Capitolo unico

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Naruto ricordava ancora il giorno in cui aveva visto il primo areoplanino di carta.


Si trovava nel giardino della scuola durante un allenamento intensivo per la corsa campestre; inalava aria e cercava di sopportare il dolore alle gambe, mentre i suoi compagni di classe lo superavano velocemente lasciandolo indietro.


In breve si era trovato ultimo e osservava le schiene dei suoi compagni di classe che, poco più avanti, iniziavano ad allargare il divario gettandogli in viso la loro polvere. Perfino Chouji, armato dell'immancabile pacchetto di patatine che divorava veloce quanto correva, si trovava a diversi buoni metri di distanza.


Stava proprio per mollare tutto e fermarsi in mezzo al campo, lasciando che il suo corpo cadesse a terra, quando aveva notato il foglio scivolare dolcemente trasportato dal vento.


Lo aveva osservato con interesse piroettare sopra il campo da corsa, adagiandosi poi accanto al rialzo del marciapiede e d'istinto aveva svoltato, abbandonando il sentiero tracciato dai compagni per andarlo a recuperare.


Un aeroplano.


Le pieghe fatte ad opera d'arte, la punta leggermente ricurva per l'impatto contro l'asfalto. Lo aveva lanciato a sua volta, dimentico degli allenamenti e questo si era librato in aria prima di ricadere velocemente verso il basso, sbattendo ancora una volta contro il terreno.


Un aeroplano.


L'insegnante lo aveva richiamato e Naruto era saltato spaventato, riprendendo a correre.


Lo sguardo era andato nuovamente verso il punto in cui lo aveva visto apparire e lassù, sul tetto dell'istituto attaccata alla rete, aveva visto una figura allontanarsi in fretta sparendo oltre il suo campo visivo.



«Un aeroplano di carta? È per questo che mi hai portato qui? È per questo che mi sono perso le gare di nuoto femminile?» Kiba aveva addentato il korokke pan con voracità, mostrando per un singolo istante i canini accentuati prima di affondarli nel pane.


Naruto aveva colpito con il piede il contenitore del bento e poggiato il capo contro il muro.


Seduti entrambi sopra il tetto della scuola, assieme ad un'altra decina di studenti lì per lo stesso motivo, Uzumaki si era sentito stupido.


Inuzuka aveva accartocciato il contenitore di plastica, lo aveva lanciato a qualche metro di distanza da loro e aveva steso le gambe doloranti.


«Quando finisce la settimana dello sport?» aveva chiesto poi, incolore, sdraiandosi e intrecciando le dita sotto la nuca.


«Quando finisce la settimana?» gli aveva risposto sarcastico, allungando le gambe sulla sua pancia. Kiba aveva contratto il viso in un'espressione infastidita e gli aveva colpito la gamba con un lieve pugno.


«Un aeroplano di carta – aveva ripetuto poi, con tono ironico – e io che volevo vedere Hinata con il costume da bagno».

Naruto: Paper planeWhere stories live. Discover now