Tra le luci di Roma

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"Io mi ricorderò di te 
Tra le luci dell'alba
di ogni abbraccio per strada. 
Mi ricorderò di te 
Perché in fondo sai stavamo bene 
Ma dimmi se c'è 
Una buona ragione per correre ancora 
Senza di te."

Ascoltando quella frase a Fabrizio tornarono in mente tutti i momenti passati con Ermal nella sua amata Roma, la città che tanto amava, la sua casa. Fargli conoscere tutti i suoi posti preferiti di questa città è stato un po' come donargli completamente il suo cuore, ma questo non è bastato. Con le sue continue paure e paranoie ha cercato in tutti i modi di allontanare Ermal per paura di soffrire e alla fine ci è riuscito; sapeva che quella era la scelta giusta da fare ma nonostante fossero passate settimane continuava a soffrire per lui ed ascoltare le sue canzoni era l'unico modo per sentirlo più vicino. In quel momento avrebbe tanto voluto stringere la sua mano e accarezzare pian piano i suoi capelli, i ricci che lui tanto amava, magari mentre vedevano uno di quei film così romantici che ti fanno sciogliere il cuore.
Ma da quando si erano lasciati, queste cose poteva solo immaginarle, sentiva continuamente la sua mancanza ma doveva imparare a farci l'abitudine.

"Avere l'impressione di restare sempre al 
Punto di partenza 
E chiudere la porta per lasciare il mondo 
Fuori dalla stanza 
Considerare che sei la ragione per cui io vivo
Questo è o non è, amore."

Passarono le ore, ma il suo ricordo non si affievoliva, anzi, gli mancava tantissimo e forse anche più degli altri giorni; era come un dolore continuo, una malinconia costante di quello che poteva essere.
Provò a mettersi a letto e nonostante fossero le tre e sentiva la stanchezza e il sonno, non riusciva ad addormentarsi, ed ultimamente gli succedeva spesso. Da quando lui se n'era andato aveva perso tante ore di sonno passate invece a pensarlo, a tutti gli attimi passati insieme, a tutte le risate condivise. Sapeva che tra di loro ci fosse qualcosa di speciale ma non aveva avuto nemmeno il coraggio di baciarlo per la prima volta, aveva paura di rovinare la loro fantastica amicizia ma sapeva che se l'avesse fatto Ermal avrebbe ricambiato, glielo aveva fatto capire svariate volte. E così continuò a girarsi nel letto ma senza risultato; passarono le ore ed arrivarono le cinque.

"È rimasto il tuo profumo in questa casa che ora è triste
Sopra il pianoforte ho messo le tue foto già riviste
È rimasta la collana che ti avevo regalato
Per quella corsa verso il mare sono ancora affaticato."

Decide di alzarsi e di suonare un po' la chitarra, ma appena andò a prenderla, posò gli occhi sulla loro foto che aveva sul pianoforte e questo gli fece ancora più male, gli mancava così tanto che faceva fatica anche ad andare avanti, anche a respirare, anche a continuare a vivere normalmente la sua vita. Così decise di cedere, prese la foto e la porto sul letto con lui e osservando le loro facce felici, finalmente si addormentò.

Ma il sonno non durò tanto, verso le dieci iniziò a squillare il suo cellulare e iniziò a maledire chiunque fosse; sul display del telefono legge il nome del fratello di Ermal e il suo cuore perse un battito, aveva paura che fosse successo qualcosa.
Rispose con la voce ancora un po' assonnata e il fratello farfugliò qualcosa che lui in un primo momento non riuscì a capire e per questo gli disse di calmarsi.

Dopo che rallentò, l'avvisò che il giorno dopo Ermal sarebbe partito perché aveva bisogno di staccare e non sapeva quando sarebbe tornato; gli spiega che lui non voleva dargli quell'informazione perché lo sapeva solo la sua famiglia, ma da quando avevano preso le distanze notava che suo fratello soffriva continuamente. Gli chiese dove si trovava ora il suo amico e dopo aver scritto la via su un foglietto, iniziò a lavarsi i denti e vestirsi in modo veloce e senza far nemmeno caso agli abbinamenti, cosa per la quale Ermal lo prendeva spesso in giro dicendo che non sapesse vestirsi.
Il ricordo di quella frase lo fece sorridere leggermente, ma senza soffermarsi troppo prese le chiavi della macchina e iniziò a correre per le scale per arrivare ad essa, apri lo sportello, si infilò dentro e iniziò a correre per le strade di Roma.

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