Mi sciacquai più volte la faccia cercando di levarmi quel trucco che era ormai colato sul mio viso,fissai per vari minuti il mio riflesso sullo specchio,notai che i miei occhi erano terribilmente gonfi,non a caso poco prima avevo pianto,lo facevo quasi sempre.
Con passo svelto scesi al primo piano di quella villetta cupa dove vivevamo io e la mia famiglia,per famiglia era inteso la mia sorellina Dess,mio fratello Michael e nostro padre.
Il soggiorno era terribilmente vuoto,spostai lo sguardo fuori dalla finestra,vidi che Mike stava rientrando a casa con la borsa di basket.Legò la sua bici ad un palo prima di entrare.
Mi sorrise leggermente senza dire una parola,posò la borsa sopra uno sgabello vicino al tavolo e salí in camera sua.
Tirai fuori il telefono dalla tasca notando che tra pochi minuti mia sorella sarebbe dovuta uscire da scuola,faceva ancora la terza elementare.Ero in ritardo pure questa volta,cosí tirai un sospiro e uscí di casa.
In ben che non si dica arrivai a scuola,mi accorsi che i bimbi erano già usciti,Dess se ne stava seduta tutta sola,fissando i suoi piedini stufa.
"Hei." Le dissi sedendomi vicino a lei.Dopo svariati minuti di silenzio iniziai a parlare.
"Scusami per averti lasciato qui." Anche questa volta non rispose,sicuramente era triste,o forse arrabbiata.
Mi rialzai in piedi pulendomi i pantaloni.
Dess si alzò iniziando a prendere la strada per tornare a casa,io la seguì senza fiatare.
*
"Questo é il compito che devi fare,non é molto difficile come sembra."
"Va bene,grazie." Accennai un sorriso poco caloroso,presi i fogli dalla mano di Charlotte,una ragazza che frequentava la mia stessa classe e iniziai a camminare.
Per le vie non c'erano molte persone,non ce n'era per niente a dir la verità.Un rumore di passi dietro di me mi fece rabbrividire e così cercai di allungare il passo.
Una mano cinse il mio polso facendomi ghiacciare,due occhi azzurri si posarono sui miei grigi.
"Anne,Anne Joyce." La sua voce era tranquilla,ma con un tocco di malizia.
"Finalmente ci incontriamo."
Non capisco come sa il mio nome,questo ragazzo io non l'avevo mai visto in vita mia.La stretta si stava facendo sempre più forte,notai appunto che la mia mano stava diventando sempre più bianca di quanto già lo era.
"Entra dentro." Il ragazzo mi spinse dentro una macchina sportiva nera,cercai di liberarmi da quel mostro ma non ci riuscì,non ero poi così forte da poterlo fare.
"Lasciami!" Cercai di urlare con tutta la voce che pensavo di avere,mi sarei potuta mettere a piangere da un momento alla'altro.
"Sali puttana! Con le buone o con le cattive." Oltre a quella cattiveria che sembrava possedere quel ragazzo,pensavo che ci fosse potuto essere qualche altro sentimento.
Dopo mezz'ora precisa la macchina si fermò,io non riuscivo a smettere di tremare,non sapevo cosa sarebbe successo dopo,ed era questa la cosa che mi faceva più paura.
Dopo essere scesi dalla macchina il ragazzo portò delle chiavi nella serratura di una villetta sperduta nel bel mezzo della campagna.
"Lasciami andare,ti prego." Riuscì a dire con un filo di voce,non servì a molto dato che le mie parole furono ignorate completamente.
Quando la porta notai che dentro c'era una gran puzza di bruciato,dato che la casa portava qualche segno di una bruciatura sui muri.Sicuramente qualche tempo prima andò a fuoco.
Iniziai a piangere,non riuscí più a contenermi.Le lacrime scendevano a dirotto sul mio viso pallido,cercai di portarmi le mani sugli occhi,ma non riuscì a farlo dato che erano legate con una corda al disotto della schiena.
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Anne ||Luke Hemmings
Mystery / ThrillerE se,questa che stiamo vivendo non fosse veramente la vita? Ma magari solamente un brutto sogno? Qualcosa che al risveglio ti farà ripensare ad ogni cosa che hai fatto.