Capitolo primo

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"A volte accadono cose che non si è preparati ad affrontare, può essere qualunque cosa, anche un solo secondo che capovolge tutte le carte del nostro destino. Certe situazioni non si possono nemmeno evitare, sono come la pioggia, arrivano quando nemmeno te lo aspetti, spazzando via ogni briciola della nostra esistenza."

Chiusi il diario rumorosamente quando sentì la voce di mia madre chiamarmi per la cena. Guardai l'ultima volta fuori dalla finestra prima di coprirla con le tende azzurre, la luna è alta nel cielo e splende più che mai, è sempre stata lei a darmi ispirazione per scrivere e buttare tutti i miei pensieri contorti sul diario che ormai tengo da anni e anni. Ora che inizio il terzo anno del liceo, sono sicura del fatto che non mi staccherò quasi mai dal diario, troppo impaziente di sfogare la mia angoscia. Perché la scuola mi provoca questo, angoscia. Gli studenti sembrano usciti da qualche serie televisiva adolescenziale, stesse personalità, stessi discorsi. Non sarei mai riuscita a sopravvivere in quella gabbia di figli di papà se non fosse stato per Tate, Tate Williams, il mio ragazzo, probabilmente ex ragazzo. Abbiamo deciso di prenderci una pausa prima dell'estate, non so cosa succederà ora ma di una cosa sono certa: nulla sarà più come prima.

"Tesoro, devo salire per farti capire meglio che la cena è pronta?" -la voce di mia madre mi fa tornare alla realtà, così decido finalmente di scendere per mangiare.

Appena raggiungo l'ultima scalinata, vedo tutta la mia famiglia riunita in sala da pranzo, non succede spesso di avere a cena mio padre, da quando ha trovato lavoro in un'azienda è così felice che ci passa anche una serata intera.

"Bene ragazzi, facciamo una piccola preghiera." -dice papà, porgendo la mano verso di me e poi verso mamma. A mia volta porgo la mano a mio fratello e così via, finché non formiamo un cerchio imperfetto. E' un rito che si è sempre fatto in questa casa prima di ogni pasto, ma che io e i miei fratelli abbiamo sempre criticato. Personalmente non sono credente e questa è l'unica delusione che sono riuscita a dare ai miei genitori. Dopo la preghiera, cominciamo finalmente a mangiare.

"Siete pronti per domani?" -chiede mamma versando il vino a papà.

"Sinceramente il liceo mi mancherà, mi dispiace che è l'ultimo anno per me." -risponde Bruce.

"Praticamente mi lascerai sola." -commento con un sorriso sulle labbra. Per Bruce è il quarto anno, e oltre a Tate, è lui che devo ringraziare per avermi aiutata con il liceo, per averlo fatto sembrare meno terribile da sopportare. Credo che lui sia il fratello che ogni ragazza desidera, sono felice di averlo.

"Non disperare Bruce, l'anno prossimo lasceremo la scuola alle spalle e andremo a divertirci." -risponde Blaine provocando una risata generale. Lui è il fratello gemello di Bruce, stessa età, stesso aspetto, ma caratteri completamente diversi. Forse è proprio per questo animo ribelle che i nostri genitori hanno deciso di mandare Blaine in una scuola privata, insieme a Willa, l'altro diavolo della casa.

"Fatico a credere che sei all'ultimo anno Blaine, è pura magia." -alza gli occhi al cielo mamma.

"Non puoi immaginare nemmeno lontanamente quello che combina a scuola ed è meglio così, credimi." -risponde Willa.

Al seguito della conversazione non ho fatto altro che osservare i volti felici della mia famiglia, sembriamo così perfetti ed uniti, allora perché ho come la sensazione che quest'anno sarà diverso? Ci penso ormai da giorni, esattamente da quando sono tornata da quella stupida vacanza in California. Anzi, non è stata stupida ma a dir poco fantastica, la migliore vacanza mai fatta, il problema sta nelle persone, sta sempre nelle persone, una in particolare: Jesse. L'ho conosciuto il secondo giorno dopo il mio arrivo, in un locale per i ragazzi single che cercano una serata di puro divertimento. Ma con me non ha voluto il divertimento, siamo riusciti a rimanere in contatto e a diventare ottimi amici. Purtroppo tra un cocktail e l'altro è successo di tutto, divento rossa solo al pensiero, è successo soprattutto che ancora oggi non sono riuscita a togliermi dalla testa quel suo sorriso magnifico e gli occhi color nocciola, quasi miele, che solo a guardarli resto ipnotizzata. Per quanto fosse stata passionale la vacanza, ora il mio pensiero è rivolto principalmente a Tate e a quanto sono stata meschina con lui. Se solo lo scoprisse...

"A cosa pensi?" -una voce mi fa risvegliare dal mio stato di trance e appena focalizzo la situazione, mi accorgo di essere ancora seduta al tavolo da pranzo mentre gli altri hanno quasi finito di sparecchiare. Bruce mi guarda con i suoi occhi blu in attesa di una risposta che non riuscirò mai a dargli.

"A domani, sinceramente, devo chiamare Madison per decidere dove incontrarci." -rispondo, anche se non è questo quello che stavo pensando, devo realmente chiamare la mia amica.

"Come vuoi." -dice Bruce non convinto prima di andare in cucina con i bicchieri sporchi. Mi alzo finalmente dal tavolo e aiuto Willa a piegare la tovaglia.

"Se non vi dispiace io vorrei tornare nella mia stanza, domani sarà una giornata lunga." -informo la mia famiglia per poi salire le scale a chiocciola fino a rifugiarmi nella camera. Mi sento stanca senza un motivo preciso, non mi è ancora mai capitata una cosa del genere, non ho mai provato questa angoscia, questa tristezza così assordante. Non c'è cosa peggiore del non star bene con se stessi, non sentire il corpo proprio e sentire, invece, di star facendo qualcosa di talmente sbagliato da distruggere ogni cosa bella. La notte non faccio altro che paragonare la mia vita ad un castello di sabbia fatto sulla spiaggia, il vento estivo di questa ultima vacanza in California che lo spazza via in un secondo, senza lasciare altro che dei minuscoli granelli di sabbia che sono i miei momenti felici, sotto i piedi della gente.

Compongo velocemente il numero di Madison e mi butto sul letto in attesa della risposta.

"Cheryl!" -la sua voce squillante risuona nel mio orecchio destro facendomi immediatamente sorridere.

"Volevo sapere dove dobbiamo vederci domani prima della scuola, credo di aver bisogno di una sigaretta." -la informo girandomi sulla schiena per osservare il soffitto pieno di stelline, che fanno luce durante la notte, e tanti ritagli di frasi stupende di alcuni libri che ho letto.

"Qualcosa mi dice che ti sto portando sulla cattiva strada, non dovresti fumare Cheryl." -risponde con il tono di voce serio, prima di aggiungere -"Comunque incontriamoci davanti il Caffè Store alle sette e mezzo."

"Perfetto, ci vediamo domani, dobbiamo parlare urgentemente."

"C'è qualcosa che non va? Purtroppo non ci siamo potute vedere in questi giorni e mi dispiace, sai la situazione che ho in famiglia." -la sua voce quasi trema all'ultima frase e provo vergogna nel non averla chiamata molto prima per sapere come sta.

"Lo so, Mad, non ti preoccupare, avrei dovuto contattarti io, domani parliamo perché sto per scoppiare e devi sfogarti anche tu."

"Ottimo modo per cominciare il terzo anno." -dice con una risata.

"Credimi, ho tanti progetti per quest'anno, sarà pieno di sorprese." -e anche di delusioni.

"Vedremo. Ora devo andare, papà spegne le luci alle nove e devo ancora sistemare la stanza."

"A domani, Mad. E ricordati di essere forte e paziente."

"Mi ci sto abituando, ormai mi viene naturale fare determinate cose. Ti voglio bene, buonanotte." -risponde con un filo di voce.

"Buonanotte."

Stacco la chiamata e chiudo gli occhi per riposare la mente. Troppi pensieri. Troppe paranoie. Troppo tutto.

Prendo il cellulare in mano e decido di navigare un po' su Twitter, mi viene quasi naturale digitare il suo nome. Osservo per l'ennesima volta le due ultime foto postate oggi, la prima con un'amico e la seconda da solo mentre indossa il sorriso più bello del mondo. In questo momento capì che mai avrei amato altri occhi e altri sorrisi che non fossero stati i suoi. Di Jesse.

I Know What You Did Last SummerWhere stories live. Discover now