Non so perchè, ma volevo farlo

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Dannazione, non ho mai capito perchè queste maledette lancette debbano sempre fermarsi nei momenti meno opportuni, che sia un'interrogazione, un compito in classe, o come in questo caso una lezione della Mongomeri, giuro io quella donna non la reggo!

«Pss hey tu... nuova, ti chiami Maggy giusto?» chiede quel simpaticone di Toby dal banco accanto al mio, io gli rispondo scocciata «È Margie, che cosa vuoi Toby?»
«Niente, volevo solo condividere la gioia di poter assistere ad una lezione così coinvolgente con qualcuno» dice con fare ironico, trattengo una risata. Decido di stare al suo gioco. «Ah wow che cavaliere» rispondo anche io sarcastica, «Lo so, so essere davvero nobile, oltre ad essere intelligente, incredibilmente sexy e...» «E troppo modesto per questa città» stavolta rido senza trattenermi e insieme a me lo fa anche lui. «E perchè hai scelto proprio me?» gli chiedo curiosa, «Sembri diversa da tutti i deficenti qua dentro, meno noiosa» «Che complimento, mi sento onorata» rispondo ironicamente per l'ennesima volta. A rovinare tutto ci pensa la Mongomeri con uno sguardo saccente e le braccia incrociate, non è un buon segno.

Perfetto. Sono arrivata a malapena da una settimana e ho ricevuto la mia prima nota, grazie Toby.

Cammino sconsolata verso casa quando qualcosa cattura la mia attenzione nel parco fuori scuola, una giacca nera.
Mi avvicino e provo a prenderla quando sento urlare «HEY TU STA FERMA» mi alzo di botto, ma in modo così irruento da cadere col culo a terra. Che bella giornata di merda, ci mancava solo di dover fare la lavatrice anche oggi.

Intanto il ragazzo misterioso si avvicina, lo riconosco subito dal sorriso, quel maledetto sorriso...
«Ah sei solo tu.... come mai di qui?»
Io gli porgo una mano impassibile chiedendogli con lo sguardo di aiutarmi a rialzarmi, lui sembra capire, ma non vuole aiutarmi,
«Te lo scordi, tu sei caduta tu ti rialzi, adesso dimmi cosa cazzo avevi intenzione di fare con la mia giacca». Mi alzo, mi sgrullo i pantaloni e gli rispondo «Wow che linguaggio scurrile, davvero Caleb, meriteresti un premio per la galanteria, e comunque tranquillo volevo solo vedere a chi appartiene»

Lui mi guarda stranito, ma poi mi porge una mano, come se dovessi stringerla, gli porgo la giacca e per qualche millesimo di secondo le nostre dita si sfiorano, riesco a pensare solo a questo. Lui come risposta la lascia cadere a terra una seconda volta, la sua mano è protesa verso di me, ancora, «Non abbiamo ancora avuto modo di presentarci a dovere» continua a sorridere, in modo diverso stavolta, intravedo un tocco di malizia in quello sguardo «Caleb Cooper» non gli stringo la mano, mi limito a guardarlo, quasi sperando di spostarlo con lo sguardo o almeno che capisca che non voglio la sua compagnia al momento.
Poi però qualcosa si smuove, tutto ciò che ricordo è di avergli stretto la mano e avergli detto il mio nome, dopo ciò ho ripreso la strada verso casa.

Non ho mai capito come mai l'orologio smetta di contare il tempo in certi momenti, forse è un bene o forse un male, ma non so come, sentivo che era il momento giusto per bloccare tutto qualche istante e poi ripartire. Volevo godermi quei pochi secondi in sua compagnia, non so perchè, ma volevo farlo.

//Gaia & Gaia💕

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