Capitolo III - Broken Heart

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Capitolo III - Broken Heart

C'era odore di naftalina nell'aria; odore di benzina, gomma bruciata, polvere e acido muriatico.

Odore di asfalto fresco, di legna bagnata. Di morte.

C'erano rumori assordanti e odori nauseabondi che non la smettevano di entrare a contatto con i suoi sensi, eppure Tony riuscì lo stesso a prenderlo per le spalle e buttarlo in macchina, in un momento in cui nessuno se ne sarebbe accorto.

«Parti, non voglio rimanere qui un istante di più!», ordinò ad Happy, che non perse tempo ad accendere i motori ed immettersi nell'unica stradina aperta che avrebbe permesso loro di lasciare quell'inferno, siccome le altre erano state sbarrate dopo l'esplosione.

Peter era seduto lì, sul sedile, in un angolo, silenzioso come un morto, tremante come una foglia. La sua tuta puzzava di fumo e Tony era certo che quell'odore lo avrebbe ricordato per sempre, compagno infimo in una vita che ora avrebbe vissuto con troppi sensi di colpa, a soli diciassette anni.

Un nuovo dolore, insidiato in un ragazzino già colmo di troppe perdite nel cuore.

Gli tolse la maschera con un gesto secco, seppure si era appiccicata al suo giovane viso per via del sudore e, quando incontrò i suoi occhi spenti, fissi nel vuoto, Tony gli prese il viso tra le mani.

«Peter, guardami», gli disse e lui non lo fece. «Guardami. Torna qui e guardami», continuò, poi lo scosse.

Nulla.

Nulla di nulla, nemmeno la minima reazione, nemmeno una scintilla minuscola negli occhi color castagna. Niente emozioni diverse dalla paura e dallo shock.

Tony si avvicinò di più al suo viso, accorciando le distanze in modo da poter costringere gli occhi del giovane ad incontrare i suoi.

Gli passò una mano tra i capelli umidicci, tirandoglieli indietro per liberargli la fronte madida.

«Guardami... non andare via», sillabò, tra i denti, «Ti prego», disse, più piano.

Quella supplica sembrò in qualche modo la formula magica per ricevere una minima reazione: Peter corrugò la fronte, le sue labbra si aprirono leggermente, visibilmente in disaccordo con se stesso: parlare o non parlare? Esternare il proprio dolore o trattenerlo dentro?

Tony conosceva fin troppo bene quel conflitto interiore, per non comprenderlo, mentre corrugava la fronte, in attesa di un riscontro.

«Signor Stark...».

«Ehi, ragazzo... bentornato tra noi!», sorrise Tony, con del sollievo nel cuore, sebbene il viso carico di dolore che Peter gli aveva rivolto lo stava logorando lentamente nell'intimo.

«C-che cosa è successo?», gli chiese il giovane, alzando una mano per stringerla intorno alla sua giacca, tirandolo, strattonandolo per un secondo verso di lui e poi lasciando la presa, quando gli occhi gli si riempirono di lacrime. «Che cosa ho fatto? Mi dica che non... che... oddio», chiese di nuovo, la voce rotta.

The Silence Remains - Starker [Tony x Peter] (Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora