IL DIAVOLO NON MENTE MAI

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Sam aveva ansimato, finendo di disegnare il cerchio simbolico col gesso sul pavimento in legno.

Si sentiva distrutto e terrorizzato al tempo stesso, le sue mani tremavano, rischiando di farlo sbagliare continuamente e farlo ricominciare per la centesima volta daccapo.

Sapeva di dover stare calmo, di dover mantenere il controllo, altrimenti sarebbe stato tutto perduto, ma sapeva anche che questo non sarebbe mai stato possibile.Non con Lucifero sulle sue tracce.

Passandosi il dorso della mano sulla fronte, aveva studiato febbrilmente i segni disegnati per terra: ce l'aveva fatta, finalmente poteva mettersi al sicuro.

Uno scricchiolio improvviso alle sue spalle, lo aveva fatto voltare di scatto. Era forse entrato qualcuno?

Allarmato, si era seduto sui talloni in febbrile attesa: se fosse stato un angelo o, peggio, LUI, sarebbe apparso senza fare tante storie, dunque poteva forse trattarsi di un...?

Un'ombra era passata di fronte alla porta, facendolo saltare in piedi e retrocedere il più silenziosamente possibile verso il cerchio appena disegnato. Aveva appena finito di entrarci dentro, quando un demone di categoria superiore aveva oltrepassato senza apparente problema la striscia di sale sulla soglia della porta, fiutando l'aria come un animale.

-Sammy, Sammyyy... Sei qui dentro?- lo aveva chiamato canticchiando, scoprendo un'inquietante fila di denti marci e cadenti in una sorta di sadico ghigno. Sam si era cementato la bocca, trattenendo il respiro, pregando che quella cosa, qualunque essa fosse, se ne andasse al più presto. Il demone gli aveva girato intorno, completamente ignaro della sua presenza, quindi dopo un'ultima, lunga occhiata proprio nella sua direzione, aveva proseguito la sua ricerca nelle altre stanze, prima di lasciarlo definitivamente.

Sam aveva espirato un lungo, eterno, sospiro di sollievo, rilassando i muscoli del corpo e lasciandosi cadere pesantemente sul pavimento polveroso.

Sapeva di non avere avuto scelta, tuttavia sapeva anche di essersi messo in trappola con le sue stesse mani.

Con un vago gemito, si era fatto esitante il segno della croce, e aveva fatto quello che non faceva da oltre due anni.Si era messo a pregare.

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La prima notte era trascorsa relativamente tranquilla, ma il giorno successivo era stato un vero incubo: altri demoni erano venuti, dopo il primo, alcuni talmente deboli da non riuscire a superare nemmeno la porta, altri tanto potenti da riuscire quasi a vedere oltre i sigilli enochiani inscritti sul pavimento.

Quando questi erano venuti, Sam aveva riservato loro il trattamento del silenzio, guardandoli di sottecchi mentre gli giravano intorno, mostruosi, aberranti."Presto potresti essere anche tu come loro" si era ricordato, scuotendo vagamente la testa. 

Quando finalmente la seconda notte era calata, si era rannicchiato all'interno del suo cerchio di protezione, desiderando con tutto il cuore di avere almeno un cuscino, la sete che iniziava a grattargli con ferocia la gola.

Aveva guardato mestamente i gomitoli di polvere piegarsi e rotolare via sotto il suo respiro, dannandosi ancora una volta per non aver escogitato un piano migliore. Non che ne avesse avuto il tempo. Quando il sigillo enochiano che Castiel gli aveva impresso sulle costole si era spezzato dopo un rovinoso incontro con Morte, il cavaiere dell'Apocalisse, l'angelo con l'impermeabile lo aveva guardato con il panico dipinto sul volto.

"Il sigillo... il sigillo si è rotto" aveva mormorato, fissando con due occhi da gattino spaventato Dean, che lo aveva guardato indietro terrorizzato a sua volta.

"Vuoi dire che...."aveva detto suo fratello, azzardando un'occhiata nella sua direzione.

"Lucifero lo troverà. Sam, devi scappare, devi nasconderti SUBITO" gli aveva intimato Castiel, senza mezzi termini. "Non c'è tempo, non stava aspettando altro. Sam, devi andartene ORA e devi nasconderti in un posto di cui nemmeno io o Dean possiamo essere a conoscenza." 

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