Bianca's POV
Mi bacia.
Lo lascio fare.
lo fa prima poggiando piano le sue labbra sulle mie, sfiorandole soltanto, poi applica una piccola pressione che mi sembra però valga cento volte quello che è. Chiude gli occhi. Muove la bocca contro la mia, provo a restare ferma ma finisco con imitarlo.
Ora ci stiamo baciando.
Finisco per chiudere anch'io gli occhi.
Il suo sapore è così dolce, non mi aspettavo che avesse una pelle così morbida, con quella barbetta appena cresciuta credevo mi pizzicasse, invece no.
Il bacio continua, mi sento come se fossi stata trasportata in un'altra realtà, dove il tempo si è fermato, dove io mi sento incredibilmente bene, dove lui è tutto c'ho che basta, vorrei che fosse così per sempre. Vorrei che questo momento non finisse mai.
Questo è quello che succede in testa.
Nel resto del corpo è come se in una festa, una festa che stava procedendo lentamente, che stava per finire, la gente se ne tornava a casa, è come se all'improvviso nel cielo sopra le loro teste scoppiassero migliaia di fuochi d'artificio, tutti colorati. E' come se la mia pelle fosse la fine di quel cielo, sento il fuoco che spinge per uscire, mi sento bruciare, ma un bruciore caldo al punto giusto. Mi sento scoppiare.
E' scoppiata la stanza, la casa, ho come la sensazione che attorno non esista più nulla, come se il mondo fosse finito, e a me non importasse, a noi non importasse.
Non riesco a descriverlo, so solo che una cosa del genere non me la scorderò neanche tra cent'anni.
Non riesco a studiare oggi, ripeto la scena innumerevoli volte nella mia testa, non riesco a smettere di pensarci. Non avevo mai provato emozioni simili, così forti, è tutto nuovo per me, ma in questo momento non c'è spazio per la paura, solo questa strana sensazione di benessere che mi avvolge e non mi lascia concentrare.
-Bianca, mi aiuti in cucina?
Esco dalla mia camera e raggiungo mia madre. Le do una mano a mettere la pasta nei piatti e ad apparecchiare.
-E' pronto!- mamma batte un cucchiaio sulla pentola, e Diego con estrema lentezza si alza dal divano dove era prima seduto, guardava la televisione ora ci raggiunge a tavola.
Iniziamo a mangiare, ammetto di avere la testa altrove, è la prima volta che non mi sdegno mentalmente della fatiscenza che mi circonda. Per la prima volta a casa mia mi sento bene, accenno un sorriso.
-Questa pasta è insipida- commenta Diego allontanando il piatto da sé, mamma ed io ci limitiamo a guardarlo - Nessuno ha nulla da dire?
-Avrò messo poco sale, che sbadata- mamma si giustifica- Te la rifaccio se vuoi- si alza e si rimette ai fornelli.
-E tu?- mi punta -Te ne stai là!- riconosco il tono di voce, nei suoi occhi la voglia di trovare un pretesto per litigare. Non rispondo.
-Ti ho visto poco fa, cosa era quel sorrisetto? Ti prendi gioco di me?- non gli do conto.
-Credi di essere più furba di me? Credi essere la più furba della famiglia? Ti prendi gioco di tuo padre?- quest'ultima parola provoca in me una reazione, l'unica. Sospiro amareggiata.
Diego sbatte un pugno sul tavola e in contemporanea mamma fa cadere un bicchiere a terra, si rompe, ciò lo fa imbestialire.
-Dì qualcosa!- si alza.
-Cosa è che ti da fastidio? Lo vedo dalla tua faccia, dimmelo- avanza verso di me, io resto al mio posto.
Si china rivolgendosi al mio orecchio e dice scandendo ogni parola -Diglielo al tuo papà che ti vuole tanto bene.
In quell'istante capisco più cose. Mamma gli aveva detto della nostra ultima discussione e la sua intenzione era quella di farmela pagare.
Non riesco a dire niente di diverso.
-Tu mi fai schifo.
La reazione fu immediata. Venni afferrata dalle spalle e spinta con violenza indietro, caddi insieme alla sedia, ricordo la botta al suolo, lui sopra di me, il resto è sfocato.
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Lascia la finestra aperta
ChickLitOgni giorno a quell'ora lei era lì. Così come me, l'aspettavo. Abbiamo due ragazzi, uno l'opposto dell'altro, il bianco e il nero, il sole e la luna, ognuno con i suoi problemi. Il loro primo incontro è stato frutto del caso, e gli altri? Come si sp...