17 Aprile 2018
Bucky si svegliò morto, con zero voglia di andare a lavoro e un'immensa voglia di saltare al giorno dopo. Per quanto possibile si aggiustò e mise la divisa perfetta e pulita. Quell'ultimo giorno di lavoro pesante sarebbe arrivato un pezzo grosso dell'accademia e avrebbe voluto far bella figura, chissà magari sarebbe riuscito a fargli vedere qualche suo lavoro. Uscì di casa presto e puntuale arrivò al ristorante come sempre. Assieme a Steve aggiustò perfettamente il locale e si fermò un attimo al centro della sala. Poi lo notò. Una sua tela era appesa lì, sulla parete centrale. Era una delle tele più belle che avesse mai relizzato. Lo aveva realizzato con degli acquerelli che gli erano costati una fortuna e ci aveva messo due mesi o quasi. Lo sfondo era nero ma in alcuni punti era più chiaro, al centro una donna di spalle, mezzo busto. La donna con la mano destra sfiorava il suo collo mentre la sinistra era libera e quasi piegata. Un manto nero leggero le copriva la bassa schiena e le braccia e i suoi capelli erano raccolti in uno chignon. Era un quadro segreto, che non aveva mai ritenuto il migliore. Ma chi lo aveva portato lì? Come ci era finito sulla parete centrale?
- Barnes! Vedo che le piace il nuovo quadro - il suo capò apparve dal retro e si avvicinò a lui. Era un uomo buono.
- Come ci è finito qui? - chiese.
- È un segreto, non si rivelano i segreti. Adesso a lavoro, stanno arrivando i clienti- ridacchiò e si mise al suo posto per accogliere i clienti.
Il moro spedito andò in cucina e ancora si chiedeva chi fosse stato. Adesso una parte di se era visibile a tutti. Si accorse che Steve lo stava guardando e come fece per parlare subito si ammutolì, quasi imbarazzato. Il lavoro continuò bene fino al momento in cui il biondo gli disse che era atteso al tavolo 31 e che il capo lo aspettava lì. Le mani cominciarono a sudare e lui a tremare, almeno la voce sarebbe uscita? Non lo sapeva.- Buonasera signori, avete chiesto di me? - domandò arrivando al tavolo. Signori ben vestiti erano seduti al tavolo accompagnati dalle loro mogli o amanti, chissà, e con loro il capo.
- Il tuo collega, il signor Rogers, quando abbiamo chiesto di chi fosse quel bel quadro ci ha detto che lo ha fatto lei, mi sbaglio? - chiese probabilmente il più ricco di loro.
- Non si sbaglia. È un mio quadro, non era stato fatto per un pubblico ma credo stia bene lì - sorrise cercando di sembrare rilassato.
- E mi dica che ne dice se ci facciamo due chiacchiere sul tuo talento? Magari giovedì mattina - alzò le spalle porgendogli un bigliettino da visita. Il moro lo prese.
- Certo, ne sarei davvero felice - sorrise annuendo.
- Allora a giovedì e adesso buon lavoro - gli strinse la mano e poi Bucky volò via in cucina. Non ci credeva, non poteva essere. Corse da Steve e gli saltò addosso, lo strinse forte e lo ringraziò. Dopo poco dovettero abbandonarsi e continuare a lavorare.
A fine turno, ormai stremati, Steve chiese a Bucky di tornare a casa insieme, da soli. Il moro accettò e mentre erano in macchina, l'altro chiese quale era la risposta alla famosa domanda. Bucky cominciò a farfugliare, era stanco, confuso e non si aspettava quella domanda. Allora il biondo accostò, ovviamente in un posto romantico e scese dall'auto facendosi seguire. Non era un posto distante dal ristorante ed era un posto dal quale poteva vedersi tutto il paese.- Leggila - gli porse una busta verde, chiusa da uno stampo di cera con un albero.
Cominciò a leggere e poche righe già gli dicevano molto, parole belle, romantiche ma semplici e poi, alla fine una frase che lo fece tremare." Dopo tre anni di pioggia possiamo permetterci il sole?
Possiamo? "Bucky sollevò lo sguardo e trovò gli occhi di Steve che scintillavano.
- Possiamo? - chiese ad alta voce. E con il cuore che tremava e l'amore negli occhi rispose.
- Si, possiamo - sorrise e si buttò nelle sue braccia.
Si baciarono come se stesse finendo il mondo, si baciarono con così tanto amore che il mondo avrebbe potuto scoppiare e con un bacio annullarono ogni distanza e ogni dolore.
Steve e Bucky erano diventati una persona sola, finalmente riuscivano anche loro a vedere il filo rosso che li legava.
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Ti Dedico il Silenzio
Fanfiction"E ti dedico il rumore Di queste inutili parole Un quadro senza il suo colore Che è andato via a volare altrove Io ti dedico il silenzio tanto non comprendi le parole Questa sera provo a farlo Questa sera io ti chiamo E tanto tu non mi rispondi E ta...