Capitolo II - The Silence Between Us

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Capitolo II

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Capitolo II. The Silence Between Us.

Tony Stark non aveva mai amato le attese, men che meno quando queste implicavano il dover fare i conti con i propri pensieri negativi, le sue paure, ma sapeva anche che, quando si trattava di Peter Parker, tutto il suo mondo poteva pure rovesciarsi e lui non avrebbe avuto nulla in contrario a riguardo. Persino le paure, che tanto voleva nascondere anche a se stesso, erano concesse.

Sapeva che Peter lo aveva sempre rispettato, sempre ammirato e quando era successa quella tragedia, Tony aveva sentito di aver completamente tradito le aspettative di quel ragazzo. Per questo aveva deciso che sarebbe stato lui a risolvere quel problema, con l'arrogante consapevolezza di essere l'unico in grado di farlo. Non poteva credere di averlo deluso a tal punto da essersi guadagnato tanta indifferenza e, sebbene Bruce Banner gli avesse spiegato che forse Peter aveva semplicemente paura di aver deluso lui le sue aspettative, Tony stentava a credere potesse essere quella la ragione di quel mutismo, da cui comunque non era stato esonerato. Non riusciva ad ammettere a se stesso, che il fatto di non essere l'unica eccezione, lo faceva uscire fuori di senno. Aveva sempre creduto di essere su un altro piano, nella mente di Peter. Un piano più... intimo. Si passò una mano tra i capelli brizzolati e, mentre sbuffava leggermente aria dal naso, sussultò quando sentì bussare alla porta.

Quando la aprí, ebbe un tuffo al cuore. Non vedeva Peter da quasi due mesi ormai e, sebbene davanti a lui c'era sempre il solito ragazzetto con la felpa troppo grande e zaino in spalla, Tony non poté non notare gli occhi nocciola spenti come un giorno di pioggia e il distacco da qualsiasi cosa. Peter. Proprio lui che la vita un po' era riuscito a fargliela apprezzare di nuovo. Il ragazzo alzò una mano per salutarlo, abbozzando un sorriso che a Tony si insinuò nella schiena, facendolo rabbrividire. Dovette metterci tutto se stesso per non cominciare una filippica sul perché tanto dolore sul viso di chi non lo meritava. Gli fece cenno di entrare e poi chiuse la porta.

«Ti ringrazio per essere venuto fin qui, Peter. Mi dispiace che tu abbia dovuto fare questo viaggio in autobus. Avrei voluto passare a prenderti ma non mi sembrava decisamente il caso», spiegó. La sincerità prima di tutto e seppe che era stata una buona idea quando l'altro annuì, rimanendo in piedi di fronte a lui, «siediti». Peter rispose con un timido diniego della testa, abbassando subito lo sguardo e dando l'impressione di essere a suo agio come se Tony l'avesse appena infilato a forza, nella gabbia di un leone famelico.

«Okay...» borbottò Tony e alzò un sopracciglio, cercando di trovare altre parole, altri modi, per metterlo a suo agio e seppe che quella conversazione a senso unico non avrebbe mai avuto i frutti che sperava, ma doveva almeno provarci, «come stai?» chiese.

La stessa domanda che gli aveva posto per giorni, ora era uscita anche dalla sua bocca e quando Peter diede l'idea di non voler rispondere nemmeno in quel momento, aggiunse: «Stai bene?»

Il ragazzo allora alzò lo sguardo sul suo, e annuì immediatamente. Ecco, servivano domande dirette, non difficili, che non implicavano una risposta articolata ma una semplice mossa con la testa.

The Silence Remains - Starker [Tony x Peter] (Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora