Ⅰ
Vagues mourantes sous une nuit de Juillet
Eravamo due amanti, e Nymphe mi amava.
Era notte, la spiaggia era deserta e fresca, e quasi si scordava del torbido luglio che quell'anno aveva invaso la Provenza. Nell'aria c'era odore di vino, di lavanda e Amore – e forse si sentiva anche un po' il profumo del mare. Noi, seduti lì, la notte che ci faceva venire i brividi per il freddo di quel giorno di mezza estate quasi finito – e Nymphe nuda tra le mie braccia.
Una bottiglia di vino vuota infilata a fondo nella sabbia, i teli a coprirmi la pelle nuda, e le mie braccia, nude, a coprire il corpo nudo di Nymphe. Con i pantaloni slacciati faceva ancora un po' freddo, ma tanto c'erano le cosce candide e morbide di quella dolce ragazza che mi amava a scaldarmi il ventre. Con la testolina abbandonata sul mio petto, i capelli corti che lo carezzavano, mentre nelle labbra reggevo la sigaretta appena accesa e le mie mani toccavano i frutti maturi del suo seno, proteggendolo. E quella dolce bimba che stringevo, geloso del mare, tra le mie braccia, aveva il cuore che batteva forte e insistente contro il petto: e io lo sentivo con così chiarezza che le onde del mare non s'avvertivano più. Allora alzava la testolina a guardarmi, gli occhi lucidi, ebbre di vino e amore, e le guance rosse che nascondevano l'ubriachezza e l'imbarazzo. Ridacchiava, m'afferrava il viso con le sue mani, e mi sussurrava timida tutto il suo amore; allora stringevo tra le dita le sue guance e, avvicinata a me, saggiavo il frutto secco delle sue labbra e della sua bocca, arido come quell'estate che aveva sfidato la mitezza della Provenza.
Se le onde avessero potuto parlare, avrebbero raccontato di quante canzoni cantavo per lei e di quante altre ne avrei ancora cantate, per la mia Nymphe.
Bisogna dire che Nymphe era bella, bella come una Nereide, come una perla rinchiusa in una conchiglia, tanto che io non potessi ritenermi abbastanza bello per lei. Era bruna, quanto le dune di sabbia sono bionde – ma, in fondo, il castano dei suoi capelli era più bello di quel biondo, e carezzandolo tra le mani e guardandolo ci vedevo il mondo. Bisogna dire che i suoi occhi erano marroni come le castagne, caldi e avvolgenti, ricoperti dal guizzo della sua intoccata giovinezza, profonda quanto profondo è l'oceano; e, seppur bella quella distesa d'acqua in cui non si può più toccare, la profondità degli occhi di Nymphe era ancora più bella: sotto un oceano puoi sapere cosa vi si celi; negli occhi di Nymphe non puoi nulla, se non perderti.
E così, su quella spiaggia deserta che dormiva sotto il cielo di luglio, Nymphe mi sussurrava tutto il suo amore, e io ebbro la baciavo – e lei era nuda tra le mie braccia -; e le onde, se potessero ricordare, saprebbero quanti sentimenti avrei cantato per lei.
Bisogna dire che lì la notte non finiva mai, che lei non smetteva mai di confessarmi il suo amore, e le stelle non si addormentavano mai. Bisogna dire – di nuovo – che Nymphe mi amava così tanto che ripetendolo tante volte non basterà mai ad eguagliarne il sentimento. E sotto quelle stelle, parlando della Libertà e della Speranza, crescevamo come bimbi indifesi, quando ormai eravamo troppo cresciuti e il suo seno era contro il mio corpo forte. Ma chi potrebbe dimenticare il suo profumo di pane caldo e fiori? Chi potrebbe mai scordare i capelli sempre gonfi e scombinati, la risata forte e limpida, la fossetta sulla guancia? Non potrei e non si potrebbe, ché certe cose sono così belle da essere indimenticabili e altre così belle da doversene dimenticare. E figurati se, così giovani, liberi e belli, avevamo imparato tutto senza imparare mai a diffidare d'ogni cosa.
Ma come avremmo potuto farlo? La spiaggia era deserta e fresca sotto il cielo di quel torbido luglio, io ero ebbro e reduce dell'orgasmo, e Nymphe mi amava, bella e nuda tra le mie braccia.
STAI LEGGENDO
𝐍𝐘𝐌𝐏𝐇𝐄
Nouvelles«Faut dire qu'on ne nous apprend pas à se méfier du tout» Copyright © -TRVCHEITE, 2018 - Tous droits réservés. Storia Vincitrice degli Italian Academy Awards in "Miglior Stile".