Cenere

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Claudio PVO's




26 dicembre

"Ho ascoltato una canzone e ho pensato a noi. Ascoltala anche tu, mi ci rivedo, sai? A volte è proprio vero che i cantanti riescono a parlare più di noi, parlano anche per noi.

Ti sto dicendo che ovunque andrei, ovunque andremo, saremo sempre vicini.

Il nostro cortile. Quel misero angolo di cemento con un solo albero sfoglio, teatro delle nostre liti, dei nostri abbracci. Di noi. Ti verrò a cercare sempre. Che sia nella realtà, che sia nei sogni. Verrò a cercarti perché adesso mi rendo conto che ti ho cercato per tutta la mia breve vita e ti ho trovato nell'unico posto dove non avrei mai creduto. Forse anche tu mi stavi cercando e ci siamo incontrati a metà strada. Forse dovevamo solamente osservarci bene e adesso ti direi che ho sbagliato a perdere tempo prima, ho sbagliato a resistere. Se avessi saputo che eri tu la persona che stavo aspettando, ti avrei aperto il cuore molto prima.

Ti sento. Come ti ho sentito il primo giorno. Quando i tuoi occhi più verdi delle foglie primaverili, si sono fermati su di me.

Ti sento, dalla prima sera in cui hai stretto le mie mani con le tue e hai trovato una forza, un appiglio, hai trovato rifugio. Tu hai trovato rifugio in me, quando ero io quello aveva bisogno di un appiglio dove aggrapparsi e salvarsi. Non sei solo un'ancora, Claudio, sei anche la barca, sei la scialuppa di salvataggio che si infrange in questo mare di merda. Quella che salva me, e mi porta in un porto sicuro: tra le tue braccia.

Ti sento, da quel primo bacio. Quello che ti ho rubato, quello che hai respinto, quello che è stato l'inizio di tutto.

E poi dal nostro secondo primo bacio, quello viola, quello scambiato su quel letto scomodo e troppo piccolo per due persone, quel letto che è diventato la culla del nostro piccolo segreto, la testimonianza del nostro amore.

Ti sento, perché quel letto adesso è vuoto. Non ci sei tu più a riscaldarmi col tuo corpo, non si sei tu a stringermi con la scusa che hai paura di cadere. Ma io ti sento anche nel vuoto, vuoto a ricordarmi che sei passato, mi sei successo.

Non mi basta una mano, vorrei uno spazio più grande all'interno del tuo cuore, vorrei un pezzettino di quel muscolo che ti pompa il sangue in tutto il corpo, vorrei che pesassi un po' li dentro, perché tu dentro di me pesi.

Sei lì, come la spina di una rosa. Conficcata per ricordarmi che questo amore è bello come una rosa rossa in fioritura, ma fa male allo stesso modo.

L'anima. Quella maledetta e fottuta anima che mi ha rubato, quella che non so come hai trovato. Ti devo confessare un segreto. Io credevo di non avercela più una, credevo che l'avessi persa, oppure nascosta perché nessuno meritava di vederla più. La mia di anima non nient'altro che lo spetro della mia persona, che ha vagato per troppo tempo senza meta, alla deriva, per poi scontrarti in te che sei la cosa più bella che abbia mai visto.

La mia anima, Claudio, non esiste.

La mia anima, amore, sei tu.

Mi sei scoppiato dentro. Senza preavviso, senza chiedere permesso. Ti sei preso il mio corpo, ti sei incastrato tra i miei pensieri, ti sei preso il meglio di me, e mi hai svuotato. Ma io ne avrò cura della tua anima, lì proprio dove ti ho visto la prima volta, dentro di me e me ne prenderò cura per tutta la vita.

Ma ogni cosa bella deve finire, e io e te dobbiamo finire, Claudio.

Io non uscirò da qui e tu non puoi aspettarmi, capito? Non puoi. Non posso condannarti a una vita di attese, non posso condonarti a una vita di briciole.

Hai Imprigionato la Mia Anima •Clario•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora