Capitolo 2

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Due mesi dopo

Quante cose possono accadere in due mesi? Be', tantissime. Shawn aveva convinto i suoi genitori a farsi dare le chiavi della casa che gli spettava. In due settimane, ci eravamo stabiliti lì.
La stanza matrimoniale venne data a me, e lui disse di prendere quella degli ospiti. Nessuno sarebbe potuto entrare improvvisamente in casa, siccome aveva fatto cambiare le serrature. E pure se ci avessero visto dormire in letti separati, potevamo dire di aver discusso tra di noi.
La convivenza con Shawn non era così tanto male. Sapeva fare le pulizie, anche se aveva bisogno di qualche dritta. Adorava lavare i piatti a mano, anche se avevamo una lavastoviglie. Diceva che l'acqua lo rilassava. Io mi occupavo di aiutarlo a pulire la casa, e cucinavo. Poteva saper lavare benissimo i piatti, ma come cuoco era una frana. Menomale che l'azienda di suo padre- luogo in cui lavorava- non era una cucina.
Io non avevo un lavoro. Nonostante le conoscenze di Trevor, a nessuno serviva una segretaria o un membro in più nella contabilità. Ovviamente, tutti i più importati direttori di ditte avevano le loro segretarie storiche, quelle a cui avevano affidato tutto. E logicamente, io non ero abbastanza giovane da risvegliare il loro interesse. Sembrava proprio che la vita di una donna terminava dopo i trent'anni, se non era sposata e non aveva figli.
Proprio come avevo detto, però, c'era Shawn che poteva pagare le bollette. Avevo giurato che appena avessi trovato un lavoro, avrei pagato io per almeno quattro mesi. Lui era scoppiato a ridere, dicendomi che valeva la pena per la sua libertà.
Avevo lavorato un po' qua e là. Mi ero arrangiata per un po' alla reception in un albergo di poco conto- siccome avevo studiato anche lingue-, ero finita a lavorare poi in un ristorante sempre pieno di turisti e per un paio di mesi, avevo portato sevizio presso un bar appena fuori città. Speravo di ricevere una manna dal cielo...magari un bel capo affascinante, come in uno di quei libri che tanto piacciono oggi alle ragazzine.

Comunque, passarono così due mesi. Finalmente, durante la seconda settimana di giugno, Shawn ed io partimmo per andare a visitare Dinah. Le nostre mamme erano super emozionate all'idea di andare a raccontare, finalmente, a tutti che io e Shawn "stavamo insieme". Quindi, possiamo dire, che ci avevano accompagnato fino all'aeroporto con un sorriso da maniache stampato in faccia. Gesù, era terrorizzante.
Alla fine, dopo un paio di ore in aereo, eravamo giunti a destinazione. Dinah sapeva del nostro arrivo. Ci sarebbe venuta a prendere e avremmo alloggiato nel suo hotel. Io e Shawn non volevamo che lo sapesse, proprio per non crearle così tanto fastidio. Sapevamo che non ci avrebbe fatto pagare, o almeno, non ci avrebbe fatto pagare il prezzo pieno.
Ci guardammo intorno per un po', alla ricerca della nostra amica alta e bionda. La scorsi mentre agitava un braccio, e la indicai a Shawn. Ci affrettammo a raggiungerla e quando le fummo abbastanza vicine, abbandonai le valigie per poter correre ad abbracciarla. Certo, Shawn era un ottimo amico, però Dinah era la mia migliore amica. Quella a cui racconti proprio tutto. La sua dipartita era stata durissima per me, molto più che per Shawn.

<<Mi sei mancata, Chancho!>>, disse, stringendomi forte. Era il suo soprannome per me. Quando aveva saputo che ero cubana, aveva gettato lì l'unica parola che conosceva in spagnolo, e alla fine, aveva preso a chiamarmi così. 

<<Mi sei mancata anche tu, Cheechee>>, dissi. Questo, invece, era il mio soprannome per lei.

<<Okay. Io me ne posso andare, quindi?>>, disse Shawn, incrociando le braccia muscolose al petto. Un paio di ragazze si erano voltate a guardarlo con attenzione. Lui non le notava proprio, e ci sarebbero rimaste davvero male se avessero scoperto che piuttosto che loro, Shawn avrebbe preferito i loro eventuali fratelli.

<<Sì>>, dicemmo io e Dj, in coro. Lui si finse offeso, prima che Dinah lo stringesse a sé e scoppiassero a ridere entrambi. Finalmente, eravamo tornati tutti insieme!

<<Non vedo l'ora di mostravi un po' in giro. Dovete assolutamente vedere l'hotel. Dobbiamo andare a mare, e state pur certi che il giorno del mio compleanno, non vi annoierete. Ci sono grandi programmi per quel giorno>>, disse, mentre ci accompagnava fuori dall'aeroporto.
Classico di Dinah: non chiedeva com'era andato il viaggio, perché troppo presa a pensare a quello che ci avrebbe fatto fare, durante la nostra permanenza lì.

Beautiful Angel(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora