Quando Hope si risvegliò,il primo volto che vide fu quello della nonna di Kevin. Era chinata su di lei fin troppo,e Hope ne sentiva il respiro stanco sul viso. Appena gli occhi azzurri che aveva di fronte si accesero,la nonnina sorrise. Corse via dalla stanza e,in corridoio,guardando le faccie affaticate e affamate dei ragazzi disse "è sveglia!"
All'inizio,nessuno ci credette davvero. Ma quando,spiaccicati contro il vetro,videro quei due occhioni azzurri balzare da una parte all'altra della stanza come a chiedersi "ma che cazzo sto facendo io qui?" e poi posarsi sul vetro,allora si urlarono tra di loro "è sveglia!" . Videro Hope sorridere difronte a tutte quelle voci confuse,divertita da quelle espressioni incredule. Poi il medicò entrò,dicendo che doveva parlare con la ragazza,e solo dopo sarebbero potuti entrare,al massimo due alla volta. A Hope il sorrisò si smorzò non appena incrociò quegli occhi seri.
-Dov'è tua madre? I tuoi amici sono stati vaghi.-
Hope strinse gli occhi,perchè la frase che aveva in mente di pronunciare,le provocava una fitta al fegato corroso dal Jeam Beam.
-In Florida. Passiamo alla prossima domanda?-
-Non sei ancora maggiorenne,per dimetterti ho bisogno di una firma.-
-Questo sarà diffcile.-
Ma il dottore non uscì,se ne stesse lì a fissarla come si fissa un cucciolo abbandonato. Cosa a cui Hope assomigliava,vista e considerata la conversazione che si era appena svolta in quella camera puzzolente. Sapeva bene di esserlo,di essere stata praticamente abbandonata,ma il fatto che qualcuno la guardasse così la infastidiva lo stesso. Avrebbe voluto chiedere al dottore che altro le doveva dire,ma lui fu più veloce del tempo in cui Hope arrivò a comporre una frase sufficientemente educata.
-Non dovresti bere così tanto.-
-Lo so.-
-Dovresti consultare uno psicologo,lo segnaleremo.-
-No.-
Lo guardava dritto negli occhi,senza paura di sfidarlo.
-Sei stata qui perchè eri ubriaca da far schifo,e non hai nemmeno qualcuno che possa firmare. Se vuoi uscire da qui,prima devi parlare un paio di volte con Katrine. Ti trasferisco al reparto psichiatrico.-
Hope non riuscì a trovare una risposta,era minorenne e senza nessuno che la riportasse a casa,quindi il manico del coltello ce l'aveva il dottore. A lei non restava che farsi trafiggere dalla lama. Tuttavia lo guardò negli occhi fino a che non uscì dalla stanza.
I primi due che entrarono furono Kevin e la nonna. Hope conosceva la nonna di Kevin. Quando sua madre era ancora a casa,i loro incontri si svolgevano dalla nonna di Kevin. Non perchè la madre di Hope avesse qualcosa in contrario al fare sesso in casa sua,ma semplicemente perchè era rischioso. Se lei fosse stata ubriaca,come spesso era,Kevin avrebbe potuto trovarsi in situazioni pericolose. Casa di Kevin era esclusa,suo padre ci lavorava,e se i suoi clienti avessero sentito qualche rumore,sarebbe stato abbastanza sconveniente per il bilancio familiare. Così si vedevano dalla nonna. La nonna ovviamente era convinta che fossero solo amici,nonostante programmasse in segreto le nozze tra i due. Ogni volta che Hope si presentava a casa,le offriva del caffè,perchè aveva imparato che lo adorava,e le faceva qualche domanda sulla scuola. Poi Kevin trovava il momento giusto per aggirare sua nonna,e salivano in camera da letto. Con la nonna di Kevin non c'era pericolo,era quasi completamente sorda.
Lui la precedette e si avvicinò subito all'orecchio di Hope sussurando "gli abbiamo detto che sei svenuta per un calo di zuccheri."
La nonna ovviamente era carica di dolci golosissimi perchè:
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Vite nell'oblio.
Roman pour AdolescentsHope,Kyle,Chad,Emily,Cecilia. 17 anni. Tutta la vita davanti.