava.
Emma rivolse distrutta lo sguardo a quei genitori che tanto aveva faticato a trovare. Ed ora era costretta a dirgli addio, per sempre. Era costretta a tornare a credere di non averli mai avuti, due genitori che la amavano. Eppure non erano gli unici senza i quali sapeva si sarebbe sentita persa.
«Sarò costretta a dare ad entrambi, nuovi ricordi, come il primo sortilegio. Il mio regalo per voi saranno ricordi felici.»
Emma cacciò indietro le lacrime.

«ma sarà una vita finta.» dedusse con voce rotta la Salvatrice.

«solo il passato lo sarà. Ma il futuro sarà reale.»
Gli occhi lucidi di Regina tremavano incerti.
Regina si schiarì la voce, ne stava uscendo a pezzi.
«Per il resto, tutti noi verremo riportati nella foresta incantata.» concluse amaramente la sovrana, distogliendo lo sguardo da tutti, permettendo ad una prima lacrima di scivolare via, eliminandola subito dopo con il dorso della mano.

La nuvola viola incombeva su di loro, seguita a ruota da un temporale distruttivo; era questione di minuti ormai. La folla si sparse in piccoli gruppi, ognuno si avvicinava ai propri cari.

Regina andò subito dal bambino per quell'addio che le avrebbe spezzato il cuore.
Emma stava scambiando le sue ultime tristi parole con Snow, Henry con David.

Ecco che ora era costretta a dire addio a suo figlio. Stava per dire addio per sempre al bambino che con amore aveva cresciuto per undici anni. Non avrebbe mai più incontrato i suoi grandi occhioni dolci e le sue fossette rosee, il suo sguardo innocente, non avrebbe mai più abbracciato quel gracile corpicino. Non lo avrebbe visto crescere, non sarebbe stata con lui nei momenti belli, né in quelli brutti. Appena il bambino ebbe terminato con il nonno, si precipitò dalla madre. Le saltò addosso piangendo e Regina non poté che seguirlo a ruota.
Nessun lieto fine per la Regina Cattiva.

«mamma!» singhiozzò Henry senza controllo. «non è giusto, mamma!» mugugnò il piccolo, scorsciando in un pianto disperato. Alla bruna si strinse il cuore e non poté che abbracciarlo più forte.

«anche tu mi mancherai, piccola peste» rise amaramente arruffandogli i capelli, come era solita fare quando era piccolo, mentre dagli occhi umidi le cascavano a ruota libera gocce che ora bruciavano sulla sua pelle. Si sentì morire dentro.
A malincuore Regina dovette sciogliere quell'ultimo abbraccio. Si avvicinò alla bionda, che aveva appena finito gli addii, il volto di entrambe logorato dalle lacrime, lo sguardo vuoto.

«Miss Swan.» pronunciò cautamente la donna con voce spezzata.

«Sindaco Mills.»
Le parole uscirono dalle labbra di Emma come un flebile sussurro.
Si scambiarono un triste sorriso.
«Quindi è così che finisce...» domandò amaramente la bionda.

«È davvero l'ultima volta che ti vedo.» sospirò la bruna, più a se stessa che alla ragazza. Si guardavano incredule, ma coscienti e rassegnate.

«Non può finire così» aggiunse la Salvatrice, la voce spezzata.

I loro occhi si incontrarono, dietro un velo di lacrime. Le due non ressero più, consapevoli che non avrebbero avuto altre occasioni per perdersi l'una negli occhi dell'altra.

Con uno scatto improvviso, sotto lo sguardo stupito di tutti quelli che le circondavano, Regina si fiondò sulle labbra di Emma.
La bionda rispose subito, e le due si persero nel loro primo ed ultimo bacio, un incontro disperato da cui ognuna delle due cercava di estrapolare più emozioni e sensazioni possibili. Immediatamente le loro lingue entrarono a contatto, iniziando a scontrarsi alla ricerca di un dominio che nessuna delle due avrebbe mai avuto.
Potevano sentire gli occhi increduli del pubblico attorno a loro. Ma cosa avrebbe dovuto importare loro?
Emma nella totale disperazione premette maggiormente le sue labbra su quelle socchiuse della bruna mentre fiumi di lacrime scorrevano sui volti di entrambe.
La loro ultima occasione per trasmettersi quanto si amavano.
Che stupide a non averlo capito prima. Ma forse era meglio, avrebbero potuto limitare la loro sofferenza ad un amore mai sbocciato, piuttosto che brutalmente interrotto.
Ma allora perché si sentivano così perse?

La nube quasi alle loro spalle le costrinse a separarsi.
Rimasero avvolte in un abbraccio lento, le fronti a contatto, i nasi che si sfioravano.
Piangevano silenziose, come due bambine senza più niente da nascondere.

«devi andare.» le ricordò Regina, la voce spenta.

«già.»
La bionda indietreggiò abbattuta. Emma e il piccolo entrarono nel datato maggiolino giallo, il cuore avvolto da una sensazione di vuoto incolmabile la stessa che avvolgeva quello di Regina. La bruna però era anche consapevole che sarebbe stata l'unica a portarsi quel vuoto dentro per sempre.
Nessun lieto fine per la Regina Cattiva.

Regina lanciò l'incantesimo della memoria promesso ai due ad occhi chiusi, il volto ora coperto da abbondanti lacrime.
Li aprì in tempo per vedere il suo lieto fine allontanarsi fuori dalla sua portata. Suo figlio e il suo vero amore andarsene per sempre e dimenticarsi della sua esistenza.
Si accasciò sulle ginocchia e si abbandonò ad un pianto disperato e rumoroso mentre una nube di magia le si avvolgeva attorno.

In lacrime, distrutta, con la voglia di morire capì che ne sarebbe dovuta uscire bruciata - come era successo - per cogliere la veridicità delle parole di sua madre.

L'amore è una fottuta debolezza.





ANGOLO AUTRICE
Heii oncers!!
È la mia prima storia quindi non odiatemi se fa proprio schifo.
Spero che vi piaccia... accetto pareri sinceri e critiche costruttive...
Fatemi sapere cosa ne pensate con stelline e commenti❤
A presto🌹

💜 ItsLanaParrilla💜

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2018 ⏰

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