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«Eccolo arrivato. L'oceano di dolore. L'altra riva così lontana, oltre quella massa d'acqua ribollente, che non potevo neanche immaginarla, ancor meno vederla.» -Stephenie Meyer

Detestavo quella sensazione. Vederlo li, nella lotta più dura della sua vita senza nessuno al suo fianco. Avrebbe vinto?.

Passai quei 5 giorni d'inferno accanto a lui, non dormivo, non mangiavo, non reagivo. Ero semplicemente persa. Avevo disperatamente bisogno di Anthony, avevo bisogno del mio migliore amico.

Dopo tutti quei giorni un'infermiera si degnó di dirci qualcosa, ma, purtroppo, quello fu un 'qualcosa' per niente piacevole.

-Buongiorno ragazzi. Sono qui per riferirvi ciò che il dottore che tiene sotto osservazione Anthony ha deciso -

-Quindi? Cosa cazzo aspetta a dircelo? -stavo per scoppiare.

-Non è il caso di alterarsi, bisogna solamente stare calmi e pregare - mi chiesi come faceva ad essere così fredda di fronte a un ragazzo che stava lottando per riprendersi la sua vita.

-Quindi? Cosa ha deciso? - le disse Tiff

-L'indomani staccheremo la spina che tiene Anthony in coma farmacologico e vedremo cosa succederà.

-Ma come? Non è troppo presto? - Jay cercava di mantenere la calma, ma si vedeva che anche lui stava per esplodere, sudava a freddo e tremava.

-Io su questo non posso proprio risponderle, la decisione l'ha presa il dottore, arrivederci - e con molta sfacciataggine se ne andò.

Fanculo lei, il dottore, le preghiere e gli ospedali. Fanculo tutti. Volevo solamente indietro il mio migliore amico, quel ragazzo speciale che mi salvó la vita anni fa, chiedevo troppo?.

Nel pomeriggio Moh mi venne a prendere, nonostante le mie insistenti repliche. Le mie condizioni fisiche erano malandate, così appena arrivata a casa mi feci una doccia calda, mangiai un piatto di pasta e andai a dormire.

Durante la notte feci un bruttissimo incubo: ero davanti a due diramazioni, una sopra la quale c'era scritto Anthony , mentre nell'altra c'era scritto Rudolf. Ebbi un bruttissimo presentimento.

Fatto sta che la mattina dopo, verso le 7, tornai in ospedale, dovevo essere il più vicino a Anthony nel suo momento peggiore. Quella mattina la lotta era arrivata al termine, dovevamo solamente vedere se il mio amico ne era rimasto vittima o ne era uscito vincitore.

-Buongiorno ragazzi, siete pronti? - dissi appena vidi tutti i ragazzi nel corridoio del reparto

-Dobbiamo essere più vicini che mai cara Holly - disse Liam

-Ce la farà? - si domandó Charlotte

-Ce lo stiamo chiedendo tutti piccola - stavolta a parlare era Gary, ed era evidente che quei due durante la mia assenza si fossero messi insieme.

Le sette diventarono le dieci, le dici le due... alle otto di quella sera un signore sulla cinquantina, con un camice bianco, ci venne incontro. Aveva l'aria di una persona triste, come se avesse perso qualcosa. Più veniva verso di noi, più il mio presentimento cresceva.

-Ragazzi - ci disse.

Ci alzammo tutti un piedi. Tutti esausti, in attesa di una risposta. Anche io la stavo aspettando, poco dopo mi accorsi che quella sarebbe stata la risposta più brutta della mia vita.

-Anthony.. non ce l'ha fatta, mi dispiace davvero tanto -

Freddo, sentii solo tanto freddo. Solo due minuti più tardi la notizia arrivó al mio cervello, ed era chiara.

Anthony, il mio migliore amico, non c'era più, aveva perso.

La vista diventó offuscata, le mie gambe tremavano, i miei occhi erano pieni di acqua. Non avvertivo più ciò che accadeva intorno a me, soltanto tanti lamenti, un via vai incredibile. Ma non ci feci caso. Nulla contava più.

Improvvisamente avvertii una vampata di caldo, seguita dal tanto freddo. Caldo, freddo, caldo, freddo, caldo, ghiaccio. E fu proprio da li che iniziò lo strazio dei giorni successivi.

Senza dire nulla a nessuno iniziai a correre per tutto l'ospedale, in cerca della sala dove era stato messo temporaneamente il corpo di Anthony.

Quinto piano, stanza 23.

Era così pallido, così solo. Cercai di resistere ma le lacrime continuavano a sbattere sulle mie guance come le onde in un giorno di tempesta si infrangono sugli scogli. Se ne era andato, e una parte di me, una grandissima parte di me, con lui.

Non resistetti a quella scena orribile, così corsi via, scappai da quella che appariva come una delle verità più brutte, tristi e stronze di sempre.

Ho sempre avuto paura della morte, sin da piccola. Mi chiedevo che senso avesse nascere se poi bisognava morire, avevo paura di perdere qualcuno a me caro, avevo paura di andarmene per sempre.

E fu quello che temevo. Prima papà, poi mamma, ora Anthony. Mi chiedevo solo quale fosse stata la prossima vittima.

Una volta uscita da quell'inferno dell'ospedale, iniziai a camminare per le grigie strade della mia città. In ogni posto, ogni angolo, ogni strada, ogni panchina, era impresso un ricordo di me e Anthony. Corsi verso casa mia, quando davanti vi ci trovai Moh che mi corse incontro.

-Mi dispiace tanto tesoro, devi essere forte - non ricevette una risposta da me, che semplicemente entrai in casa e mi chiusi nella mia stanza.

Ci rimasi per 1 settimana, senza toccare cibo, bevendo solamente le bottigliette che avevo di scorta nella stanza. Furono i giorni più brutti della mia vita, avevo preso il mio eroe. Ora non mi restava più nulla.

Il telefono continuava a squillare, Moh a disperarsi per le mie condizioni ma nulla da fare. Non riuscivo ad uscire da quella stanza. Il resto del mondo non contava più nulla per me.

Nota dell'autrice:

Ciao ragazzuoli,

sono molto ispirata questi giorni, quindi sto scrivendo ed elaborando tutte le idee che mi vengono in mente.

Far morire Anthony è stata molto dura per me, ma non temete, le cose per Holly si metteranno meglio al più presto.

Vi chiedo di essere più attivi, lasciatemi qualche commento, opinione, consiglio, sarò felicissima di leggerlo e rispondervi, anche perché è per voi che la storia va avanti.

Baci💕

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