Part IV

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Ore 00:57:26
Detroit, Dipartimento di Polizia

"Agente Tomlinson!"
"Agente Tomlinson! Per favore!"
Louis era appena sceso dalla sua macchina della polizia, quando un gruppo di giornalisti gli si era scagliato addosso. Per l'amor di Dio, manco fosse una di quelle pop star internazionali. Alzò gli occhi al cielo.
"Agente Tomlinson! Abbiamo saputo che gli è stato affidato il primo caso di androidi mal funzionanti qui a Detroit! Ci sa dire cosa è successo?" Gli urla in faccia un ragazzo di circa trent'anni, puntandogli il microfono contro la bocca; dietro di lui una ragazza, di più o meno la stessa età, sta tendono la videocamera. Louis guarda il microfono notando il logo di Channel 16; alza per l'ennesima volta gli occhi al cielo.
"Mi dispiace, sono casi privati e di cui non posso parlare" cerca di rispondere gentilmente, provando a schivarli per raggiungere la portiera dei sedili posteriori e aprirla. Non ci riesce. Gli prudono le mani; non vuole lasciare l'androide dagli occhi verdi con quegli altri due.
"Mi scusi, agente Tomlinson, ma i cittadini di Detroit hanno il diritto di sapere!" Urla una giornalista, più indietro rispetto a quelli di Channel 16. Delle grida di conferma si alzano dal gruppo di persone di fronte a lui.
L'agente lancia un'occhiata dentro la macchina dove incontra lo sguardo di Niall, seduto davanti nel posto del passeggero. Alza le sopracciglia, quasi ad invitarlo ad uscire. L'androide sembra capirlo e apre lo sportello dell'auto, una manciata di secondi dopo è di fianco a Louis. I giornalisti cominciano ad agitarsi, iniziando a fare domande su Niall all'agente.
Respira, Louis, respira, porca puttana.
"Signori" espira Louis, "mi dispiace, davvero, ma dobbiamo ancora risolvere il caso, appena si saprà qualcosa in più sono sicuro che sarete i primi a saperlo" conclude, facendo un cenno a Niall, che inizia subito a mandare via i giornalisti. Cazzo, non poteva farlo prima? Louis sbuffa dal naso.
Appena tutte quelle persone indesiderate se ne sono andate, Louis si affretta ad aprire lo sportello posteriore sinistro, ignora Eleanor e prende delicatamente il braccio di Harry, facendolo scendere dall'auto.
È da quando è entrato nell'abitacolo che non smette di tremare, non parla, invece, da quando ha detto qualcosa a proposito di un certo rA9; Louis non capisce, ma cerca di far finta di niente.
La portiera sbatte, indicando l'uscita dall'auto di Eleanor.
Louis guarda Niall. Dopo quello che ha detto all'Eden Club è ancora più scettico nei sui confronti, come può dire che gli androidi non provino emozioni, dopo quello che ha visto fare ad Harry e all'androide femmina, ormai spento.
Scuote la testa e concentra la sua attenzione sull'androide dagli occhi verdi, mentre in sottofondo sente le varie lamentele dei giornalisti costretti ad andarsene.
Harry sta velocemente spostando gli occhi sulle varie persone, concentrandosi poi su Louis, che lo sta fissando ancora preoccupato. "D-dove mi state po-portando" balbetta sottovoce guardando l'agente negli occhi. Possibile che della plastica creata artificialmente possa essere così piena di fiducia nei suoi confronti?
Louis cerca di sorridere teneramente, alzando il braccio sinistro per spostare un riccio caduto sulla fronte di Harry. "Non ti preoccupare, stiamo andando in centrale, ti faranno solo qualche domanda e poi potrai stare tranquillo," gli accarezza con le punte dei polpastrelli la guancia destra, cercando di rassicurarlo. In realtà, neanche lui sa quello che gli aspetta.
Harry spalanca gli occhi; se prima, mentre Louis gli accarezzava il viso, si era rilassato, ora, che aveva elaborato quello che il castano gli aveva detto, stava di nuovo tremando. "V-vieni con me, tu, v-vero?" Chiede a Louis con la voce tremante e pregandolo con gli occhi.
Il cuore dell'agente sprofonda. "Certo che verrò con t-"
"Agente! Louis!" lo interrompe il suo collega Sheeran, mentre corre fuori dalla centrale. "Dobbiamo prelevare l'andro- oddio" ferma la sua corsa quando si trova accanto all'agente, respirando e inspirando per la fatica. "Uh" inspira, "okay, ci sono. Stavo dicendo: dobbiamo prelevare l'androide mal funzionante. Mi hanno riferito di mandarlo direttamente alla Cyber Life. Lo dovranno smontare per capire dove ha fallito" comunica Sheeran a Louis, guardandolo negli occhi.
L'agente Tomlinson impiega qualche secondo ad assimilare quello che il collega gli ha appena riferito. "Aspetta, cosa? Come dobbiamo spedirlo alla Cyber Life? Non c'entra niente il malfunzionamento, qui ci sono dei motivi ben precisi!" Per poco non urla Louis, cerando di difendere l'androide. Quest'ultimo, intanto, si è aggrappato con forza al braccio dell'agente, infilzando le unghie contro la pelle dell'altro.
"Agente, gli Androidi non agiscono di propria volontà," cerca di spiegargli il poliziotto dai capelli rossi, "se fanno qualcosa che non dovrebbero fare, che non gli è stato ordinato, vuol dire che sono mal funzionanti, per questo motivo bisogna mandarli alla casa madre, lì capiranno il motivo di questo funzionar male e lo aggiusteranno, così che non succeda più. Ovviamente dovranno per forza resettarlo, ma, alla fine, tutto sarà tornato come prima e l'androide potrà torn-"
Louis si passa una mano fra i capelli, inspirando profondamente, interrompendo il discorso di Sheeran. "Okay, ascoltami, non me ne frega un cazzo di quello che dicono alla Cyber Life, proprio un cazzo. Sono io, qui, l'agente di questa centrale. Decido io." Quasi ringhia. "Se, secondo me, c'è un motivo a tutto ciò, spetta a me decidere cosa fare," Sheeran sembra come spaventato dal tono del castano. "Quindi, Harry – perché, sì, ha un nome, non l''androide'" continua a parlare con voce ferma e minacciosa, Louis, "starà con me. Sono perfettamente in grado di disciplinarlo e fare che ciò non accada più, anche se sono sicuro al cento per cento che il motivo di fondo per quello che ha fatto è perfettamente valido e non punibile con nessuna pena," afferma sicuro l'agente. "Quindi" fa per concludere Louis, "non voglio sentire lamentele di nessun tipo. Detto questo torna in ufficio, Sheeran."
"Ma agente Tomlinson, se la Cyber Life scopre-"
"Non scoprirà niente, se nessuno dice niente. Ti avverto una sola ed unica volta, sta a te dirlo agli altri: provate, voi della centrale, a fare parola di ciò, a dire che ho un androide – come dite voi 'mal funzionante' – alla Cyber Life, e giuro su ogni cosa che mi è più cara al mondo che licenzio l'intero distretto." Detto questo prende la mano di Harry e cammina insieme a lui fino alla sua macchina — non di polizia. Gli apre lo sportello del passeggero e lo fa sedere, accarezzando delicatamente i suoi boccoli, chiudendo poi la portiera. Si gira verso gli altri due androidi fermi sul posto di fianco alla macchina della polizia, che guardano il vuoto. Si passa una mano sul volto, sospirando. Perché cazzo devono capitare a me 'ste cose?

Prende un respiro e si avvia verso di loro. Quando se li ritrova di fronte sbuffa e poi parla: "Okay, lattine, venite con me; non credo che siate ben accetti nella centrale – soprattutto dopo quello che ho detto a Sheeran, avranno paura anche solo a guardarvi, pff – in più dovrete pur avere un posto dove ripo-" Louis si blocca pensando a quello che stava per dire, "no, non credo che voi dormiate. Comunque, dovrete stare pure da qualche parte, quindi vi toccherà – per mia sfortuna, ovviamente – stare da me." Si gira, il castano, convinto che gli androidi lo avrebbero seguito.
"Sta facendo un grande sbaglio, agente Tomlinson," è la voce di Niall a parlare, piatta, monotona; esattamente come quella che dovrebbe essere la voce di un androide.
Louis si gira a guardarlo, ad un paio di metri di distanza.
"Davvero grande," Continua il suo monologo. "Io lo vedo, sa, agente? Sono stato progettato per queste cose. Il mio modello – RK800 – sa fare una diagnosi di un corpo defunto senza neanche disezionarlo, sa capire a chi appartengono dei capelli soltanto scannerizzandoli, sa vedere il Thirium – il cosiddetto sangue blu, quello che gli androidi perdono quando vengono feriti o uccisi – anche quando è ormai evaporato, sa distinguere perfettamente tutti i volti di qualsiasi abitante di Detroit e, sì, grazie ad un sistema di scannerrizzazione del corpo per il controllo degli organi vitali, sa quasi perfettamente capire le emozioni che un umano prova. Ed io l'ho visto agente Tomlinson. L'ho visto nel mio database come il suo cuore, da battiti normali, ha avuto le palpitazioni quando quel deviante ha provato a dissuaderlo. Ho capito che ha provato qualche sorta di affetto verso quel deviante. Ma, agente, lei deve capire che quell'androide le stava solo simulando quelle emozioni che ha mostrato nei suoi confronti." Mentre pronuncia queste parole chiude gli occhi. Per poi urlare: "NON POSSONO PROVARE EMOZIONI UMANE!" Sembra quasi che prenda un respiro per calmarsi. "Non provare pena per delle macchine, Louis. Te lo sta dicendo una di loro. " L'androide conclude il suo discorso sussurrando l'ultima frase e l'agente non capisce; come può convincerlo a fargli credere che gli androidi non provino emozioni dopo quello che ha visto all'Eden Club? Come può, Niall, chiedere questo a Louis dopo aver pronunciato quelle parole come se stesse soffrendo lui stesso a dirle? Come se stesse negando a se stesso una verità che sa che non può negare?
Louis, confuso, guarda per alcuni secondi – o minuti, non lo sa – l'RK800 negli occhi. Li tiene spalancati, fissi, in quelli di plastica, vuoti, ma così realistici, di Niall; poi li chiude, respira.
Li apre, una scintilla che li illumina: "Io ti credo, Niall."

SOOO, here I am after secoliii AHAHA
Comunque, sono tornata a scrivere, yay! Ho un botto di idee e non vedo l'ora di metterle giù!
Cosa ne pensate del capitolo? Spero che la storia vi stia piacendo!

Bye bye!

I don't care if you don't believe me, I can feel emotionsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora