3 Notte di disobbedienza

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Nashi, Gale e Storm si ritrovarono nel porto della sera del giorno successivo, soli, senza che nessuno li avesse visti. In strada c'era anche il carro magico che li avrebbe portati a Blue Pegasus: era una sorta di macchina verde militare, con gli interni di pelle rossa e le ruote grandi. Il motore era collegato a un tubo con fissato sull'estremità una ventosa che, attraccato sul braccio permetteva di usare il veicolo con l'energia magica del guidatore. I posti in totale erano cinque: quattro erano posteriori - raggruppati a coppie affinché ogni sedile ne guardasse un altro - e il quinto era quello del guidatore, nascosto da quelli dei passeggeri da un separé nero.
"Ragazzi" disse all'improvviso Gale "questa è decisamente una pessima idea".
"Dobbiamo soltanto scortare l'arcivescovo per Blue Pegasus" contrattaccò Nashi "sarà una passeggiata".
"Io sono triste" commentò Storm "avrei voluto che ci fosse anche la mia dolce Kida".
"Kida non se la sentiva" rispose la ragazza "ha deciso lei così. L'importante è che non faccia la spia ai nostri genitori".
"Avrebbe ragione a farlo" s'intromise Gale "visto che stiamo compiendo una missione di classe S".
"Non dobbiamo preoccuparci più di tanto. Il nostro compito è solamente accompagnare l'arcivescovo alla gilda di Blue Pegasus".
Proprio in quel momento all'orizzonte comparve il profilo di una nave; quando raggiunse il porto, i ragazzi poterono ammirare la sua bellezza. Era gigantesca, forse la più grande che il regno di Fiore avesse mai visto: le vele erano maestose e bianche, contrassegnate col simbolo di Zentopia. Il legno sembrava essere nero all'ombra, ma alla luce della luna mostrava invece il suo marrone cioccolato; quando la ciurma gettò gli ormeggi, un soldato scese assieme all'arcivescovo sulla passerella di legno, dirigendosi verso i tre ragazzi.
"A quale gilda appartenete?", domandò la guardia.
"Di Fairy Tail", rispose Nashi, mostrando il suo marchio sulla spalla destra, una fata stilizzata rosa confetto.
Anche i compagni mostrarono i loro tatuaggi: Gale ce lo aveva sulla spalla sinistra - bianco - e Storm sul pettorale destro, azzurro acceso.
"Molto bene. Sua Santità" la guardia guardò l'arcivescovo "saranno questi ragazzi a proteggerla nel viaggio per Blue Pegasus".
"Ottimo" il vecchio guardò il trio di maghi "andiamo allora".

Per il viaggio si organizzarono così: Storm guidava, Gale stava seduto sul tettuccio a controllare i dintorni e Nashi dentro alla macchina con l'arcivescovo. La cosa positiva era che né lei né Gale soffrivano i mezzi di trasporto come i padri, quindi - per il momento - andava tutto bene. Magnolia era sprofondata nel sonno, e l'unico rumore che la rendeva viva era il silenzio; perché sì, il silenzio era quel rumore che nessun umano era in grado di sopportare, un rumore che tutti almeno una volta avevano udito. C'era chi ci conviveva, e chi non lo avrebbe mai fatto.
"Come fate ad essere già maghi di classe S?" domandò all'improvviso l'arcivescovo a Nashi "Siete molto giovani".
"Questa in effetti è la nostra prima missione".
"Ah, capisco. Non dimenticare che c'è qualcosa ben più importante del lavoro, come ad esempio l'amore. C'è qualche ragazzo nella tua vita?".
"No, non ancora. Diciamo che sono pessima in questioni amorose".
"Dai non dire così. Scommetto che provi qualcosa per quel ragazzo dai capelli celesti, quello che adesso è seduto sul tettuccio".
Nashi divenne magenta in volto, coprendolo con entrambe le mani per nascondere l'imbarazzo.
"Non c'è niente di vergognoso nel provare-".
"Non è quello" lo interruppe la ragazza, scoprendosi il viso "è che...non sono ricambiata. A Gale piace Andromeda, la figlia di Mirajane e Laxus".
"E tu come lo sai?".
"Mi capita di vederli insieme, e sembrano molto felici".
"Non hai mai pensato che Gale ti volesse far ingelosire?".
Nashi fu spiazzata: in effetti, poteva essere...sì, l'arcivescovo aveva ragione, e poi, conosceva Gale troppo bene per sapere che l'avrebbe fatto. Non aveva alcun dubbio: Gale stava dietro a Andromeda per farla ingelosire.
"Ha ragione" disse "grazie per l'aiuto, Sua Santità".
"Non c'è bisogno di-".
La macchina si fermò improvvisamente, e i passeggeri dall'interno udirono Gale parlare con una donna.
"Lei chi è?".
"Sono sorella Rachele. Avrei bisogno di un passaggio".
"Per dove?".
"Per la foresta di Warth. Lì si trova il mio rifugio".
Il dialogo si concluse, e la portiera di destra si aprì, facendo vedere Gale.
"Sua Santità" disse guardando l'arcivescovo "c'è una suora qui fuori-".
"La faccia salire immediatamente" lo interruppe bruscamente "bisogna aiutare tutti".
"Subito Sua Santità".
Gale scomparve, sostituito dalla figura della suora: portava un velo nero, con sotto una benda bianca che cingeva una fronte dalla carnagione quasi cadaverica. Un'altra fascia circondava i lati del viso che si estendeva fino al petto in un soggolo, coprendo così lo scollo del saio, nero come una notte senza stelle. La donna portava al collo uno strano rosario nero, dato che sul crocifisso non c'era la statuina di Cristo ma un pezzo di filo spinato che lo avvolgeva, fuso con la croce. Gli occhi erano due perle dorate, e le labbra sottili e rosse come fragole; doveva avere cinquant'anni, eppure né il volto né le mani presentavano alcuna ruga. Entrò nella macchina e si sedette di fronte a Nashi. Questa ebbe un déjà vu: quella suora l'aveva già vista, non riuscendo a ricordare dove o il quando. Quando guardò l'arcivescovo, lo vide privo di colore, con gli occhi spalancati e la bocca intenta a formulare una qualche parola incomprensibile.
"Sua Santità" disse, riuscendo a risvegliare il vecchio dalla trans "dobbiamo proseguire".
"Sì...sì hai ragione".
Debolmente, l'arcivescovo chiuse la portiera e la macchina ripartì. L'uomo non smetteva di fissare la suora, come incantato della sua anziana bellezza, eppure quegli occhi non sembravano innamorati, ma terrorizzati.
"Lei appartiene a Zentopia?", domandò Nashi alla donna.
"Un tempo sì, ma mi sono dimessa. Adesso giro di città in città per benedire i posti che rischiano di cadere nel baratro del diavolo".
La voce era molto profonda, pacata e tranquilla, quasi dolce.
"Grazie comunque per il passaggio", continuò.
"Ma si figuri. Noi di Fairy Tail siamo sempre disponibili per chi ha bisogno di aiuto".
"Una buona notizia. Una persona come te deve avere molti amici".
"In realtà tre, ma andiamo così d'accordo che ci consideriamo quasi fratelli".
"Ne sono contenta, e dimmi, sono i due ragazzi che ci stanno portando a Blue Pegasus?".
"Sì, ma ci sarebbe anche il quarto membro della compagnia, Kida Snape".
"Kida Snape? La vincitrice della Megamente?".
"Sì, è la mente del team".
"Una ragazza molto intelligente può essere soltanto una persona favolosa".
"Lo è eccome. Solo che...".
"Solo cosa?".
"È molto rigida, e non si ribella alle ingiustizie della gilda".
"Quindi...non è moralmente forte?".
"No. E poi, i suoi poteri...non per offenderla, ma non è che siano molto utili in battaglia".
"Non dire così. Una mente come la sua è utilissima".
"Lo è, ma secondo me è debole qua".
Si mise la mano sul petto, dove vi era il cuore.
"Davvero?".
"Sì. Ad esempio, Storm, il ragazzo che sta guidando adesso, è innamorato pazzo di lei; anche Kida lo è, ma non lo vuole accettare".
"Capisco fin troppo. Parlando di voi, se avete accettato di proteggere l'arcivescovo dovete essere molto potenti".
"Io sono per metà Dragon Slayer e domino il Fuoco, anche Gale lo è e domina il ferro. Storm invece i fenomeni atmosferici".
"Santo cielo. Con questi personaggi, l'arcivescovo può fare sogni tranquilli".
L'uomo non aveva osato commentare, ancora intento a fissare la suora con gli occhi spalancati e colmi di paura; Nashi non riusciva a comprendere il suo turbamento, ma non era una questione che le interessava particolarmente.
"Ehi Nashi", la chiamò dall'esterno Gale.
La ragazza tirò fuori la testa dal finestrino e guardò il tettuccio, dove vi era ancora Gale, seduto a gambe incrociate.
"Cosa c'è?".
"Sento che qualcuno ci sta pedinando".
Nashi inspirò l'aria e sì, anche lei percepì un odore sospetto, o meglio, tre. Poi, improvvisamente, la macchina si fermò.
"Perché ci siamo fermati?", domandò la ragazza a Storm, rimettendo dentro la testa.
"Non lo so" rispose lui dall'altra parte del separé "la macchina si è fermata senza che io facessi nulla, e la magia mi si è bloccata".
Quando Nashi si mise composta, la suora era sparita, come assorbita dall'aria fresca di settembre.
"Ehm...Sua Santità...?".
Si voltò a guardare l'arcivescovo, ma l'uomo era crollato sul sedile, addormentato di punto in bianco. Poi, le portiere di sinistra si aprirono di botto e una forza sconosciuta spinse Nashi fuori dalla macchina, seguita da Storm con la stessa maniera.
"Ma che succede?", domandò Gale.
"Non lo so" rispose Storm "qualcosa ci ha spinto fuori".
Il turchino scese dal tettuccio e aiutò i compagni ad alzarsi, ma quando si voltarono a guardare la strada, videro tre figure: erano affiancate tra loro, vestite con un saio marrone e coperte con un cappuccio in testa. Sembravano dei frati, eppure tutti e tre portavano un crocifisso avvolto dal filo spinato e le mani sul ventre piatto; dalla corporatura si capiva che erano tre uomini.
"Che cosa volete?", attaccò Gale.
"Portate il diavolo nel paradiso"  dichiarò la figura di sinistra "noi dobbiamo rispedirlo nell'Inferno da cui è provenuto".
"Ma di cosa state parlando?!", urlò Nashi.
"L'uomo che si dichiara arcivescovo di Zentopia non è altro che la reincarnazione del male e dell'oscurità", rispose quello centrale.
"Chi è il vostro mittente?", domandò Storm.
"La nostra signora. Stanotte ci ha detto di fermare l'avanzata delle tenebre".
Nashi non aveva più alcun dubbio: quei tre erano sicuramente pazzi.
"Volete rogne?" rispose la ragazza "Bene sono tutto un fuoco!".
Tentò di infiammare i pugni, ma ci fu soltanto una scintilla; ritentò, e dopo un paio di volte ci riuscì.
"Demone dell'abbisso" le disse il frate di destra "non puoi vincere la guerra di Dio".
"Sta zitto pazzoide! Pugno di Ferro del Drago di Fuoco!".
Corse verso il nemico e caricò un cazzotto, ma questo le diede semplicemente una gomitata sulla guancia, scaraventandola con forza verso un edificio.
"Brutti figli di- Spada del Drago d'Acciaio!".
Anche Gale s'intromise nello scontro, tentando di trasformare il braccio in una spada, trasformandola invece in un'ascia. Non gli importò ed attaccò i tre frati: non percepiva in loro l'aura magica, ma in compenso erano molto agili e veloci. Uno lo accolse alle spalle e tentò di strangolarlo col rosario di ferro: Gale tentò in qualche modo di addentarlo, ma il nemico rafforzò la presa, mozzandogli il fiato.
"Resisti Gale!", urlò Storm.
Il moro si concentrò ed urlò:
"Sky Make: Lightneen!".
Il cielo si coprì di nuvole nere, nascondendo la luna e le stelle; da una nuvola partì una saetta che lambì il terreno con ferocia, più veloce della luce. Aveva evitato di un niente Gale, ma aveva spinto il frate a lasciare la presa sul turchino; questo ne approfittò per voltarsi e stordire il nemico con un cazzotto sul naso e sulla mascella.
"SEI SCEMO?!" urlò il ragazzo guardando Storm "POTEVI UCCIDERMI!"
"Scusa".
Un frate alle spalle tentò di strangolare il moro col rosario, ma questo si difese con:
"Sun Make: Hot Body!".
Il collo divenne color arancio e in un secondo il rosario si fuse, cadendo sulla pietra sottoforma di ferro fuso; Storm si girò e calciò il frate sotto la cintura e sotto il mento, facendolo cadere sulla pietra completamente inerme.
Nashi era a terra, ma non svenuta; tentò di rimettersi in piedi, ma il terzo frate la sollevò tirandola per i capelli e le puntò sulla giugulare la punta di un pugnale.
"Ritorna nell'Inferno da cui provieni".
La ragazza seppe di essere spacciata; era esausta e non aveva la forza né di contrattaccare né di urlare il nome di Gale e Storm. I ragazzi videro la situazione e fecero per intervenire, ma udirono una voce che avrebbero sperato non dover sentire.
"Ruggito del Drago di Fuoco!".
Una gigantesca fiammata diede fuoco al frate, liberando Nashi dalla presa; la ragazza si allontanò dal nemico fumante e con dispiacere vide il suo salvatore: Natsu Dragneel, più furente che mai.
"Papà io-".
"Non qui", rispose lui acidamente.
Il rosato guardò Gale e Storm.
"Voi due andate a casa. Ho già informato i vostri genitori".
Il trio era sicuro di una cosa sola: tutti loro erano nei guai fino al collo.

To The Stars: La suora delle tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora