Are making out...

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Volevate il romanticismo? Le vostre preghiere sono state ascoltate!!!









Il rumore di battiti frenetici alla porta fecero alzare pigramente Gilbert, dopo aver capito che Bash non si sarebbe scomodato.

Il ricciolo apri la porta e non ebbe il tempo di pensare, che una figura esile si era avvinghiata a lui, legando le braccia al suo collo e iniziando a singhiozzare.
Il ragazzo guardò in basso e riconobbe i capelli bronzei e bagnati della sua amata Anna, non esitando un attimo di più a stringerla.
"Ehy...che è successo?" Chiese lui piano, tirandola dentro la casa e chiudendo la porta.
Ma lei piangeva troppo interrottamente per riuscire a parlare.
"Ehy, Blythe chi er- Anna! Che ci fai qui? È successo qualcosa?" Si allarmò Bash prendendo la giacca.
"N-no...è solo..."Cercò di spiegare inutilmente la ragazza.
"Calmati, ora mettiamo su un po' di te e ci racconti tutto, ok?" Propose Gilbert, asciugandole le lacrime e lasciandole un bacio in fronte.
Lei annuì, ancora stringendo saldamente i lembi della sua maglietta bordeaux.

Lui la scortò in salotto, dove la fece accomodare, mentre Bash preparava il tea.

La rossa continuò a piangere sempre più piano, nascondendo il viso nel petto del ragazzo, che sembrava l'unica persona a non farla sentire indifesa in quel casino assurdo, fino a che  sempre più quiete lacrime scorsero silenziose, lasciando sentire solo il suono del respiro costante di Gilbert e il fruscio dei capelli di Anna tra le sue dita.
Bash porse ai due il tea e rimasero in religioso silenzio, bevendo un po' della bevanda calda.
"È-è arrivato un pacco stamattina...indirizzato a-a me...e de-dentro c'erano delle cose...d-dei miei gen-genitori..." raccontò lei, balbettando un po'.
"Come?!" Chiese Bash sorpreso.
"Ne-nella lettera c'era scritto che u-una donna le aveva tro-trovate in un garage che ha com-comprato...co-conosceva mia madre e a-aveva saputo che e-ero stata man-data in orfanotrofio...istituto dopo istituto è arrivata da noi..." Spiegò la ragazza.
"Cristo, Anna..." Mormorò Gilbert, abbracciandola.
Era totalmente senza parole e ora capiva perché una reazione del genere.
"Che cosa c'era nello scatolone?" Continuò a chiedere l'uomo.
"N-non lo so...s-sono andata ne-nel panico e sono cor-corsa qui..." Ammise lei.
"Tranquilla, non c'è fretta di vedere quelle cose. Potresti anche decidere di non guardarle affatto. Non sei obbligata e non devi nulla a nessuno...infondo sono anni che non hai avuto l'occasione di entrare in contatto in un modo qualsiasi con i tuoi e sei comunque una persona fantastica, anche senza affrontare quella scatola." Le Disse Gilbert, facendole tirare un sospiro di sollievo e mordere il labbro.

Sperava che l'avrebbe capita, per questo era corsa da lui...era l'unico a poterle dire le cose giuste in quel momento tanto delicato.

"Tu le guarderesti?" Chiese lei.
"Io conoscevo i miei genitori...ogni cosa ha un significato e un ricordo...per te sarebbe una scoperta, ma, se fossi al posto tuo, gli darei una controllatina, tanto per scoprire se hai ereditato qualche talento, passione o hobby. Non c'è niente di male neanche nell'essere curiosi." Le sorrise lui.
"E se avessi paura e fossi curiosa contemporaneamente?" Domandò Anna, guardando il tea nella tazza come se fosse la cosa più interessante al mondo.
"Prenditi del tempo e lo aprirai quando ne sarai sicura, quando sentirai che è il momento giusto." Le disse lui.
Lei annuì piano e allacciò le loro mani.
"Che ne dici se per stasera resti qui? Fuori è buio, diluvia e hai un'aria stanca. Chiamo Marilla e la avviso, presumo che la tua fuga non le sia sfuggita." Propose Bash, facendo accennare un piccolo sorriso alla rossa.
"Grazie ragazzi, davvero..." Mormorò lei, con di nuovo le lacrime agli occhi.
"È la legge dei cuori solitari: mai abbandonare qualcuno quando puoi aiutarlo." Esclamò l'uomo, ridacchiando e lasciando la stanza.
"Sei sempre la ben venuta in questa casa, lo sai, vero?" Le disse Gilbert.
"Non sarei dovuta precipitarmi qui così." Costatò lei.
"Invece si. Ora andiamo a prenderti qualcosa di asciutto, starai congelando!" La incitò, alzandosi e porgendole la mano.
Lei accettò e lo seguì verso le scale, con ancora le mani unite.

Oltre ogni aspettativa di AnnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora