16|prima di tutto

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📍Montecarlo, Principato Di Monaco
Giugno 2018

È da quando sono tornata da Montreal, ovvero quattro giorni fa, che non esco di casa.
Non accendo il telefono da prima della partenza dell'aereo, non sento nessuno da quando ho lasciato il Canada e ho intenzione di continuare così almeno fino alla settimana prossima.
Ogni volta che sono di pessimo umore, mi comporto sempre allo stesso modo: passo le mie giornate lontana da tutti, nel mio letto, sotto le coperte senza fare altro che guardare serie TV e mangiare gelato.
È praticamente un mese che io e Max non ci parliamo, e mi manca tantissimo, cosa che si può perfettamente intuire dal fatto che sto dormendo nel suo letto e ho addosso i suoi vestiti.
Non so quanto ancora riuscirò a resistere, la sua assenza si fa sempre più dura da sopportare ogni giorno che passa.
È la persona più importante della mia vita e senza di lui non riesco ad andare avanti.

Poi, a peggiorare la situazione, c'è anche la storia con Lewis, perché ovviamente un problema alla volta è troppo facile da affrontare.
Non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere da parte sua.
O meglio, da quando ho avuto l'occasione di conoscere quello che per me è il vero Lewis, non pensavo che tutto quello che si dice sul suo conto fosse reale.
Credevo fosse diverso, ho sperato con tutta me stessa che mi dimostrasse di essere migliore di come lo descrivono.
Ma, ancora una volta, sono stata delusa.
Mi sono illusa e ho riposto le mie speranze in lui nonostante tutti mi avessero consigliato di non farlo, cercando in Lewis le risposte a tutte le mie domande, ricevendo però solamente altri dubbi.
Ero convinta di avere ragione ma, ancora una volta, Max ci ha visto più lungo di me.
Sapeva a cosa stavo andando in contro e mi ha avvertita, ma io ho deciso di ignorarlo e adesso mi ritrovo in questa situazione.
Mi prenderei a schiaffi.

Sobbalzo sentendo improvvisamente il campanello suonare e controvoglia mi alzo per andare ad aprire, nonostante sia in uno stato ben poco presentabile.
L'unica cosa che mi spinge a non restare a letto ed ignorare chiunque stia bussando, è la flebile e infondata speranza che dietro la porta ci sia Max.

"Mamma!" esclamo sorridendo, dopo aver aperto la porta.
Mi getto fra le sue braccia e la stringo forte, mentre lei mi lascia un dolce bacio sui capelli.
Mi basta un suo abbraccio per tornare di buon umore.

"Sono felice che tu sia qui." aggiungo, facendola entrare e chiudendo la porta.

"Mi mancava passare del tempo con te, mijn liefste." risponde mettendomi un braccio intorno alle spalle, facendomi sorridere chiamandomi 'amore mio' in olandese.

"E poi ti conosco, so che avevi bisogno di una spalla su cui piangere.
So capire quando la mia bambina sta male." continua, accarezzandomi i capelli e sorridendomi dolcemente.
Amo quando si comporta come se fossi ancora piccola.

"Hai già parlato con Max?" domando, dopo esserci sedute sul divano l'una di fianco all'altra.
Poggio la testa sulla sua spalla accovacciandomi a lei, mentre mi poggia un braccio intorno alle spalle.

"Sì, la settimana scorsa.
Sta malissimo, non c'è stato verso di tirarlo su di morale.
Gli manchi davvero tanto." esclama.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime, mi fa male sapere che Max sta male a causa mia.

"Siamo due stupidi.
Nessuno di noi sa stare senza l'altro ma intanto non ci parliamo da un mese.
Devo ancora capire perché nessuno dei due sia ancora tornato dall'altro." aggiungo sospirando.

"Il problema non siete voi due, ma quella ragazza che vi tiene lontani." dice, facendomi alzare gli occhi al cielo al solo pensiero di Dilara.

"Siamo fratelli, non dovremmo separarci per colpa della stronzetta di turno!" continuo alzando il tono di voce.
Questa situazione mi sta stremando.

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